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L'Abruzzo sembra non trovare pace nel settore turistico

Il CNA Abruzzo presenta i dati con il Cresa e la Regione

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Stamani il CNA Abruzzo ha presentato il focus “Il turismo risorsa fondamentale per la crescita dell’Abruzzo” presso la sala conferenze delle Torri Camuzzi.

Con amarezza bisogna constatare che ancora una volta è andato in scena un evento, non turistico, ma tipico regionale: una conferenza ricca di Signori relatori , espressione degli enti regionali più illustri, che hanno raccontato, al folto pubblico, una storia d’Abruzzo già molto nota:  siamo indietro rispetto a tutti nel turismo sebbene si abbia un patrimonio naturalistico ed artistico straordinario.
Sono stati evidenziati numeri, lavori, ricerche e citazioni anche di enti esteri, che altro non han fatto che ricordare la negatività della situazione in cui versa l’Abruzzo e dell’importanza di fare squadra, sinergia, rete, di utilizzare il web, i social, gli antichi borghi abruzzesi, ecc ecc. Termini noti, incessantemente ripetuti da anni.

Ciò che colpisce è che dopo un attento ascolto degli intervenuti, non si hanno avuto notizie nuove, fresche, incoraggianti, né esempi di lavoro che potessero stimolare anche gli studenti degli istituti professionali per il turismo presenti alla conferenza.  Quale immagine di rilancio e di entusiasmo danno oggi, ancora una volta, i rappresentanti di tutte le istituzioni alle nuove generazioni? E soprattutto, quali risposte offrono ai problemi lungamente elencati, là dove i dati emersi sono gli stessi se non peggiori di un decennio fa? Che cosa è cambiato?
Insomma i giovani studenti che erano in sala, cosa devono pensare di come viene gestita la loro regione?  Gli adulti che li stanno precedendo, che terreno gli stanno lasciando oltre quello della retorica?
Oggi si sperava di avere delle risposte, delle notizie concrete su quanto di positivo si possa fare per  l’Abruzzo ed invece si sono raccolti dati raccapriccianti e risofferto insieme su tutto ciò che non va.
Il dato paradossale che emerge è che nonostante tutte le nefaste notizie, sempre più abruzzesi aprono strutture ricettive perché, molto probabilmente, credono più loro nel territorio che non le istituzioni, che invece interpretano queste nuove aperture, come tentativi avventurosi/disperati  per trovare un posto di lavoro.
Qualunque sia la motivazione di base per cui un privato investa in una propria attività, il dato certo è che costui  prova a crearsi un futuro, amando la sua Italia e credendo nelle sue potenzialità. La popolazione continua a credere e ad investire, le istituzioni invece sembrano sempre lontane dal  “sentire comune”, immerse come sempre in realtà parallele.

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