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Cina, Vietnam e Myanmar: si apre una via della seta per l'Abruzzo

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Si è tenuto questa mattina, in Camera di Commercio a Pescara, un incontro organizzato dal Centro Estero Abruzzo sulla Nuova Via della Seta, un maxi progetto che coinvolge Cina, Vienam e Myanmar.
In una sala gremita di imprese, sono intervenuti, oltre a Lido Legnini Presidente del Centro Estero Abruzzo e Mauro Febbo, Assessore alle attività produttive, Myint Naung, Ambasciatore della Repubblica dell’Unione del Myanmar in Italia, Nguyen Duc Thanh, Consigliere Commerciale d’Ambasciata per il Vietnam e Carlo D’Andrea, Vice Presidente dell’Unione Europea in Cina.
Lido Legnini: “Con la Regione Abruzzo stiamo mettendo in piedi diverse iniziative con la vocazione per l’internazionalizzazione. Tra queste, a livello nazionale, rientra la partecipazione alla “Nuova Via della Seta” per la connessione infrastrutturale di 3 continenti del valore di oltre mille miliardi di dollari e che, oggi, conta 152 paesi. Le tre economie di Cina, Vietnam e Myanmar valgono insieme 14 miliardi di euro: a fare da padrone la Cina che vedrà, in un futuro molto prossimo, l’abbattimento del ben 95% dei dazi doganali aprendo ulteriori prospettive all’Italia. L’incontro di oggi rappresenta il primo step per un’iniziativa più ampia che coinvolgerà, a novembre, le aziende abruzzesi del food and beverage”. 
E quando si parla di export, verso la Cina e non solo, il settore trainante è, sicuramente, rappresentato dall’agroalimentare. Viaggiano alla grande aziende come la De Cecco, presente in ogni angolo di Shangai come sottolinea Carlo D’Andrea, e la Valagro che è, invece, leader nella produzione e commercializzazione di biostimolanti e specialità nutrizionali. Altri settori in forte ascesa sono: l’automotive, la farmaceutica (che in generale registra una crescita delle esportazioni del 42%), il fashion. Anche il green mostra delle aperture non indifferenti, tenuto conto che, come ha sottolineato D’Andrea, la leadership cinese intende migliorare la propria produzione.
La Regione, partner fondamentale del Centro Estero per la realizzazione, come dichiarato da Legnini, di un servizio univoco ed efficiente per l’internazionalizzazione delle imprese, era oggi rappresentata dall’Assessore Mauro Febbo. “Con il progetto Export 2.0, l’Abruzzo ha fatto passi da gigante, soprattutto nel settore del’auto motive e del farmaceutico. L’obiettivo congiunto dovrebbe essere quello di intercettare nuove ed interessanti iniziative, promosse dall’Ice, e che abbiano a cuore la formazione delle imprese”. 
Oltre la Cina, sono importanti per il mercato italiano il Myanmar ed il Vietnam: verso il primo paese, l’Italia segna un export di 270 milioni di euro, consistente soprattutto in macchinari; 400 i milioni che viaggiano verso il Vietnam, basati anche qui su macchinari e pellame; 13 miliardi di euro i movimenti invece verso la Cina. Numeri, quelli del Vietnam e del Myanmar che sono destinati a crescere: quest’ultimo rappresenta il naturale sbocco cinese verso l’Europa e gli Stati Uniti. 

 

FOCUS PAESI
CINA – A marzo il Governo Italiano ha formalizzato 29 accordi bilaterali con la Cina del valore di almeno 7 miliardi di euro legati al progetto “One Belt, One Road (la Nuova Via della Seta)” ed è il primo Paese del G7 ad averlo fatto.

VIETNAM - Dal 2018 è in vigore un accordo di libero scambio (Free Trade Agreement – FTA) tra l’Unione Europea ed il Vietnam che determinerà l’abolizione graduale del 99% dei dazi doganali in dieci anni, con un primo azzeramento del 65% delle dazi già attuato al momento della firma dell’accordo. Rientrano in questa prima quota i prodotti tessili e gran parte dei prodotti chimici, mentre vini e bevande alcoliche, prodotti farmaceutici e componenti per automobili saranno gradualmente detassate entro il 2025. Le imprese dell’Unione Europea possono, inoltre, accedere al mercato degli appalti pubblici ed è incentivato l’investimento bilaterale in settori chiave come quelli degli alimenti, dei concimi e dei materiali da costruzione.
MYANMAR – La Birmania importa dall’Italia principalmente motori e componenti meccanici (27%) oltre che tessuti e pellame (19%) mentre il comparto alimentare vale circa il 2,5% del totale. L’Unione Europa sta prodigando grandi sforzi per aprire un dialogo con il Myanmar in favore della tutela dei diritti umani e l’embargo sulla vendita di armi imposto dall’UE deve essere inteso in tal senso.

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