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Presentata oggi in Consiglio comunale la delibera sul Decreto Sviluppo

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“Il Decreto Sviluppo ci permetterà di promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate con presenza di tessuti edilizi disorganici, nonché di edifici a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione imponendo, come conditio sine qua non, lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. In altre parole il Decreto diventa uno strumento efficace per la valorizzazione e risanamento del tessuto urbano, dato che sarà il Consiglio comunale, organo sovrano, a stabilire i lotti di territorio in cui sarà possibile avvalersi di tale strumento. Oggi finalmente abbiamo presentato il documento in aula, per poi sospendere i lavori del Consiglio dinanzi alle 20 pregiudiziali presentate dalla minoranza. A questo punto riprenderemo la discussione mercoledì prossimo, 11 settembre, alle 16, utilizzando i giorni a disposizione per esaminare le pregiudiziali stesse”.

Lo ha detto l’assessore alla Gestione del Territorio Marcello Antonelli che stamane, durante la seduta del Consiglio comunale, ha presentato la delibera sul Decreto Sviluppo.

“La delibera di Consiglio – ha ricordato l’assessore Antonelli – fa seguito alla legge regionale del luglio 2011 nata innanzitutto dalla consapevolezza istituzionale di dover individuare misure utili per contrastare la crisi che oggi investe il settore dell’edilizia, una situazione di stallo in parte determinata dalla necessità di fermare il consumo indiscriminato del territorio avvenuto nel ventennio precedente, destinando a verde e servizi gli spazi liberi rimasti, ma dall’altro lato, senza dubbio, dalla crisi che più in generale ha investito il paese mettendo in difficoltà soprattutto le piccole e medie imprese. Il progetto ha preso inizio dal Decreto Sviluppo 106 del 2011, e in una parte del Decreto sono codificate le norme che permettono di ristrutturare, anche previo abbattimento e successiva ricostruzione dell’esistente, proprio per far ripartire l’edilizia, una misura che a Pescara potrebbe riguardare i vecchi opifici industriali e artigianali delle nostre periferie, che potrebbero lasciare spazio a palazzine a uso abitativo-residenziale. Dopo l’emanazione del Decreto Sviluppo molti Comuni sono rimasti congelati non avendo l’esatta contezza dell’applicazione della misura legislativa stessa. E nel frattempo nei mesi scorsi è sempre cresciuto l’allarme, soprattutto di sindacati e associazioni di categoria: duemila posti di lavori persi a Pescara negli ultimi due anni nel settore edilizio secondo la Cisl; addirittura 10mila i posti di lavoro persi nel 2011 secondo la Cgil sull’intero Abruzzo. Il cardine vincente del dispositivo è la certezza su quali sono le modalità e i criteri da seguire per ristrutturare partendo dalla vecchia edilizia industriale e artigianale che ha smesso di svolgere la propria funzione, dunque riutilizzando l’esistente senza incrementare il consumo del territorio e prevedendo in tal senso una minima premialità. Tale procedura garantisce anche la riqualificazione del territorio con l’eliminazione delle strutture di degrado, e fornisce anche al Consiglio comunale i criteri da seguire per concedere eventuali cambi di destinazione d’uso. Non solo: come previsto nel Decreto, tutti i cambi di destinazione d’uso devono essere monetizzati, il che significa un nuovo flusso economico nelle casse dell’Ente pubblico ed è evidente che ogni cambio di destinazione d’uso dovrà  comunque passare all’esame del Consiglio comunale che manterrà il proprio ruolo di disciplina del territorio. L’amministrazione comunale di Pescara ha inteso accogliere benevolmente l’opportunità di avviare processi di riqualificazione di aree degradate e del patrimonio edilizio esistente mediante le misure incentivanti, contribuendo allo sviluppo economico del settore edilizio. E nei mesi scorsi abbiamo svolto decine di tavoli politici alla presenza della maggioranza dei rappresentanti dei gruppi consiliari, in cui sono state effettuate scelte condivise in ordine all’individuazione delle aree entro cui avvalersi degli incentivi, ovvero le sottozone di Conservazione e recupero (B2), completamento e recupero (B3), espansione e completamento di tipo estensivo, Nucleo industriale Asi, aree artigianali e industriali. Inoltre abbiamo incluso anche il Bacino imbrifero di via Di Sotto, ma esclusivamente per gli interventi non residenziali”. Contro la delibera la minoranza ha presentato circa 20 pregiudiziali, “che a questo punto riporteremo al Tavolo politico per verificarne l’entità – ha ripreso l’assessore Antonelli -, con una sospensione della seduta del Consiglio che riprenderà nel pomeriggio di mercoledì prossimo 11 settembre”.

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