Sono terminate ieri sera le autopsie sui corpi delle quattro vittime dell'esplosione nella fabbrica di fuochi pirotecnici di Villa Cipressi a Città Sant'Angelo. Nell'incidente sono morti il titolare dell'azienda, Mauro Di Giacomo, 45 anni, il figlio Alessio (22), il fratello Federico (50), e il nipote Roberto (39). In base ai primi riscontri, l'anatomopatologo Ildo Polidori ha stilato un rapporto che consegnerà stamattina al sostituto procuratore Annalisa Giusti in vista di un nuovo sopralluogo sul luogo della tragedia. I risultati delle autopsie, compresi gli esami istologici, saranno pronti non prima di 90 giorni. Sarà effettuato anche l'esame del Dna nonostante l'anatomopatologo abbia identificato con certezza tutte quattro le vittime, dopo avere recuperato, nell'ultimo sopralluogo, anche le parti dei corpi che erano mancanti. E' stato probabilmente il deposito giudiziario di botti illegali ad esplodere per primo nell'azienda dei fratelli Di Giacomo. Testimoni e prime ipotesi d'indagine confermano che l'incidente ha avuto origine non nella fabbrica Di Giacomo ma nella casamatta giudiziaria.
UN TESTIMONE: "LE ESPLOSIONI SONO STATE 2" - Sarebbero state 4 e non e 2 le esplosioni che hanno devastato l'azienda di fuochi d'artificio della famiglia Di Giacomo a Villa Cipressi. Lo riferisce il testimone oculare Francesco, coltivatore diretto che casualmente si trovava nei pressi del luogo dell'esplosione. "Dopo un primo scoppio consistente è venuta la seconda terribile esplosione che ha generato il fungo atomico", ha rivelato Francesco. Secondo il suo racconto dopo un quarto d'ora sono arrivati i soccorsi, e subito dopo c'e' stata una terza esplosione più contenuta. ''Il quarto scoppio e' avvenuto dopo circa mezz'ora dal primo ed è quello che ha ucciso Alessio Di Giacomo - continua Francesco - Noi vedevamo piccoli scoppi dal fabbricato, Carabinieri e vigili del fuoco che fuggivano e quindi un altro scoppio tremendo che ha disintegrato sia il fabbricato che altre costruzioni intorno. I Carabinieri, poi, mi hanno detto che Alessio, incurante del pericolo, andava proprio verso quella casamatta esplosa per ultima, nonostante l'avessero avvertito del pericolo. Era un bravo ragazzo - conclude Francesco - il genietto di casa che avrebbe preso in mano l'azienda da grande".
UN SUPERSTITE: "ECCO COME MI SONO SALVATO" - "Sono riuscito a mettermi in salvo. Zoppicavo. Ero con i miei due cugini. Siamo usciti all'esterno dopo il terzo scoppio. Alessio è corso verso la casamatta. Poi la quarta tremenda esplosione''. Racconta così gli attimi della tragedia di Villa Cipressi di Città Sant'Angelo, uno dei superstiti, Giordano Di Giacomo, 20 anni, ricoverato all'ospedale San Massimo di Penne. Per lui primo interrogatorio da parte della polizia giudiziaria.
LA SITUAZIONE DEI RICOVERATI - Sono scesi a sei i feriti ricoverati negli ospedali di Pescara e Penne, in seguito all'esplosione della fabbrica di fuochi di artificio avvenuta ieri a Villa Cipressi di Città Sant'Angelo. Come riferito all'ANSA dal Direttore medico dell'ospedale Santo Spirito di Pescara, Valterio Fortunato, i feriti sono trattati nei due nosocomi dall'altroieri, subito dopo l'esplosione. In rianimazione, a Pescara, si trovano un vigile del fuoco sottoposto a intervento chirurgico e un giovanissimo componente della famiglia Di Giacomo, proprietaria della fabbrica esplosa. È Gianmarco Di Giacomo, 17 anni, figlio del titolare Mauro. Nell'ospedale San Massimo di Penne sono ricoverate attualmente quattro persone: due vigili del fuoco (nel reparto Otorino per lesioni e trauma acustico), la decana della famiglia Di Giacomo, cioè una donna di 92 anni salvata nel suo letto dai soccorritori dopo le esplosioni, e Giordano Di Giacomo.