Il M5s affila le armi per la dura battaglia che si prevede per il prossimo autunno in Consiglio comunale sul progetto di riqualificazione proposto dall'amministrazione di centro-sinistra sull'area di risulta di Pescara.
Un progetto con troppe lacune e poche pretese - commenta la consigliera M5s Enrica Sabatini - che per spendere i 12 milioni di euro del Masterplan regionale, finisce per spenderne 40 in più, rinunciando alla metà del verde previsto dal PRG e contraddicendo quello che questa stessa Amministrazione ha deciso di prevedere sulla mobilità .
Diverse sono state, infatti, le criticità elencate dal M5s nell'osservazione al comitato V.I.A. della Regione, presentata lo scorso 29 Agosto. I temi osservati riguardano l'ambito procedurale, quello legato alla carenza di documentazione (verifiche preventive dell'interesse archeologico, diagnosi energetiche dell'opera, opere compensative o di mitigazione dell'impatto ambientale e sociale), la gestione ambientale relativa allo stoccaggio temporaneo delle terre da scavo, la movimentazione del terreno con la relativa caratterizzazione degli inquinanti, l'avanzamento del fronte mobile dello scavo, insieme a tutti gli aspetti legati al traffico ed al trasporto pubblico.
Ci ha fatto sorridere in questi giorni - prosegue la consigliera M5s Erika Alessandrini - il botta e risposta tra gli esponenti del centrodestra locale e l'assessore Civitarese, che si è prodigato nel dare interpretazioni fantasiose per la definizione della nuova viabilità di progetto che, per l'assessore sarebbe una "strada di quartiere" come i tanti vicoli del centro cittadino. Per fortuna esiste il Codice della Strada che pensa a definire correttamente gli assi viari, e quello seminterrato previsto davanti alla stazione è, per caratteristiche funzionali e dimensionali, una "strada urbana di scorrimento" - art. 2 D.L. 285 del 1992 – e, proprio per la presenza di questa strada, il progetto dell'area di risulta deve obbligatoriamente essere sottoposto a VIA.
Per di più, il documento strategico votato dal Consiglio comunale lo scorso febbraio, per volontà dello stesso assessore, è divenuto indirizzo per il redigendo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.
In quel documento, e quindi sul Piano, il traffico di scorrimento, specie nelle direzioni nord-sud, viene allontanato dal centro cittadino e posto a monte del rilevato ferroviario, mentre in questo scellerato progetto si prevede che tutte quelle auto vadano ad incrociare il traffico lento del centro su via Silvio Pellico. Una follia in termini ambientali e strategici, un errore imperdonabile per chi governa la città e condanna per sempre il centro città a soffocare tra le auto, investendo ancora milioni di euro per inutili strade invece che per dotare tutta la città di una vera ciclopolitana, a cui sono destinati solo gli spiccioli del piano per le periferie>.
Le consigliere pentastellate inoltre criticano l'assoluta mancanza di scenari alternativi a quello proposto, con cui dimostrare davvero che questo sia, anche solo dal punto di vista ambientale, il progetto che produrrà gli effetti migliori, visto che si passa da circa 103.000 mq di verde, previsto dal PRG, ai 47.000 mq di ipotizzati nel progetto.
La valutazione ambientale allegata alla proposta - continua Erika Alessandrini - si riduce a dire che piantare qualche albero lì dove oggi c'è un'enorme gettata di cemento, certamente creerà un miglioramento ambientale. Ma questo è banalmente vero anche se di alberi ne piantassimo 1 solo. La riqualificazione dell'area di risulta deve rappresentare la condizione migliore per lo sviluppo dell'intera nostra città e per migliorare la qualità della vita di chi abita e circola per il centro. Ridurre le aree verdi previste a meno della metà , certo non rappresenta uno scenario allettante, specie se lo si fa per introdurre palazzine residenziali e inutili frammenti di commerciale, in un contesto in cui i negozi già presenti continuano ad essere messi a dura prova da una crisi economica che non accenna a finire.
Per volontà di questo centrosinistra, sia comunale che regionale, la pianificazione della principale città d'Abruzzo è stata sottratta agli urbanisti e al volere dei cittadini ed è stata regalata alle banche, sostituendo un vero progetto urbanistico con un piano finanziario, che in realtà produce un riduzione di entrata per le casse comunali di oltre 30 milioni di euro, con il vecchio pallino di dalfonsiana memoria di concedere ai privati lo sfruttamento dei parcheggi del centro cittadino.
Il Movimento 5 Stelle non rimarrà a guardare questo teatrino della vecchia politica e fornirà ai cittadini idee, strumenti e la concreta opportunità , prima che sia troppo tardi, di mandare "via" questi progetti scellerati insieme alla obsoleta classe politica pescarese di destra e di sinistra.