“Dopo quattro anni e mezzo di amministrazione, la giunta Alessandrini commissiona il secondo studio per verificare la stabilità delle piante cittadine, e intanto lecci, pini e palme continuano a venire giù come birilli. È evidente che ‘osservare’ i nostri alberi non è più sufficiente, e che piuttosto occorre passare alle azioni concrete per salvare il nostro patrimonio arboreo chiamando a raccolta tutte le migliori forze e professionisti per un piano di intervento rapido ed efficace. Per tale ragione chiedo formalmente al sindaco Alessandrini l’apertura di un Tavolo istituzionale, che veda la presenza della Asl, delle Organizzazioni di settore e dei responsabili Fitosanitari, oltre che di esponenti di maggioranza e opposizione, per passare alla pianificazione reale delle opere da eseguire”.
È la proposta lanciata dal Capogruppo di Forza Italia Marcello Antonelli in riferimento ai trattamenti inerenti il patrimonio arboreo di Pescara.
“Appena sabato scorso – ha ricordato il Capogruppo Antonelli – l’assessore al verde Marchegiani ha avvisato che nella nostra pineta ci sarebbero addirittura 400 piante a rischio crollo su cui è partita l’ennesima verifica, con la Riserva che nel frattempo è chiusa al pubblico da oltre un mese. Se l’ipotesi di pericolo venisse confermata, dovremmo attenderci, peraltro, una ghigliottina collettiva di un patrimonio inestimabile e insostituibile. Oggi l’assessore ai Lavori pubblici Blasioli ha annunciato l’ennesimo incarico, per l’ennesimo studio commissionato per osservare la stabilità di altri 1.075 alberi disposti lungo le vie cittadine. Fra l’altro, a leggere le strade attenzionate, come via Scarfoglio viale Kennedy o via Regina Margherita, sono le stesse piante già oggetto del precedente studio commissionato dall’ex assessore Di Pietro che aveva decretato l’abbattimento di oltre un centinaio di alberi scatenando la rivolta delle Associazioni ambientaliste. Oggi ci chiediamo come mai l’assessore Blasioli abbia affidato un nuovo studio, di fatto rinnegando la validità della prima indagine. E nel frattempo che la giunta Alessandrini ‘osserva’ le piante cittadine, le stesse continuano a cadere in maniera forsennata. È evidente che è giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti, magari anche copiando l’esperienza di altre cittadine a noi vicine, come Roseto, Giulianova o San Benedetto del Tronto. Se, come ha ammesso il responsabile comunale del verde, molte piante rischiano di crollare perché colpite da funghi o malattie, è possibile intervenire con costi irrisori e in modo rapido: su pini e lecci le tecniche odierne consentono di effettuare l’endoterapia, due trattamenti l’anno, pari a 50 euro per ciascuna pianta, e una potatura l’anno, per 60 euro a pianta, ovvero salvare ogni albero, oggi malato, di Pescara costerebbe all’amministrazione appena 110 euro l’anno, molto meno che abbatterlo e ripiantumarlo. Pescara oggi rischia di perdere tutto il patrimonio di palme che altrove stanno salvando con 3 o 4 trattamenti l’anno, per un costo di 150 euro l’anno per ciascuna pianta. A Pescara – ha proseguito il Capogruppo Antonelli – stiamo invece assistendo a una vera resa incondizionata, la giunta Alessandrini ha alzato bandiera bianca, non si interviene sugli alberi malati e ci si limita ad attendere che muoiano per abbatterli, procedura francamente inaccettabile. A questo punto, possiamo anche comprendere le difficoltà di gestione della struttura tecnica interna, ma anziché continuare a erogare incarichi di ‘osservazione’ delle piante, sarebbe molto più economico e opportuno istituire un Tavolo di concertazione istituzionale che riunisca le migliori competenze del settore fitosanitario per programmare ed effettuare in modo puntuale interventi di cura e salvataggio che hanno già dimostrato altrove la propria efficacia, coinvolgendo la parte tecnica e politica, anche attraverso la Commissione consiliare ambiente. Chiaramente ci attendiamo una risposta tempestiva da parte dell’amministrazione Alessandrini perché è evidente – ha detto il Capogruppo Antonelli – che non intendiamo attendere altri 110 giorni con le mani in mano per arrivare a marzo e limitarci a leggere l’elenco di 400 piante destinate a morire modificando completamente lo skyline e ambientale e l’habitat stesso della città”.