Se l'inefficienza, i ritardi, gli errori non producono morti, non sono notiziabili.
Se invece un analogo ritardo negli investimenti, come in Puglia, determina morti, allora bandiere a mezz'asta e commozione generale.
Ma se la causa dei morti è determinata dal ritardo nell'implementazione degli investimenti, tutte le analoghe situazioni dovrebbero meritare la nostra indignazione.
Consideriamo il tratto di linea ferroviaria adriatica Termoli- Chieti: sono 17 chilometri a semplice binario. Sono gli unici a semplice binario di tutta la linea Bologna-Bari. Da circa 30 anni ci sono i finanziamenti per realizzare il raddoppio; ma qualcuno tra Termoli e Chieuti da 30 anni impedisce che le risorse economiche disponibili possano essere utilizzate per realizzare il raddoppio.
Sarà la “democrazia”, ma quando le comunità locali ne approfittano per mettere in crisi “interessi generali”, mettono in crisi proprio la democrazia.
Oppure consideriamo i comportamenti che producono “soltanto” danni economici.
La stazione ferroviaria di Pescara esiste da circa 30 anni. Costruita con i soldi di noi tutti, è stata poi consegnata dalla politica a “Centostazioni” perché la valorizzasse.
Ma anziché valorizzare i 20.000 metri quadrati di locali, si assiste ad un loro continuo degrado.
Solo 2.000 dei 20.000 metri quadrati di locali sono effettivamente utilizzati, gli altri possono andare tranquillamente in rovina.
I Dirigenti di “Centostazioni” stanno dilapidando un bene pubblico, senza che la politica abbia niente da dire.
Quando si tratta di nominare quelli che saranno stipendiati per gestire il bene pubblico, allora la politica non si tira indietro. Quando invece si tratta di censurare, rimuovere, punire quei Dirigenti incapaci di dirigere, la politica si ferma, solo perché è responsabile di quelle nomine.
C'è una pericolosa simbiosi tra classe politica e classe Dirigente:
solo sottraendo al clientelismo politico la funzione di garantire l'ascensore sociale sarà possibile dare una speranza al nostro Paese.