“Riporteremo la questione del sansificio di Pescara in Commissione Ambiente e Lavori pubblici, chiedendo che sia la stessa Commissione a effettuare un accesso agli atti per la verifica di tutte le autorizzazioni in possesso dell’azienda, soprattutto sotto il profilo sanitario, e capire come intervenire in modo tempestivo a tutela dei residenti della zona ovest di Pescara. Non è possibile che un’azienda tenga in ostaggio un quartiere intero, il ricatto sui posti di lavoro a rischio non può essere tollerato sulla pelle dei cittadini che il sindaco Alessandrini ha il dovere di proteggere, come prima autorità sanitaria della città. All’azienda chiediamo di fermare prima del 15 giugno la lavorazione della sansa anticipando la chiusura della struttura, ma sicuramente non è pensabile che a ottobre, con la nuova stagione di raccolta delle olive, si ricominci con i miasmi e i fumi che di notte rendono irrespirabile l’aria a Pescara”.
A dirlo è stato il vicecapogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara Vincenzo D’Incecco.
“Sulla vicenda del sansificio stiamo purtroppo pagando il colpevole ritardo della giunta Alessandrini che non è capace neanche di far rispettare le minime norme di legge a tutela della collettività – ha sottolineato il vicecapogruppo D’Incecco -. Siamo partiti a febbraio scorso quando, a fronte delle denunce dei cittadini, abbiamo portato la problematica in Commissione scontrandoci contro le bugie della giunta comunale che, dinanzi alla nostra richiesta di emettere un’ordinanza per la chiusura della struttura, ha sostenuto per mesi che il sindaco non aveva potere d’intervento. E invece non era così, e infatti ad aprile lo stesso sindaco, autosmentendosi, ha firmato l’ordinanza di sospensione delle attività da parte del sansificio in virtù della legge 267 del 2000. Ovviamente la proprietà del sansificio ha intrapreso la strada giudiziaria, impugnando dinanzi al Tar il dispositivo, ottenendo una sospensiva, e di fatto riattivando l’azienda. Ma un sindaco vero non può incrociare le braccia, fare spallucce, e costringere i cittadini a sopportare quei miasmi in attesa che il Tar si pronunci nel merito. Né l’azienda può tenere sotto scacco una città intera minacciando licenziamenti per colpevolizzare l’intero territorio e costringere tutti a sopportare una situazione che evidentemente ha delle problematiche di tipo sanitario. I miasmi ci sono, sono evidentemente tangibili a chiunque di notte si trovi a girare per Pescara. Non solo: in via Raiale, fino all’ospedale civile di Pescara, si estendono le lingue di fumo biancastro che escono dal sansificio, fumi di cui non conosciamo la natura né l’eventuale pericolosità per la salute umana. Ed è evidente che non c’è Tribunale amministrativo che possa condannare una città a sopportare tale condizione. A questo punto, dinanzi all’inerzia del sindaco-fantasma Alessandrini, riporteremo la vicenda in Commissione Ambiente e Lavori pubblici, chiedendo anche la convocazione dei titolari del sansificio per un confronto aperto sul problema sanitario, e prevedendo anche la presenza dei cittadini residenti che si sono fatti promotori di una petizione. Alla Commissione chiediamo di fare un accesso a tutti gli atti che oggi consentono l’esercizio del sansificio, verificando soprattutto le autorizzazioni sanitarie e i documenti in possesso dell’azienda. Dobbiamo capire cosa sta accadendo in quell’azienda, che continua a sostenere di utilizzare sistemi di filtraggio degli odori prodotti, ma che evidentemente non funzionano se l’olezzo prodotto nel sansificio rende l’aria di Pescara irrespirabile. Entro quindici giorni dovremo raccogliere tutti i documenti necessari, un lavoro fondamentale perché non è pensabile che a ottobre, con la nuova stagione di raccolta delle olive, l’azienda ricominci a lavorare la sansa ripiombando la città nei miasmi insopportabili. Ricordo al sindaco Alessandrini – ha sottolineato ancora il vicecapogruppo D’Incecco – che la precedente giunta di centro-destra è riuscita a liberare Pescara dall’inquinamento prodotto dal cementificio di via Raiale, un’impresa in cui tutti prima avevano fallito, compreso il sindaco D’Alfonso. È assurdo che oggi lui non riesca a imporre al sansificio non la chiusura, ma di lavorare rispettando le norme a tutela della salute pubblica”.