"Non ho mai preso tangenti". E' stata questa la difesa del presidente dell'ACA (Azienda Comprensoriale Acquedottistica), Ezio Di Cristofaro, agli arresti domiciliari dal 17 luglio scorso nell'ambito dell'operazione "Shining light"su presunte tangenti e appalti.
Ieri l'interrogatorio davanti al gip del tribunale di Pescara Luca De Ninis e' durato circa un'ora. Il suo legale, l'avvocato Sergio Della Rocca, ha detto che presentera' una memoria e alcuni documenti. Oltre al presidente dell'Aca sono state interrogate anche le altre cinque persone finite ai domiciliari.
Si tratta dell'ex amministratore unico dell'Ater di Chieti Marcello Lancia; del dirigente dell'Ater di Chieti Ernesto Marasco; del geometra dell'Ater di Chieti Alessandro Faraone; del geometra del settore Lavori Pubblici del Comune di Montesilvano Salvatore Tasso e del tenente colonnello dell'esercito William Basciano. Lancia, che subito dopo l'arresto si e' dimesso dal suo ruolo, si e' avvalso della facolta' di non rispondere.
Da parte sua, Marasco ha ammesso delle responsabilita' relativamente al sistema di gestione delle gare d'appalto, ma ha respinto l'accusa di corruzione. Marasco, difeso dall'avvocato Marco Femminella, sara' interrogato oggi anche dal pm. Ha respinto le accuse anche Faraone. Il suo legale, l'avvocato Giacomo Cecchinelli, ha detto che presentera' istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare.
Davanti al gip e' comparso poi Salvatore Tasso, che ha annunciato al giudice le sue dimissioni da Responsabile unico del procedimento (Rup). Il suo legale, l'avvocato Ugo Di Silvestre, ha detto che presentera' istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare.
Infine anche il tenente colonnello Basciano ha respinto le accuse. La parte dell'inchiesta relativa all'Ater di Chieti sara' trasferita per competenza alla procura teatina. La vicenda conta in totale dodici indagati che devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, concussione, turbata liberta' degli incanti, falso e truffa.