La Corte d'Appello dell'Aquila ha confermato la sentenza di assoluzione, emessa in primo grado dal Tribunale di Pescara nel 2013, di Luciano D'Alfonso ed altri 17 imputati nell’ambito del processo “Housework” per tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara, che nel 2008 portò all’arresto di D’Alfonso, all’epoca sindaco, del suo ex braccio destro Guido Dezio e dell'imprenditore Massimo De Cesaris.
“Ringrazio la magistratura per aver sottoposto a scrupolosa validazione e approvato il mio operato da sindaco di Pescara - commenta a caldo D’Alfonso - Resta il rammarico per l’interruzione di un percorso amministrativo riconosciuto a tutti i livelli e che stava dando frutti preziosi per la città”.
Alessandrini, sentenza conferma legittimitòà operato D'alfonso. “Guardavamo tutti con fiducia all'esito del giudizio di appello del cosìddetto processo Housework L’odierna assoluzione conferma quanto già chiaramente emerso in sede di giudizio di primo grado, con indicazione della piena legittimità dell'operato di Luciano D'Alfonso Sindaco.
Riparte dunque più che mai l'esperienza politica del centrosinistra che ora, fugato ogni dubbio sulla legittimità del proprio operato, potrà riprendere un cammino che era stato proficuo, concentrarsi ancor di più sulle molteplici questioni che riguardano il territorio e la vita delle persone”. Così il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini.