"Ancora una volta, come già accaduto nel 2022, la sentenza della Corte d'Appello dell'Aquila, che confermando il pronunciamento di primo grado, non solo nega il risarcimento alle parti civili ma addirittura le condanna al pagamento delle spese legali, sottolineando "la condotta incauta" delle vittime, ci colpisce in maniera dolorosa. Pur nel rispetto della magistratura e nella consapevolezza del complesso rapporto tra Diritto e Scienza, due anni dopo continuiamo a ripetere che non si può in nessun modo attribuire ai singoli individui la responsabilità di una valutazione oggettiva e certa di rischi e conseguenze. Ancora una volta la sentenza colpisce le vittime, i loro famigliari e tutta la città e quanti hanno ancora negli occhi e nelle orecchie il dolore di quei giorni, insieme al coraggio degli aquilani e di quanti, come studenti e studentesse, erano in città in quelle ore".
Lo dichiarano Silvia Tauro, presidente di Legambiente Abruzzo, e Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. "Oggi più che mai - aggiungono - la gestione delle emergenze richiede un rapporto di fiducia e reciproca collaborazione tra lo Stato e la società civile, e tale rapporto non può essere minato alla base, continuando a lasciare soli i cittadini davanti a responsabilità , lo ribadiamo, irricevibili". Come ricordato ad aprile, a 15 anni esatti dal terremoto, il rilancio del cratere aquilano post sisma passa ancora senza dubbio dalla ricostruzione, vero e proprio fulcro ad oggi di tutto il sistema economico del territorio.
Ma la ricostruzione fisica da sola non basta e, mentre per alcuni quartieri e frazioni siamo ancora lontani dal ritorno alla normalità , è centrale che la cittadinanza, soprattutto con i più giovani, si senta davvero coinvolta in questo processo materiale e sociale, e questo non può avvenire, se ci si sente "colpevolizzati" dalle istituzioni.
Legambiente, anche grazie al Circolo Legambiente Abruzzo Beni Culturali nato proprio nel 2009, e dal 2020 costituito come gruppo di Protezione Civile "Rita Tiberi", inserito nella Colonna mobile della Regione Abruzzo, in questi anni ha cercato di essere presidio e punto di riferimento continuando ad occuparsi sì del recupero, la catalogazione e la messa in sicurezza delle opere d'arte di tematiche, ma soprattutto dando sempre voce ai temi ambientali e sociali, per continuare non solo a vigilare sulla ricostruzione in atto, ma anche per cercare di contribuire a mantenere lo spirito identitario e la rete sociale necessaria a non disperdere il senso di comunità , che oggi hanno anche portato al riconoscimento de L'Aquila come Capitale italiana della Cultura 2026, proprio in virtù del percorso realizzato dalla città tutta e del suo ruolo centrale rispetto al territorio.
"Gli sforzi di chi in qualsiasi modo - conclude Tauro - dalle istituzioni alla società civile, ha contribuito alla rinascita della città , non possono continuare ad essere gravati da pesi e ombre come quelli affermati dalla sentenza della Corte d'Appello. Come Legambiente Abruzzo abbiamo scelto di far parte del sistema di gestione delle emergenze consapevoli proprio di quanto fatto su questo territorio e della centralità della giusta prevenzione, e crediamo che strumenti e strategie vadano condivisi con la cittadinanza ma nella piena consapevolezza che ai singoli non può e non deve essere chiesto di sostituirsi allo Stato, proprio per la loro sicurezza e per quella di tutta la comunità ".