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Le subculture partitiche all'assalto della scuola laica e pluralista abruzzese

Il Liceo statale G. Marconi di Pescara sotto attacco

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Le istituzioni scolastiche autonome e le istituzioni culturali devono prendere atto che c'è un filo nero che unisce diverse epoche storiche tra loro; il filo nero dell'ignoranza, del dogmatismo, delle persecuzioni, dell'intolleranza, della discriminazione, delle violenze. Per evitare danni sociali ed essere attori determinanti del progresso civile non possono “voltarsi dall'altra parte”, devono prendere posizione rispetto all'aggressione ideologica e politica che il Liceo statale G. Marconi di Pescara ha subito in questi giorni nel suo libero esercizio – costituzionalmente fondato (come a suo tempo ha precisato la Corte costituzionale con la sentenza n° 203 del 1989, il principio di laicità, declinato negli articoli 2, 3, 7, 8, 19, e 22, rappresenta un principio “supremo” che non potrebbe essere eliminato neppure mediante il procedimento di revisione costituzionale) – formativo e culturale da parte di un esponente politico locale.

Per limitarsi ad un breve excursus storico, sono da ricordare come esempi del livore tipico dell'analfabetismo culturale del potere e dell'inciviltà politica le procedere criminali della “Santa Inquisizione” (operativa, come tale, dal XII-XIII al XIX secolo), il tribunale ecclesiastico incaricato di reprimere ed estirpare le “eresie”; del Novecento va rievocato l'altrettanto oppressivo e delinquenziale modo di fare, per un ventennio, dello Stato fascista – dal domicilio coatto alle torture e all'assassinio - nei riguardi delle minoranze e diversità etnico-religiose (al Manifesto sulla purezza della razza, pubblicato il 14 Luglio 1938, seguono le cosiddette Leggi razziali, promulgate tra il 5 Settembre 1938 e il 29 Giugno 1939), dei diversamente abili, degli oppositori politici, degli omosessuali. Oggi, l'avvento della società “aperta” multietnica mondiale che, irreversibilmente seppur tra laceranti contraddizioni, muta gli aspetti fondativi dell'organizzazione sociale a seguito di nuovi processi migratori e delinea come costitutivo della “cittadinanza” il pluralismo culturale e l'integrazione degli “altri” in una collettività e vissuti globali, riemergono miasmi del passato che maldestramente tentano d'attaccare una scuola statale “laica” quando, nella sue attività, non fa propria una morale di matrice religiosa e si ispira al principio pluralista.

La polifonia delle diversità, il multiculturalismo – come orizzonte storico -, alludendo alla “società dei diritti attuati”, porta anche dilemmi e rischi di regressione civile che neri relitti storici, disperatamente agonici, auspicano possano riportare indietro le lancette del tempo. La certezza antropologica delle “diversità” sembra mandare in confusione, come nel caso del riflesso condizionato dei cani di Pavlov alla vista del cibo contestualmente al suono del campanello, gli epigoni della “Santa Inquisizione” e del Fascismo. Quando hanno a che fare con le conoscenze scientifiche, i seguaci dell'anacronistico furore omofobico e tradizionalismo familistico amorale (rif. a Edward C. Banfield, The Moral Basis of a Backward Society, 1958) nulla d'alternativo possono usare che l'archeologia retorica e minacciosa di pensieri ed azioni, già battuta sul campo della lotta storico-politica, quali l'unilaterale apprezzamento sessista della vita di relazione, la discriminazione di ogni forma di libera manifestazione del Sé. Tale è la stigmatizzabile presa di posizione pubblica e “privata” a cui ci si riferisce [Profeta, FDI-AN senza peli sulla lingua. Il Liceo Marconi dia spiegazioni ai genitori], testimonianza, tra l'altro, d'una risibile ansia di protagonismo che induce l'autrice ad anteporre la sua appartenenza partitica all'essere madre ed al suo aver ricevuto una designazione a rappresentare i genitori nel Consiglio d'Istituto del Liceo statale G. Marconi di Pescara. Ignari, si argomentava in precedenza, – poiché ignoranti indottrinati – del fatto che la mente è sociale, in quanto nasce dall’interazione, dalla comunicazione con gli altri (di tutte/tutti gli altri) e dalla capacità di immedesimarsi con gli altri, guardando se stessi da quel punto di vista, la subcultura che veicola la discriminazione cerca di negare la realtà della “persona” e di nascondere, come può – poiché sprovveduta, priva di strumenti non ideologici e/o non partitici – il processo di costruzione dell’Altro generalizzato che siamo tutti noi autopercepiti come Io teorici, cioè l’intera gamma dei ruoli del gruppo sociale organizzato, in qualsiasi “forma” espressiva questi ruoli si manifestano. Va ricordato, con vana speranza d'essere compresi per evidente incapacità degli interlocutori polemici, che il Sé è sempre coinvolto in un’interazione immediata con gli altri (tutte/tutti gli altri): come il Sé ecologico si origina nella prima infanzia e compare quando il bambino è in grado di percepire lo svolgersi di una relazione intersoggettiva con chi si prende cura di lui, non necessariamente con una madre genitalmente definita.

