Dopo i tafferugli tra nomadi e ultras avvenuti davanti al tribunale di Pescara, Franco Metta avvocato del foro di Foggia noto per aver in passato difeso la banda di pugliesi che uccise il maresciallo Marino Di Resta ed il professor Taormina, usciti dal tribunale tra gli insulti, ha indotto la difesa a presentare ricorso per il trasferimento del processo.
Questo e quando chiedono i due difensori nel processo a carico di Massimo Ciarelli accusato dell’omicidio di Domenico Rigante.
Pasquale Rigante, il padre di Domenico, che spesso ha assunto il ruolo di equilibrista spegnendo le tensioni tra i due gruppi, aveva avuto sentore che quei bastoni in tribunale potevano essere strumentali a un'altra causa. Non solo della violenza gratuita, ma a una strategia più sottile, allontanare il processo da Pescara. Pasquale ha sostenuto che il processo deve restare qui a Pescara, dove è stato ucciso Domenico.
I fatti gli hanno dato ragione 48 ore dopo: i legali dei Ciarelli, imputati per l'omicidio dell'ultrà del Pescara, hanno annunciato la domanda di trasferimento del processo per "legittima suspicione". La Cassazione dovrà decidere se ricorrono le condizioni di cui all'articolo 45 del Codice di Procedura Penale per le gravi situazioni locali atte a turbare lo svolgimento del processo.
Per gli avvocati Metta e Taormina non ci sono dubbi il clima non è sereno. Il ricorso sarà presentato prima delle prossime udienze del 9 e 10 maggio di sicuro il processo slitterà in attesa della sentenza di cassazione. In ogni caso la sicurezza e l'incolumità di tutti sono stati già assicurati dal Questore, che ha annunciato un imponente dispositivo di prevenzione.
E' questo il punto su cui insisteranno i legali di parte civile, nell'opporsi alla richiesta e chiedere che il processo si celebri nella sua sede naturale di Pescara. Un caso del genere per incompatibilità ambientale che spinse i difensori di Sabrina Misseri a chiedere di spostare il processo non fu accolto dalla Cassazione facendo presente che non è ostruzionismo.