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Per la realizzazione della strada nell'area di risulta non occorre nessuna variante al PRG

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“Non occorre alcuna variante al Piano regolatore generale per la realizzazione della strada che, correndo parallela a corso Vittorio Emanuele, si snoderà sul lato est delle aree di risulta, con una nuova rotatoria posta all’incrocio tra via Teramo e via Ferrari. In realtà, infatti, il progetto prevede l’utilizzo della strada già oggi esistente e quotidianamente attraversata da centinaia di veicoli, strada che molto più semplicemente verrà adeguata, riqualificata e dotata di idonea segnaletica per accogliere un nuovo volume di traffico utile alla sperimentazione per l’apertura del cantiere in corso Vittorio Emanuele, e tutto questo è evidente anche dal basso costo delle opere previste, appena 95mila euro complessivi, compresa la rotatoria, troppo poco per pensare che andremo a costruire un’autostrada o una circonvallazione di attraversamento delle aree di risulta. A questo punto, se volevano una variante, Pd e Rifondazione Comunista si sono destati dal loro torpore con circa quindici anni di ritardo. E’ evidente che quello della minoranza consiliare è l’ennesimo tentativo di bloccare il ‘voler fare’ dell’amministrazione comunale, tentando di insinuare dubbi di legittimità su un progetto perfettamente regolare, contro cui si infrangerà la politica del ‘non-fare’ della sinistra pescarese ormai allo sbando totale”.

Lo ha detto il capogruppo del Pdl Armando Foschi commentando l’intervento odierno della minoranza consiliare in merito alla realizzazione della strada sulle aree di risulta.

“Come avevamo garantito in seno alle forze della coalizione di maggioranza – ha ricordato il capogruppo Pdl Foschi – la realizzazione della strada parallela a corso Vittorio Emanuele sarà la prima opera che partirà in seno al maxi-appalto teso alla riqualificazione del corso stesso. Del resto non potrebbe essere altrimenti, perché mai abbiamo pensato di occupare corso Vittorio con un cantiere senza prima dare alla città una viabilità alternativa valida. Ora abbiamo codificato tale necessità in una delibera, approvando in giunta il progetto definitivo ed esecutivo della strada che andrà subito in gara d’appalto. Il costo complessivo dell’opera è pari a 95mila euro: l’obiettivo è quello di adeguare alle norme del codice della strada il tratto stradale di via De Gasperi, primo tratto, di via Rigopiano, con innesto in via Ferrari, via Teramo e via Bassani e Pavone (l’asse che corre dinanzi all’ingresso della stazione centrale), e della viabilità stessa oggi già esistente sulle aree di risulta, lato mare. Il progetto prevede la demolizione delle isole spartitraffico oggi esistenti agli incroci tra via Teramo e via De Gasperi, sostituite con rotatorie per ora in gomma riciclata, provvedendo al rifacimento degli asfalti danneggiati e al ripristino della nuova segnaletica. Ma, come già detto, l’intervento non prevede la costruzione di una strada nuova, ma molto più semplicemente l’adeguamento di quella strada già esistente sulle aree di risulta, lato mare, e attraversata ogni giorno da centinaia di auto che fruiscono del parcheggio da 3mila posti auto. Dunque, il progetto non impone alcuna variante al Piano regolatore generale perché la strada esiste già, andrà solo sistemata, facendo sfumare, ancora una volta, l’inutile polemica della sinistra che sta tentando in ogni maniera e sempre più disperatamente di mettere i bastoni tra le ruote al cammino di sviluppo avviato inesorabilmente dalla nostra maggioranza di governo, peraltro ignorando anche la volontà della città che in un recente sondaggio ha detto chiaramente di volere la riqualificazione di corso Vittorio Emanuele, anzi addirittura esprimendosi a favore della sua pedonalizzazione, ma il passato insegna che il Pd e la sinistra in genere sono ostici ai sondaggi popolari. Ma non basta: l’adeguamento di quella strada non interferirà con la realizzazione del verde attrezzato sulle stesse aree di risulta sul modello di Villa Borghese, come previsto in quel progetto presentato già da mesi a tutte le forze politiche”.

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