I rappresentanti dei Comitati contro la riapertura al traffico di Corso Vittorio, Anthony Micolitti e Fabrizio Canta , hanno mantenuto la promessa: fondata l’ "Associazione per lo sviluppo sostenibile di Corso Vittorio Emanuele e dintorni", hanno consegnato, al Primo cittadino, la raccolta di 4000 firme contrarie alla riapertura del corso alle macchine.
Gli organizzatori hanno ribadito l’apoliticità della manifestazione ed il solo interesse per la qualità di vita della città. Il benessere dei cittadini, infatti, e non l’appartenenza ai partiti, deve prevalere nelle scelte collettive. Micolitti e Canta, sostenuti dai residenti e da 42 commercianti del corso, hanno evidenziato il comportamento contraddittorio della Confcommercio, che li continua ad osteggiare nella loro iniziativa. Dalle firma raccolte sembra chiaro che la maggior parte dei commercianti voglia mantenere la zona chiusa alle auto, in virtù della ottima riqualificazione della zona, della minor delinquenza riscontrata, dell’incremento di nuove attività commerciali aperte e della qualità dell’aria rilevata anche dell’ARTA. La Confcommercio invece, nonostante mesi fa denunciasse il grave stato di abbandono del corso e le pessime condizioni di lavoro dei negozianti, oggi ha risposto alla manifestazione con dei piccoli manifesti, esposti in alcuni negozi, inneggianti “Riapriamo Corso Vittorio subito! Abbiamo diritto di lavorare per vivere” .
Ciò che ha incuriosito non pochi partecipanti alla manifestazione,circa trecento, è che questi cartelli siano apparsi in negozi del Corso non toccati dalla zona pedonale odierna, quindi tutt’oggi raggiungibili con le auto dai loro clienti.
Il Dott. Canta ha poi evidenziato l’importanza che la Confcommercio tuteli tutti i negozianti, non solo alcuni, tanto più che lo stesso organo deve, per statuto, salvaguardare anche i centri commerciali, diretti antagonisti dei piccoli negozi. Una situazione quindi imbarazzante per questo ente di categoria, accusato di essere ancorato troppo alla politica ed alle vecchie logiche di interesse.
In effetti, è un dato di fatto, che la crisi economica per i negozianti, non sia iniziata con i lavori del corso, né che le macchine precedentemente si fermassero lungo la strada per fare acquisti. Lo stesso quotidiano Il Centro più volte nel 2013 aveva parlato della grave condizione in cui versavano i commercianti del corso, dei numerosi negozi chiusi e dello stato di abbandono dell’area.
Dubbi, richieste e perplessità hanno accompagnato anche l’incontro dei manifestanti con il Sindaco Alessandrini a Palazzo di Città, in Sala Consiliare. La disponibilità al dialogo del Primo cittadino, ha aperto la possibilità di realizzare un referendum consultivo per lasciare la parola ai pescaresi. Certo è, come ha dichiarato il Sindaco, che “ogni scelta comunale non può essere dibattuta insieme alla collettività, giacchè mi è stato dato un mandato ad ampia maggioranza per guidarla, secondo un piano politico definito. Già in campagna elettorale avevamo detto quali sarebbero state le nostre intenzioni”. Alessandrini ha poi ribadito “che le problematiche sul traffico non hanno colore politico. La pedonalizzazione porta con sé molte virtù, ma qui parliamo di un’arteria fondamentale per la città, resa congestionata dal traffico sia per l’abuso del mezzo privato che per un erroneo retaggio culturale. I disagi per la pioggia dello scorso giovedì hanno evidenziato l’importanza di riaprire corso Vittorio”. Il Sindaco ha difeso le scelte della sua Giunta sulla riapertura al traffico pubblico e privato del corso, in doppio senso di marcia, con la chiusura dell’area solo il fine settimana, nonché l’utilizzo di alcuni dissuasori di velocità che verranno installati sulla via, per un costo di 110.000 euro. “La viabilità_evidenzia il Primo cittadino_ non deve essere trattata per piccole aree ma in un quadro d’analisi generale”. Non sono mancate le aspre contestazioni da parte dei cittadini intervenuti al corteo ed in Sala Consiliare, così come le critiche nei confronti del Vicesindaco Del Vecchio, spesso in televisione con toni forti sul tema e poco propenso al confronto con la popolazione.
In Comune, inoltre, sono intervenuti all’incontro, senza simboli partitici, anche i consiglieri di opposizione Mascia, Masci ed Antonelli, per consegnare la loro raccolta firme, con cui chiedono di mantenere il corso chiuso per lo meno ai mezzi privati, a favore unicamente di quelli pubblici.
E proprio sui mezzi pubblici che il Comune vorrebbe far passare sul corso, l’ "Associazione per lo sviluppo sostenibile di Corso Vittorio Emanuele e dintorni",ha chiesto almeno l’utilizzo di mezzi elettrici, non inquinanti, per dare continuità ai lavori di pavimentazione del nuovo corso (per un importo pari ad 1 milione e 400 mila euro), per rispetto della salute pubblica dei cittadini e per togliere la sensazione diffusa, che questo accanimento su Corso Vittorio sia solo una diatriba politica piuttosto che una scelta per il benessere collettivo.
Ora spetta al Sindaco fare le sue ulteriori valutazioni, la città resta in attesa.