28 ottobre ultimo appuntamento del Premio Borsellino, presso l’Aula Magna dell’Istituto Alberghiero di Pescara per parlare ancora di legalità e di rispetto.
Due studenti hanno letto e recitato di una canzone chiamata i 100 passi che parla dell’obbligo che i giovani hanno, secondo i mafiosi, di sottostare ai voleri dei prepotenti.
Molti gli invitati che della legalità e del sociale ne hanno fatto uno scopo di vita:
Don Aniello Manganiello, parroco di Scampia impegnato nella lotta contro la camorra, fondatore dell’Associazione Ultimi;
Vittoria Barbalace con 10 rappresentanti del Comitato 7 Agosto formato da un gruppo di cittadini di San Ferdinando che porta avanti la protesta per il disastro ambientale causato dallo sversamento in mare di sostanze tossiche e cancerogene nel porto di Gioia Tauro;
Mario De Bonis autore del libro Eduardo visto da vicino;
Michele Corradino, magistrato, Commissario dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, autore del libro È normale, lo fanno tutti sulla normalizzazione dell’illegalità e sul costo sociale ed economico della corruzione;
Francesco Forgione, giornalista e scrittore impegnato contro la mafia, ex Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nazionale e Direttore della Fondazione Federico II istituita dall’Assemblea Regionale Siciliana per promuovere la cultura nell’isola;
Serena Cecconi, curatrice della mostra fotografica nazionale L’eredità di Falcone e Borsellino, allestita nell’aula magna della scuola, promossa dal MIUR e dall’ANSA, componente del Comitato Paritetico CSM-MIUR;
Leo Nodari e Gabriella Sperandio organizzatori del Premio Borsellino.
Alessandra Di Pietro, dirigente scolastica dell’IPSAR, ha aperto i lavori, ribadendo che:
…” possiamo dire con i nostri ragazzi, coinvolti in un’iniziativa straordinaria, che la legalità significa operare nel quotidiano, ovvero agire ogni giorno nel rispetto di se stessi e degli altri”.
Leo Nodari ha preso la parola parlando dell’importanza dei progetti che vengono fatti e realizzati al fine di rendere la legalità e la conoscenza dei fatti accaduti e, tra questi, quelli rivolti ai bambini perché è da loro che bisogna partire per preparare i ragazzi di domani.
La conoscenza degli avvenimenti tragici a volte può sembrare un fardello troppo pesante da dare ai bambini, ma un progetto realizzato presso una scuola materna italiana della quale fa parte Alice una bambina di 4 anni, che è stata protagonista di un cortometraggio realizzato con i suoi piccolo compagni, che ha testimoniato in sala, accompagnata dalla maestra, che attraverso il gioco si può conoscere la realtà dei tragici eventi prendendo ad esempio i personaggi e gli eroi dei loro gioco trasferendoli negli eroi Falcone e Borsellino morti tragicamente.
Ma Don Aniello, intervenendo, ha voluto precisare che non dobbiamo considerare eroi quelle persone che hanno fatto coscientemente una scelta lottando contro la mafia e per la legalità con la consapevolezza di mettere a rischio la propria vita.
I 10 giovani rappresentanti del Comitato 7 Agosto hanno parlato della lotta che stanno portando avanti per far si che il territorio possa essere recuperato alla natura per mostrare la grande bellezza che rappresenta, “potremmo vivere di turismo”, ha detto uno dei giovani, ma sarà molto difficile convertire il danno ambientale che è stato prodotto da chi, per raggiungere obiettivi economici e di potere, ha distrutto la terra propria e dei propri figli.
Un intervallo di cultura e di ricordo è stato creato da Mario De Bonis autore del libro Edoardo visto da vicino, che ha parlato del suo grande amore per Eduardo De Filippo narrando una sua poesia scritta 50 anni prima, dedicata ai giovani, e leggendo un monologo che lo stesso aveva fatto per invogliare le persone a votare nel 17/4/1948, tutto quanto mai attuale.
Francesco Forgione, è intervenuto parlando di quanto è difficile sradicare la camorra e la ‘ndrangheta perché collusa sia con i politici locali sia con quelli nazionali. Forgione ha anche fatto i nomi delle famiglie dei malavitosi locali perché, ha detto che bisogna avere il coraggio di riconoscerli e farli conoscere perché solo così si può pensare di sconfiggerli.
Michele Corradino, magistrato, Commissario dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, autore del libro È normale, lo fanno tutti sulla normalizzazione dell’illegalità e sul costo sociale ed economico della corruzione ha parlato della necessità che la legalità si normalizzi e che anche una piccola corruzione rappresentata da un piccolo piacere può innescare la corruzione.
La corruzione diventa, se non debellata subito, un modo di vivere “normale” e tutto sembra giusto.
Corradino, si è rivolto in particolare ai giovani presenti proprio per invitarli a non cadere nel tranello della facilità che si ottiene con il “piacere” fatto da un amico a volte anche a discapito di altri.
Bisogna dunque rifuggire dalla normalità del malaffare, della corruzione, del piacere che poi vincola alla restituzione e aumenta il potere dei corrotti.
In questa quarta giornata, molte le premiazioni che sono state fatte ai relatori presenti per il lavoro svolto contro il malaffare e la corruzione e per l’impegno profuso a favore della legalità e della riuscita della realizzazione della vita sociale con l’obiettivo del rispetto e dell’amore.
Anche Alessandra Di Pietro ha avuto dalle mani della Presidente Gabriella Sperandio, una targa ricordo del premio Borsellino per il grande lavoro fatto per promuovere e organizzare le giornate della manifestazione.
Un gruppo di studenti ha concluso la mattina leggendo alcuni pensieri che hanno stampato e poi donato in ricordo a Don Aniello Manganiello.
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