“Oltre 400 persone, di cui 200 volontari, che hanno operato sul territorio di Pescara dal giorno dell’alluvione con il Centro Operativo comunale; 500 famiglie evacuate in una notte, 110 quelle assistite, di cui 50 sgomberate dal Villaggio Alcyone e 60 da via Aterno; 8 le famiglie che ancora oggi sono fuori casa, tra via Colle Breccia e strada Colle Santo Spirito. Sono solo alcuni degli interventi che il Comune di Pescara ha realizzato a partire dalle 3.30 del 2 dicembre scorso, quando, a fronte del peggioramento delle condizioni meteorologiche, abbiamo aperto formalmente il Coc, dopo aver però adottato alcune misure cautelative, come la chiusura al traffico e alla sosta delle due golene, già dalle 7 della domenica mattina, quando a Pescara ancora c’era il sole, e qualcuno ci accusava di stare ‘esagerando’, ma in realtà i bollettini della Protezione civile ci avevano allertato della drammaticità della situazione. I danni sono stati comunque enormi: almeno 6milioni 542mila euro per quanto riguarda il patrimonio pubblico e senza considerare quelli arrecati agli immobili privati, che potrebbero superare i 7milioni di euro. Eppure possiamo parlare di ‘disagi contenuti’ perché la Protezione civile ha funzionato e per questo devo ringraziare, uno ad uno, tutti coloro che non si sono risparmiati un secondo pur di aiutare la popolazione, dai volontari, coordinati da Angelo Ferri, alla Polizia municipale, con il colonnello Mario Fioretti e i maggiori Danilo Palestini, Paolo Costantini, Giorgio Mancinelli e Sergio Petrongolo, e poi la stessa Protezione civile con le sue 9 funzioni”.
Lo ha detto l’assessore alla Protezione civile Berardino Fiorilli nel corso della conferenza stampa odierna convocata per tracciare un bilancio dell’emergenza alluvione e dell’operato del Coc. Presenti tutti i rappresentanti delle 9 Funzioni del Centro.
“Il Coc – ha ricordato l’assessore Fiorilli – ha lavorato ininterrottamente dalle 3.30 del 2 dicembre scorso, quando ho ricevuto la prima chiamata di allarme dal maggiore Palestini e abbiamo subito istituito formalmente il Centro di coordinamento della Protezione civile. Alle 4 eravamo già in strada realizzando, forse per la prima volta nella storia della nostra città, l’evacuazione di 2 quartieri. Il primo, all’alba, quello del Villaggio Alcyone, al fine di mettere in sicurezza la popolazione minacciata dall’esondazione del Fosso Vallelunga: in pochi minuti 100 uomini sono piombati nel rione con 4 pullman messi a disposizione dalla Gestione Trasporti Metropolitani per evacuare i cittadini, risvegliati suonando a ogni citofono e facendo risuonare a tamburo battente le campane della chiesa. Alle 5 avevamo già allestito il Palazzetto dello sport di via Rigopiano per accogliere la popolazione, e avevamo già informato la città della chiusura delle scuole utilizzando ogni mezzo di informazione, compresa la App istituzionale del Comune. Nel pomeriggio è scattata la seconda evacuazione, quella dei residenti di via Aterno e via Raiale, minacciati dall’esondazione del fiume Pescara, per la quale, con lungimiranza, avevamo chiuso al traffico e alla sosta già dalla mattina del primo dicembre le due golene. In Protezione civile c’è una regola, ossia che se tutto funziona non c’è notizia e a Pescara i meccanismi di soccorso e prevenzione hanno funzionato: oggi possiamo solo immaginare cosa sarebbe accaduto se non avessimo chiuso al traffico per tempo le golene, mentre ancora c’era il sole e molti sorridevano dinanzi a una ‘esagerazione’. Noi abbiamo preferito un eccesso di cautela e infatti anche il largo preavviso dato alla popolazione ha permesso a molti di organizzarsi e di trovare per tempo una sistemazione autonoma provvisoria e lo dicono i numeri: complessivamente abbiamo sgomberato 500 famiglie, ma in realtà abbiamo dovuto garantire assistenza solo a 50 famiglie di Villaggio Alcyone e 60 famiglie di via Aterno e via Raiale. Oggi devo ringraziare tutto il personale che ha operato all’interno del Coc, ma anche la Caritas che ci ha messo a disposizione il Centro Emmaus per accogliere chi aveva bisogno di un tetto, i volontari coordinati da Angelo Ferri e tutti coloro che hanno collaborato