Rimasta incinta di uno dei tanti clienti con i quali aveva avuto rapporti non protetti, una romena di 22 anni è stata costretta dai suoi aguzzini ad abortire clandestinamente assumendo un farmaco gastro-protettore; l'aborto è avvenuto nella stanza di un albergo di Pescara, con gravi rischi per la salute della donna, e il feto è stato gettato nel water del bagno. Emergono nuovi dettagli inquietanti sulla vicenda del racket della prostituzione a Pescara, che a febbraio scorso aveva portato a tredici arresti (leggi qui).
Ora la Procura di Pescara ha chiuso l'indagine per il reato di procurato aborto nei confronti della giovane. Due gli indagati, un 33enne e la sua compagna 26enne, entrambi romeni, già arrestati a febbraio. A ricostruire l'accaduto è stata la stessa vittima, che due giorni dopo i 13 arresti, si è presentata spontaneamente in questura, negli uffici della squadra Mobile, ed ha riferito tutti gli elementi di cui era a conoscenza.