Officina del Gusto Istituto Alberghiero De Cecco di Pescara, 2 ottobre 2020, Tina Montinaro è venuta a Pescara per parlare con gli studenti di legalità e prospettive future.
Dieci studenti, giustamente distanziati secondo quanto stabilito dalle regole anticovd, hanno atteso ed ascoltato la Signora Montinari che perse il marito, capo scorta del giudice Giovanni Falcone, nella strage di Capaci. Ma anche se a Capaci la mafia le uccise il marito Antonio lei continua da allora a portare avanti nel suo ricordo testimonianza di dolore e di prospettive di legalità per i giovani che troppo spesso non sono a conoscenza di quanto è avvenuto e perché.
Ogni anno in ricordo di quanto dolore ha portato la mafia con i suoi attentati e le decine di vittime innocenti, il Premio Borsellino, oggi giunto alla sua 25^ edizione, ricorda che cosa è stato fatto e quanto ancora c’è da fare per vivere una vita nella giustizia e legalità.
Presenti all’evento il Questore di Pescara Francesco Misiti, il questore vicario Alessandra Bucci, il Capo della Scuola di Polizia Francesco Zerilli e i docenti Rosa De Fabritiis, Rossella Cioppi, Renata Di Iorio Roberto Melchiorre.
Ad accogliere e presentare gli ospiti la Dirigente scolastica Alessandra Di Pietro che ha aperto i lavori dicendo:
“Il ‘Premio Borsellino non si ferma e sono onorata che sia la mia scuola a ospitare il primo appuntamento. L’evento è entrato a far parte del programma di educazione civica, materia da poco rispristinata, i nostri studenti, che da anni stanno svolgendo un percorso di legalità, con l’incontro con Tina Montinaro, con la sua storia, che è stata oggetto di studio e che diventerà oggetto di dibattito in tutte le classi che potranno vedere la registrazione dell’evento odierno. Ho avuto modo di conoscere Tina Montinaro quando era Presidente dell’Associazione Quarto Savona 15, dal nome dall’auto della scorta del giudice Falcone. L’auto oramai ridotta ad un ammasso di lamiere, dopo l’esplosione, è stata esposta a Pescara per due anni, un’automobile che ha un significato simbolico straordinario perché è l’auto della scorta che rappresenta il simbolo stesso della legalità, e Tina Montinaro è l’anima stessa della Quarto Savona 15, una donna che dal 23 maggio 1992 sta combattendo contro la mafia e contro l’illegalità in generale, è una testimone istituzionale, rappresenta la ribellione alla mafia, è una moglie e una madre che esprime con una forza prorompente e una carica di umanità che suscita emozione. E dalle sue parole arriva un messaggio chiaro ai nostri ragazzi, ossia sappiate scegliere nella vita da che parte stare, sappiate fare la differenza, non siate passivi o ignavi, non siate docili di fronte a ciò che è sbagliato”.
“l’Italia è la mia casa -ha detto Tina Montinari- I ragazzi danno tanto, ma io dico loro ‘siete quelli che devono cambiare le cose’. Noi non siamo stati bravi, siamo stati indifferenti. Voi dovete fare in modo di non accettare e di non vedere e volere un’Italia migliore. Dovete non essere superficiali, la curiosità vi deve spingere a sapere come stanno le cose. La legalità è il vero senso civico. Dicono che noi familiari siamo insensibili, ma non è vero. Io non mi fermo mai mio marito ha fatto un giuramento ed ha dato la vita. La strage non deve appartenere solo ai familiari. L’educazione non può partire solo dalla scuola, ma dalle famiglie che devono essere di esempio per i ragazzi”.
I ragazzi, accompagnati dalla loro insegnante Cioppi, hanno preparato alcune domande che hanno posto alla signora Montinari che ha risposto volentieri su come lei stessa, i suoi figli hanno potuto vivere con quel forte lutto e come i suoi stessi figli vivono seguendo la legalità.
Prima degli interventi il prof. Oliva docente, attore e regista, ha letto una lettera che la stessa Montinari aveva scritto al marito dopo la sua morte, una lettera scritta con l’animo dolente ed un forte amore sempre indiscusso.
A concludere gli interventi di Leo Nodari che, con la Presidente del Premio Borsellino Gabriella Sperandii, ha organizzato e lo ha portato in molte scuole italiane facendo conoscere persone che tutelano la legge e persone che sono state vittime di mafia, ma che si sono saputi ribellare portando ai giovani la loro esperienza.
Dieci gli studenti che hanno partecipato all’incontro: Francesca Sangiacomo, Mattia Tantari, Alexia Lanesi, Amy Lanesi, Mattia Luciani, Emily Convertino, Alice Giancaterino, Emiliano Fucciolo, Luca D’Antonio e Aneta Hradiska, delle classi terza Sala sezione C, quarta Sala sezione B, quarta Enogastronomia sezioni F e G, quinta Accoglienza sezione A.