25 ottobre 2016, alle ore 11, presso l’Aula Magna dell’Istituto Alberghiero Ipssar De Cecco di Pescara, è stata inaugurata la Mostra Fotografica L’Eredità di Falcone e Borsellino, promossa nell’ambito della 21a Edizione del Premio Nazionale ‘Paolo Borsellino.
La Mostra Nazionale, itinerante, promossa dal MIUR e dall’Agenzia Ansa, è costituita da 150 scatti fotografici, allestiti su circa 30 pannelli bifacciali, che l’Istituto Alberghiero De Cecco di Pescara ha allestito per la Regione Abruzzo, che raccontano attraverso le immagini la storia di Falcone e Borsellino, uomini che hanno condotto la guerra contro la mafia e contro la criminalità organizzata. La mostra è aperta alle scuole e a tutti coloro che la volessero visitare e resterà allestita sino al 29 ottobre.
A questo terzo appuntamento, coordinato dalla Dirigente dell’Istituto Alberghiero Alessandra Di Pietro, hanno partecipato, la Presidente del Premio Borsellino, Gabriella Sperandio, il fondatore del Premio Leo Nodari, la Sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Ernesto Pellecchia, il Presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco e il sindaco di Pescara Marco Alessandrini.
La sala era gremita di studenti, che come al solito hanno mostrato tutto il loro entusiasmo e la loro professionalità, accompagnati dai loro insegnanti.
Tra i presenti Antonella Manganelli del MIUR, una folta rappresentanza della Guardia Costiera, Gemma Andreini presidente della CPO della Ragione Abruzzo, Il presidente del Rotary Club Pescara, associazioni: Italia Nostra, FAI, Lega Italiana Lotta ai Tumori, la dirigente Angela Rapicavoli dell’ufficio scolastico regionale, e tante altre personalità della scuola.
Ha aperto i lavori la Dirigente Scolastica, padrona di casa, Alessandra Di Pietro che ha voluto ribadire che la giornata commemorativa:
“È un momento importante per affrontare il tema della legalità, grazie alla Presidente Gabriella Sperandio, Neo Nodari, cuore e d anima del premio Borsellino, grazie agli studenti. Questo è un giorno importante come Scuola Abruzzese come parte viva del Premio e per il rispetto delle regole che è sentito profondamente. La cultura della legalità non si fa nelle carceri o nei tribunali, ma a scuola dove si affermano i valori del rispetto per se stessi e per gli altri. I valori non sono parole e come scuola dobbiamo la responsabilità di insegnarli ed il senso del Premio è il valore delle regole che passa attraverso le testimonianze”
Leo Rodari ha voluto ringraziare tutti e ribadire che:
“Da 24 anni questo Premio vuole ricordare due persone, Falcone e Borsellino ed il protocollo d’intesa che è stato stipulato con il MIUR. Dopo 24 anni le immagini hanno ancora tanto da dire ed è importante per i giovani che ci siano persone che ricordino gli eventi, il 21 marzo di ogni anno vengono letti i nomi delle 630 persone che sono morte per un ideale e per il rispetto delle regole e della legalità”.
La sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli, ha anche lei parlato dell’importanza del premio e della giornata:
“Il Governo è fortemente impegnato nella lotta contro la mafia e la criminalità organizzata, abbiamo lanciato gli Stati Generali, le nostre Forze dell’Ordine sono concentrate sul sequestro e la confisca del patrimonio di tali organizzazioni. Ma la vera sfida si gioca nella scuola, dov’è possibile una rivoluzione culturale, dov’è possibile e facile eliminare quella scorza che fa apparire i nostri ragazzi come apatici, basta poco per farli appassionare e per far conoscere loro l’esempio di chi ha dato la vita per lo Stato”.
Il Direttore dell’Ufficio Scolastico regionale Ernesto Pellecchia ha salutato i presenti ed detto che:
“In questi giorni abbiamo rivissuto i fulgidi esempi di quei servitori dello Stato che nell’espletamento del proprio dovere hanno messo in gioco la loro vita e l’hanno sacrificata non arretrando di un passo. Il loro ricordo nelle scuole è fondamentale come elemento di trasmissione dei principi della legalità, e lo aveva capito anche il Generale Dalla Chiesa che nei suoi 100 giorni da Prefetto si adoperò nel sociale, tra le famiglie, parlando agli studenti, perché sapeva che quella era la strategia giusta per arginare il fenomeno mafioso, per smuovere le coscienze, e infatti entrò subito nel mirino della mafia e a 3 mesi dal suo insediamento perse la vita con la moglie e con gli uomini della sua scorta”
Ha chiuso le comunicazioni il sindaco Alessandrini, figlio del giudice Emilio Alessandrini ucciso a Milano negli anni del terrorismo che ha detto:
“Il Premio Borsellino non mi è mai neutro, ricordo la data del 23 maggio 1992, era un sabato, e sulla strada che dall’aeroporto di Palermo porta a Punta Raisi hanno fatto saltare in aria il giudice Falcone con la moglie e 3 agenti della scorta. Il 19 luglio, poche settimane dopo, in via D’Amelio il giudice Borsellino, colui che ne aveva idealmente raccolto la staffetta, fece la stessa fine. Ricordo le telefonate di mia nonna in lacrime, sono passati 24 anni e la coscienza civile del Paese ha portato il suo doveroso tributo di gratitudine ai due eroi borghesi. Falcone e Borsellino ci restituiscono un pezzo drammatico della storia d’Italia, il senso della brutale violenza di Cosa Nostra, che ci fece ripiombare al 6 gennaio 1980 quando il presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella venne ucciso sotto casa e morì tra le braccia dell’attuale Presidente della Repubblica Mattarella. E allora è importante la prevenzione e il senso del Premio stesso è nell’ideale staffetta generazionale per raccontare a chi non c’era cos’è successo in questo Paese”.
La manifestazione si è chiusa con una performance musicale di due docenti dell’IPSAR e la lettura di un discorso di Borsellino fatta del docente Edoardo Oliva, ed i saluti della Presidente del Premio Gabriella Sperandio e di Oscar Buonamano.