“Dicono di stare a lavorare per farci stare meglio. A dir la verità, vedendo ciò che sta accadendo, tutto stanno facendo fuorchè quello di farci stare più sereni: leggendo dei dati sui detenuti presenti nelle carceri italiane ci viene da pensare che tutto si sta facendo per cambiare qualcosa salvo non cambiare nulla, anzi vedere peggiorare la situazione è l'unica cosa che ci resta da osservare”. Lo afferma il Vice Segretario Generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Mauro Nardella.
“Basta guardare i dati statistici provenienti dalle schede del Ministero della Giustizia per rendersi conto che il numero di reclusi, ad esempio, più che diminuire aumenta sempre più nei 189 carceri italiani. Si è passati infatti dai 58.428 dell'agosto del 2023 ai 61.758 di quest'anno dei quali 2.686 donne e 19.507 stranieri. Peggiora il dato sul sovraffollamento che vede la Lombardia, con i suoi 8912 reclusi presenti sui 6149 previsti, dei quali 4044 stranieri, la maglia nera italiana. Seguita a ruota dalla Campania, dalla Puglia e dall'Emilia Romagna seconda rispetto alla Lombardia per numeri di stranieri presenti. L'Abruzzo riporta nel 2024 un dato che non si discosta molto dal trend negativo nazionale giacchè a un numero già sovraffollato del 2023 allorquando si contavano 1928 si è passati ai 1994 attuali su una capienza regolamentare di 1653, dei quali 412 stranieri, 89 donne e 44 semiliberi. In più rispetto allo scorso anno, nella regione dei Parchi, contiamo ben 67 detenuti in più che, ripetiamo, vanno ad affollare ancor più molti dei penitenziari presenti in Regione”, aggiunge il Vice Segretario Generale SPP.
"Nota dolente per la casa circondariale di Pescara, visto che molti sono ancora i detenuti in più presenti nella struttura rispetto a quelli che ne dovrebbe avere. Su 276 posti letto disponibili ve ne sono ben 442 ad occuparli. Una sorta di "pollaio" con dentro 166 detenuti in più", evidenzia Nardella. Insomma, “un quadro a tinte fosche quello che si presenta in Italia in generale e in Abruzzo in particolare. Una situazione che, contrariamente a quanto manifestato e propagandato dall'attuale Governo, va sempre più peggiorando. Il dato del sovraffollamento viaggia di pari passo a quello degli eventi critici che vanno producendosi. Più di 2700 gli agenti aggrediti sull'intero territorio italiano e che in pianta organica soffrono sempre più maledettamente quel saldo negativo fatto di decine di migliaia di donne e uomini in meno con riverbero negativo su tutti i fronti”.
Anche il trattamento penitenziario dei detenuti è "fortemente condizionato dal sovraffollamento carcerario il che si traduce in inefficienze che uno Stato che fonda il cardine penitenziario sul recupero del reo non dovrebbe assolutamente permettersi. Troppo pochi sono i fondi investiti sulla logistica tanto quanto insufficienti sono quelli messi in bilancio sia per ciò che attiene il personale che i detenuti. A peggiorare il tutto vi è la voglia di "emigrare" altrove dal punto di vista professionale visto che dei nuovi assunti sono diverse centinaia quelli che hanno deciso di gettare la spugna".
Se a tutto questo, conclude Nardella, si somma "il fatto che a livello di geografia amministrativa si fanno accorpamenti più che comparti a tenuta stagna, ecco che il disastro è prodotto. L'Abruzzo, ad esempio, sta pagando per la scelta scellerata di aver voluto assoggettarla, unitamente al Molise, al Lazio. Mai impegno amministrativo nella storia dei penitenziari abruzzesi è stato così disastroso. E' per questo motivo che l'S.PP si batterà sempre per riportare a Pescara il Provveditorato regionale del quale è stato derubato".