con noi. Ovviamente l’emergenza non è finita: l’alluvione ha determinato criticità che si risolveranno solo nei prossimi mesi, come la frana di Colle Renazzo dove abbiamo dovuto chiudere la strada al traffico dopo che se n’è scesa mezza collina e occorreranno interventi di ripristino importanti, o anche via Colle Breccia dove abbiamo 5 famiglie ancora sgomberate, e via Colle San Donato, via Colle Santo Spirito, via Catani, via Fonte Borea. Frane che sono già state oggetto di una stima di massima per inoltrare la nostra richiesta di risarcimento danni. E anche in questo senso – ha proseguito l’assessore Fiorilli – va fatta un po’ di chiarezza: il 17 dicembre, ossia ieri, sono scaduti i termini perché il Comune, ovvero tutti gli Enti pubblici, denunciassero i danni subiti dal proprio patrimonio. E ieri sera, puntualmente, abbiamo inoltrato la richiesta alla Provincia che le collazionerà tutte per poi trasmetterle alla Regione Abruzzo. Secondo la nostra stima i danni verificati a Pescara, considerando solo il patrimonio pubblico, possono essere quantificati in 6milioni 542mila euro, considerando che sino a oggi abbiamo già effettuato interventi di primo ripristino in somma urgenza per 609mila 950euro. Per i privati, invece, è stata accordata una proroga sino al prossimo 2 gennaio 2014 per la presentazione delle richieste di risarcimento dei danni utilizzando gli stessi moduli già disponibili sul sito internet istituzionale del Comune all’indirizzo www.comune.pescara.it, tuttavia abbiamo chiesto ai cittadini di accelerare perché gli uffici dovranno poi collazionarli, dunque chiediamo ai cittadini di protocollare le proprie istanze in Comune nel più breve tempo possibile. Per danni superiori ai 15mila euro dovranno corredare le richieste oltre che con le foto anche con una perizia asseverata; per danni inferiori ai 15mila euro saranno sufficienti foto e preventivi. Tutte le istanze messe insieme verranno poi inviate alla Provincia, quindi alla Regione e verrà nominato un Commissario straordinario europeo per la loro valutazione. Ovviamente il nostro appello va alla Regione affinchè presti massima attenzione al ‘caso’ Pescara che comunque ha vissuto un fenomeno straordinario nella sua drammaticità e infatti in giunta abbiamo anche approvato la richiesta del riconoscimento dello stato di emergenza e di calamità naturale e ora siamo in attesa di riscontro, al pari dei cittadini”. “Molte frane – ha detto il geologo Lorenzo Ballone - si sono purtroppo verificate anche 3 o 4 giorni dopo la conclusione dell’alluvione. Oggi abbiamo 15 movimenti franosi in atto che sono stati verificati e monitorati da quattro squadre composte da 8 geologi in tutto. Per ora parliamo di una situazione non ancora stabilizzata”. “A tal proposito – ha ripreso l’assessore Fiorilli – rispondo alle polemiche sulle condizioni di via Colle Breccia dove abbiamo dovuto sgomberare 5 famiglie. Nei giorni scorsi ho incontrato le stesse famiglie e ho loro ricordato che quando un terreno è di proprietà privata, la legge dice che è il privato a dover intervenire per la sua messa in sicurezza in caso di dissesto. Quando però i danni sono stati determinati anche da concause, ovvero se ci fossero delle responsabilità di terzi, Comune compreso, il Comune non si tirerà indietro. Ma l’accertamento delle cause è cosa diversa ed è un problema successivo alla fase dell’emergenza . Ora, superata la prima fase, accerteremo le responsabilità: se i cittadini hanno denunciato già due anni fa l’esistenza di problematiche che potenzialmente potevano determinare disagi in via Colle Breccia, tanto meglio per loro e per la risoluzione del problema, tant’è vero che anche noi abbiamo già inserito quella frana tra i danni del patrimonio pubblico proprio perché abbiamo ipotizzato una possibile concausa. Ma oggi né io, né il sindaco, possiamo pronunciarci nel merito. Se ci sono corresponsabilità pubbliche i cittadini possono stare calmi perché il Comune non si tirerà indietro. Alla stessa maniera ricordiamo che è vero che la zona dello stadio ha subito gli allagamenti, ma solo perché la rete progettata con il Piano antiallagamenti non è ancora stata completata”.