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Monopattini e tolleranza zero

Il problema non è il mezzo, ma chi lo guida

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Nel 2019 (prima dell'arrivo dei monopattini elettrici) in Abruzzo si sono verificati 3.160 incidenti stradali che hanno causato la morte di 78 persone e il ferimento di altre 4.648.  

L'incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani), periti in incidente stradale, in Abruzzo è stata superiore alla media nazionale: 51,3% contro 45,2%. Il mancato rispetto delle regole di precedenza, la velocità troppo elevata e la guida distratta sono le prime tre cause di incidente.

Quando comparvero i primi bicicli nel 1869 il Sindaco di Milano vietò "in via assoluta l'uso dei velocipedi" perché "la circolazione dei velocipedi riesce pericolosa tanto alle persone che se ne servono, quanto al pubblico" (vedi Schirinzi, Non piaceva a Bava Beccaris, in L'uomo a due ruote. Electa, 1987, pag 414)
La storia si ripete: compare il monopattino, un mezzo nuovo, fa niente se ecologico e sostenibile, e tutti contro. Ma perché? I conduttori di tali mezzi trasgrediscono le regole del Codice della Strada? Bene, siamo d'accordo, tolleranza zero!
Ma le 78 persone decedute nel 2019 in Abruzzo per incidente stradale e le 4.648 ferite non meritano tolleranza zero ugualmente?

Il primo autovelox in città in via di Sotto ha fatto sollevare il mondo: "rispetto delle regole zero", sarebbe da dire.
Invochiamo la Polizia Municipale che deve controllare tutti gli utenti della strada? Il problema è che a Pescara sono previste 230 unità mentre invece (udite! udite!) ce ne sono 96 compreso il Comandante più 46 stagionali: e svolgono molte altre funzioni, non solo quello del controllo del traffico.
E la parte dei proventi delle sanzioni comminate che dovrebbe essere destinata per legge alla mobilità sostenibile dov'é? Dirottata ad altro.
Ora basta, non ne possiamo più di mistificazioni e falsi autoritarismi che non risolvono un bel niente: la mobilità resta un tema evidentemente politico.

Filippo Catania, Presidente FIAB Pescarabici

 

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