All’indomani del decreto che dichiara le prime zone rosse in Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche) a causa della pandemia da Coronavirus, molti studenti fuori sede hanno deciso di rientrare presso la residenza principale per stare con la propria famiglia in un momento difficile. Altri, invece, sono rimasti nei loro appartamenti, nelle loro stanze.
Parliamo di migliaia di ragazze e ragazzi abruzzesi. Tra questi, c’è chi svolgeva lavori in concomitanza con gli studi per pagare le rette universitarie e un posto letto e chi invece riesce ad avere il pieno sostegno economico dalla famiglia. Il comune denominatore, pertanto, è la crisi economica, l’incertezza che incombe su ognuno di questi studenti e sulle spalle delle loro famiglie. Oggi, coloro che sono rimasti fuori sede e svolgevano piccoli lavori non hanno una fonte di reddito, mentre chi è tornato dalla propria famiglia non può più disporre della casa universitaria. Di conseguenza è diventato un carico molto pesante dover pagare ogni mese il canone di locazione e gli aiuti, a riguardo, sono veramente pochi.
Proprio per questo motivo le studentesse e gli studenti italiani e abruzzesi chiedono a gran voce un incentivo economico da parte delle istituzioni per fronteggiare questa crisi – mai affrontata in epoca repubblicana – per far sì che un domani non si debba ingerire amaro e nella speranza che tutto ciò finisca il prima possibile.
Sappiamo che si può!”
Guido La Guardia, uno studente.