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Il gioco d'azzardo patologico a Pescara

Un'emergenza per 800 mila famiglie in Italia

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Il gioco d’azzardo diventa un problema quando si trasforma in una abitudine a cui non si può resistere. Questa ludopatia può avere serie conseguenze di ordine primariamente finanziario, ma anche emotivo e personale. Si parla allora di gioco d’azzardo patologico (GAP).

Il gioco d’azzardo è sotto gli occhi di tutti, quotidianamente passiamo davanti alle numerose sale di scommesse presenti ovunque. Il suo risvolto patologico poi, è oramai un problema sociale riconosciuto, che distrugge le vite dei giocatori e delle loro famiglie. 

I dati resi noti dicono che in Italia 800.000 persone soffrono di questa patologia sui quasi 16 milioni di giocatori totali. Siamo i più colpiti a livello europeo. 9 giocatori su 10 sono di sesso maschile. Secondo le stime dell'ASL, nella nostra città si sarebbero spesi 654 milioni di euro dei 2.5 miliardi giocati in Italia nel solo 2017. Le cifre riferite al 2016 diffuse sui giornali arrivavano a stimare in 96 miliardi di euro la spesa complessiva, il 4% del PIL nazionale. Questa piaga colpisce tutti i comuni da nord a sud. Un altro dato allarmante riguarda l'età di inizio, spesso al di sotto dei 18 anni legalmente consentiti. Mentre i giocatori più attivi hanno tra i 18 e i 30 anni.

Perché un'attività tanto fatua esercita un'attrazione tanto forte sui giocatori?

Scommettere può fornire una ricompensa che va oltre il guadagno, anche perché di fatto questo è raro. Può essere visto come un modo facile di fare soldi extra. La promessa di una vincita davvero allettante, magari dopo ripetute sconfitte. Si può innescare una rincorsa alla “volta buona”. Oppure può aiutare a distrarsi da sensazioni spiacevoli. Questa dinamica è molto frequente nella genesi della dipendenza da tale comportamento.

Nel dettaglio nessuna storia è uguale. Alcune persone hanno vissuto tante conseguenze negative (finanziarie, professionali, familiari, legali..) che non hanno avuto altra scelta che smettere. Questo però non vuol dire che la dipendenza psicologica sia stata superata. Altri riescono a fermarsi non appena scorgono le possibili conseguenze nefaste, o quando gli viene lanciato un ultimatum.

Un’altra strada porta il giocatore, o la sua famiglia, a rivolgersi ad un professionista della salute mentale che lavori anche sulle dipendenze, o ad un centro specializzato.

L’obiettivo principale in terapia è superare la dipendenza attivando risorse personali e sociali utili a rafforzare la resilienza e le strategie di coping dell'individuo e del suo ambiente. La relazione terapeutica può avere un forte impatto sul cambiamento personale del giocatore, il quale può iniziare ad operare scelte di vita dirette al proprio benessere.

Dott. Davide Farrace
Psicologo – Psicoterapeuta a Pescara
www.studiofarrace.it

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