Civitella Casanova, paese in provincia di Pescara, è stata nominata "Patria dell'arrosticino". Lo scorso 30 luglio il Consiglio Comunale aveva formalmente ufficializzato questa nomina dopo attente ricostruzioni e ricerche storiche.
Ad anunciarlo è stato il consigliere Alessio Granchelli. Queste le sue parole apparse sulla pagina Facebook del Comune di Civitella:
"È da tempo che si cerca di dare una concreta forma ed una solida base storica alla tradizione orale tramandata fino ad oggi che lega le origini dell’arrosticino a Civitella. Finalmente dopo ricostruzioni e ricerche storiche, durante l’assemblea di venerdì 30 luglio scorso, il Consiglio Comunale di Civitella Casanova, ha formalmente ufficializzato, con il titolo “PATRIA DELL’ARROSTICINO”, la nascita di questo prodotto identitario della tradizione culinaria abruzzese proprio nel territorio del comune Vestino.
La tesi è suffragata da evidenze emerse dallo studio di documenti di importante valenza storico-culturale, come lo Statuto Postridentino di Civitella Casanova risalente al 1566 e da atti e licenze rinvenute nell’Archivio Storico Comunale, dai quali si evince il forte legame della nostra comunità all’attività della pastorizia.
Il manoscritto, costituito da 49 “capitoli”, dettava i tempi e i modi della vita dei civitellesi e regolamentava tra le altre cose anche l’allevamento degli animali, con particolare riferimento appunto, agli ovini. Disciplinava dettagliatamente le modalità di lavorazione e commercializzazione delle carni che doveva e poteva avvenire esclusivamente “iusta lo antico solito et costume di detto Castello”.
Il rigoroso Statuto favorì la crescita del centro cittadino e il dinamismo proprio dei cittadini più attivi dando impulso allo sviluppo di un discreto ceto medio. L’evoluzione dell’arrosticino si inserisce perfettamente in questo contesto come la tessera di un mosaico, certo, occorrerà aspettare qualche secolo per giungere all’emissione delle prime licenze specifiche per la vendita ambulante di “carne cotta sotto forma di arrosticino”, appunto, ma la strada era in qualche modo ormai tracciata.
La figura de “jarrescter”, negli anni, si diffuse talmente tanto tra Civitella e Vestea da divenire un nuovo “mestiere”. Iniziò a spostarsi dal paese in quelli limitrofi, soprattutto in occasione di fiere, festività e mercati. Si caricavano i muli con le ceste colme di arrosticini e i sacchi di carbone, per poterli cucinare e vendere nelle piazze vicine. Si trasformò così in un’attività itinerante e per regolamentarla intervenne di nuovo l’autorità pubblica che iniziò a rilasciare le prime licenze ufficiali di commercio ambulante.
Con l’invenzione poi, del “cociarruste” (cuoci arrosticino), che semplificò notevolmente la pratica della cottura, e la diffusione dei primi mezzi di locomozione a motore che agevolarono gli spostamenti, “vendita da effettuarsi a mezzo di Ape”, le licenze rilasciate dal comune di Civitella Casanova si moltiplicarono e si arrivò a vendere nelle principali città della regione fino a giungere ad avvolgere con i fumi delle braci anche qualche rione della Capitale.
L’attestazione “Civitella Casanova Patria dell’Arrosticino” si accompagna anche ad una creazione grafica, che affiancherà l’araldica civica nella comunicazione istituzionale dell’Ente, accostando appunto il nome del nostro paese a quella del prodotto gastronomico più rappresentativo d’Abruzzo. Il “marchio” sarà poi a disposizione delle attività commerciali ricadenti sul territorio comunale proprio con l’obiettivo di certificare, promuovere e tutelare l’arrosticino come prodotto tipico e peculiare di Civitella e Vestea.
“Questo atto è solo l’avvio di un percorso di valorizzazione delle specificità del nostro territorio, che vuole fungere da volano di ripresa economica della comunità e soprattutto delle imprese del settore che tanto hanno sofferto e continuano a subire la difficile situazione della pandemia.
Non è stata affatto facile l’attività di ricerca sui documenti storici, ma ci abbiamo creduto fin dall’inizio e nonostante non fosse scontato l’esito stesso della ricerca, non ci siamo fermati, riuscendo così a porre le basi per questo importante progetto di valorizzazione.
Il poeta civitellese Ernesto De Carolis agli inizi del Novecento scriveva, l’arrosticino “è na cosa eccellende che stà ecche solamende”, e noi civitellesi, a distanza di oltre un secolo, grazie alle conferme storiche, possiamo finalmente sciogliere ogni dubbio sull’origine dell’arrosticino e ribadirlo con orgoglio al resto del mondo.”