“Il tempo è galantuomo e anche sul ‘caso’ di Pescaraporto è stato sufficiente attendere alcune settimane per far emergere chi aveva ragione e chi aveva torto: la competenza del pronunciamento sulla trasformazione della destinazione urbanistica delle aree sul lungomare sud spetta al Consiglio comunale. Tradotto: l’intera vicenda poteva chiudersi l’estate scorsa, se non fosse stato per un sindaco che, inspiegabilmente, oggi decide di portare la delibera, poi la corregge, poi la ripresenta, poi la ritira, infine decide di lasciare tutto nelle mani del Tar. A questo punto è evidente che non ci sono ulteriori scappatoie: la delibera deve arrivare subito in aula, anche se immaginiamo che la vicenda giudiziaria non si chiuda qui e che, probabilmente, ci sarà un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato”.
È il commento del capogruppo di Forza Italia Marcello Antonelli all’esito dell’udienza del Tar sulla vicenda urbanistica di ‘Pescaraporto’.
“Fa sorridere oggi leggere le dichiarazioni del sindaco Alessandrini, secondo il quale al Tar sarebbe ‘passata la sua linea’: evidentemente è una linea che ha tenuto segreta e che conosceva solo lui, visto che il Tar ha chiaramente rispedito al Consiglio comunale l’obbligo di pronunciarsi sulla destinazione urbanistica delle aree di Pescaraporto, accanto all’ex Cofa, e invece il sindaco quel pronunciamento sino a oggi non lo ha consentito – ha osservato il Capogruppo Antonelli -. Potevamo definire la vicenda mesi fa se la maggioranza non avesse inseguito improbabili pareri pubblici e privati che, per fortuna, il dirigente, a tempo quasi scaduto, ha però scelto di non seguire. Oggi il Tar ha semplicemente riconosciuto la correttezza della questione posta dall’opposizione di centro-destra, ovvero che è il Consiglio comunale a doversi pronunciare, un Consiglio che per tre mesi ha vissuto un balletto diretto da un sindaco che prima porta la delibera, poi la ritira, poi la riporta, poi la sospende, dimenticando e ignorando anche che comunque c’è un privato che aveva diritto ad avere semplicemente una risposta alla sua istanza, positiva o negativa che fosse, e che aveva il diritto a non dover sopportare i tempi biblici della pubblica amministrazione del Comune di Pescara. Tutto oggi lascia presagire che la vicenda giudiziaria avrà comunque un seguito al Consiglio di Stato, con l’augurio che non arrivi qualche manina a cambiare le regole dell’urbanistica, com’è accaduto per il comma 271 della legge di stabilità del 2015, che, com’è noto, fece tornare in vita il permesso di costruire rilasciato illegittimamente dal dirigente dell’epoca nel 2012, che il Tar aveva annullato. Ma a questo punto – ha aggiunto il capogruppo Antonelli – è chiaro che il sindaco Alessandrini non ha altra scelta se non quella di portare la delibera in Consiglio comunale, dando seguito a quanto disposto dal Tar e indipendentemente dall’eventuale ricorso al Consiglio di Stato, permettendo all’Assemblea di pronunciarsi, assumendosene tutta la responsabilità”.