L’obiettivo del Progetto M. I. U. R. formativo e culturale contro le discriminazioni, bullismo e cyberbullismo che ha prodotto l’iniziativa svolta il 6 Marzo 2017 presso l’Aula magna del Liceo statale G. Marconi di Pescara si pone come un robusto argine alla mentalità retrograda e discriminatoria rispettando l’orientamento europeo che da anni promuove, tra l’altro, l’introduzione delle problematiche della discriminazione sessuale nella programmazione interdisciplinare scolastica nell’intento di incoraggiare la tolleranza e la comprensione tra personale e studenti e sensibilizzare in merito all’esistenza di strutture familiari non tradizionali.

Questo genere di iniziative formative e culturali (di cui all’Avviso pubblico MIUR-DPO del 25 Novembre 2014) consente agli studenti – in un periodo di sviluppo adolescenziale e di transizione identitaria – di avere consapevolezza dell’importanza delle conoscenze (ad esempio, gli “studi di genere“) circa: 1) il principio di uguaglianza posto dalle norme costituzionali, ed in particolare l’art. 3 e l’art. 51, comma 1, ove è stabilito che “tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”; 2) la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) che, all’articolo 14, sancisce che “il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita o ogni altra condizione”; la Raccomandazione CM/Rec (2010) del Consiglio d’Europa rivolta agli Stati membri in merito alla necessità di misure volte a combattere la discriminazione fondata sull’identità di genere, adottata dal Comitato dei Ministri il 31 marzo 2010; 3) la L. 119 del 15 ottobre 2013, (in G.U./10/2013, n. 242) recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province” e, in particolare, l’articolo 5 sul Piano straordinario per la prevenzione e contrasto della violenza sessuale e di genere; 4) il D.L.gs 215 del 9 luglio 2013, mediante il quale è stata data attuazione alla Direttiva n. 2000/43 in materia di promozione della parità di trattamento e rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e l’origine etnica e con cui è stato istituito presso il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale (UNAR); l’Accordo di collaborazione (di cui all’art. 15 L. 241/90) tra il MIUR e il Dipartimento per le Pari Opportunità, siglato il 30 dicembre 2013, in cui le parti si impegnano a collaborare per la realizzazione e attuazione di tutte le attività connesse alle iniziative di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte agli studenti, ai genitori e ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, alla prevenzione di ogni forma di violenza e discriminazione, in attuazione del citato protocollo d’Intesa che prevede la “Settimana Nazionale contro la violenza e la discriminazione”; 5) il citato Accordo di collaborazione tra MIUR e Dipartimento per le pari opportunità, secondo il quale le parti si impegnano a promuovere, nell’ambito della “Settimana Nazionale”, presso le scuole di ogni ordine e grado di tutto il territorio nazionale, iniziative ed interventi volti a promuovere la cultura del rispetto, dei diritti e delle pari opportunità, nonché a prevenire e contrastare ogni forma di discriminazione sulla base del genere, della religione, della razza o dell’origine etnica, della disabilità, dell’età, dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.

Pertanto, l’iniziativa – come nel documento allegato alla Circ. n° 197 – Progetto contro la discriminazione bullismo e cyberbullismo del Liceo statale G. Marconi di Pescara che spiega le ragioni – si configura come efficace azioni di contrasto culturale all’oscurantismo, alle risorgenti velleità discriminatorie ed all’ignoranza che, a volte, è anche, in modo insolente, ideologicamente e politicamente orientata. Questi ultimi si configurano come censurabili atteggiamenti assunti da mondi retrivi che contrastano da sempre il riconoscimento dei diritti civili per le persone di diverso orientamento sessuale comprensivo della realtà LGBT, acronimo frequentemente utilizzato a livello internazionale per indicare gli aggettivi o sostantivi Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender. La giornata di formazione è stata ben condotta dalla Prof.ssa Lucia Caponera e dalla Psicologa Dott.ssa Elena Toffolo, entrambe referenti per la formazione e progetti con le scuole per conto dell’Associazione ARCILESBICA Associazione nazionale.

Simili iniziative informativo-formative ed eventuali correlati materiali didattici possono comprendere libri da condividere con i genitori, per contribuire a smontare stereotipi e spiegare la diversità sessuale, adozione nelle scuole di politiche anti-bullismo che comprendano espressamente l’omofobia e la transfobia, formazione degli insegnanti su come affrontare tali problematiche nell’insegnamento e formazione di insegnanti e consulenti scolastici su come trattare i casi di molestie omofobiche e transfobiche. Chi – a vario titolo – contrasta iniziative formative e culturali di questo tipo, nascondendosi impropriamente dietro la banale appartenenza partitica non essendo in grado di fare altro che “chiamare alle armi” i sodali, fomenta semplicemente arretratezza culturale sugli stereotipi di genere. L'ignoranza attrae ignoranza.

Prof. Giovanni Dursi - Docente M. I. U. R. di Filosofia e Scienze umane

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