Anche il nuovo Governo si impegnerà sin da subito a dare seguito all'iter procedurale previsto dalle richieste avanzate da tre Regioni – Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna - che hanno sottoscritto gli accordi preliminari ed avviati i negoziati volti alla sottoscrizione delle rispettive intese e ad ampliare il novero delle materie (competenze politico-amministrative e gestionali) da trasferire dallo Stato alle Regioni.
Le informazioni in merito non sono del tutto chiare e il dibattito –per lungo tempo –è sembrato “consumarsi al chiuso”, senza grossi coinvolgimenti da parte dei cittadini interessati, come se si trattasse di una questione di burocrazia istituzionale, lontana anni luce dall’obiettivo di fare delle Regioni quegli “istituti di democrazia diretta e partecipativa”, che avrebbero concorso a realizzare quel processo di democratizzazione dell’organizzazione del potere previsto dalla Costituzione.
Le bozze di Intese Stato-Regioni prevedono che alcune importanti materie del sistema di Welfare universalistico che vanno dall’istruzione alla sanità, dall’ambiente alle infrastrutture, dal lavoro ai contratti, dalla ricerca scientifica ai beni culturali, dai servizi alla persona ed alla comunità fino a giungere ai rapporti internazionali e con l’UE passino alle Regioni.
Ritenendo che – come congegnata - l’"autonomia differenziata" liquidi definitivamente – attraverso le 23 materie che saranno devolute alle Regioni, materie nevralgiche per la nostra vita quotidiana – tutto ciò che è “pubblico”, cioè finalizzato all’interesse generale, destinato a diminuire le differenze tra ricchi e poveri. Principi e diritti sociali previsti nella prima parte della Costituzione di fatto vengono annullati. Ogni Regione farebbe da sé, con i propri fondi, trattenendo la maggior parte del proprio gettito fiscale.
Pertanto, sollecitando i cittadini alla mobilitazione, il 7 Luglio scorso, a Roma, c'è stata un'Assemblea nazionale per il ritiro di qualunque autonomia differenziata impegnando i presenti a contrastare il percorso di “secessione dei ricchi” comportando gravi rischi per la tenuta del quadro democratico e lesione dei diritti di tutti i cittadini italiani.
Offrendo un segnale chiaro di opposizione alla regionalizzazione sotto qualsiasi forma, senza distinzione tra il modello emiliano, quello veneto e quello lombardo, l'Assemblea ha dato vita ad un Comitato nazionale provvisorio contro qualunque “autonomia differenziata” che promuove la costituzione di Comitati locali con identica mission, programmando un incontro nazionale a Roma Domenica 29 Settembre 2019.
Anche in Abruzzo, dopo un percorso di confronto politico-culturale e di coinvolgimento di realtà organizzate della società civile e di singoli cittadini interessati, Mercoledì 25 Settembre 2019 - dalle ore 15:00 alle ore 17:00 – si organizza un
Incontro pubblico sul tema:
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Riconoscimento di forme e condizioni particolari di autonomia per le Regioni ordinarie, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione (“Autonomia differenziata”)
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Costituzione Comitato locale PE-CH contro qualunque “autonomia differenziata”
SEDE: Aula magna Liceo statale G. Marconi - Via Marino da Caramanico n° 26 Pescara
Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.
Per relative informazioni: Prof. G. Dursi [liceomarconi-pe-us@libero.it / +39 3393314808]
Appello contro il sistema di reguionalizzazione dell'istruzione