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Le idee dei giovani pescaresi sul terrorismo e sul dramma migratorio

Le posizioni in merito della Sezione di Pescara della Gioventù Federalista Europea

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La Gioventù Federalista Europea è la sezione giovanile (riservata agli iscritti dai 14 ai 29 anni di età) del Movimento Federalista Europeo, movimento politico apartitico fondato nel 1943 da Altiero Spinelli, autore principale del "Manifesto di Ventotene".

Anche a Pescara esiste una Sezione della GFE, un gruppo di giovani che tentano ogni giorno di fare la propria - piccola, ma importante - parte per costruire, a maggior ragione in questi giorni difficili, un'Europa migliore. Questo il loro pensiero sui recenti, drammatici fatti d'attualità.

PREMESSA: In queste ore difficili per l'Europa, desideriamo esprimere le più sincere condoglianze alle famiglie delle vittime degli attentati che in questi giorni hanno scosso Bruxelles, così come ai cari delle studentesse Erasmus giunte in Spagna per sognare nuovi orizzonti ed invece tradite da un destino crudele. La nostra Sezione intende altresì esprimere tutto il proprio dolore per la sorte dei 496 (INTERNATIONAL ORGANIZATION FOR MIGRATION, Missing Migrants Project data, 2016. Dati dettagliati reperibili al link: www.missingmigrants.iom.int/mediterranean) uomini, donne e bambini che, spinti ad attraversare il Mediterraneo dalla guerra e dal sogno di una vita migliore in Europa, vi hanno invece trovato la morte in questo 2016.

1. LOTTA AL TERRORISMO INTERNAZIONALE

Il terrore jihadista ha colpito al cuore Bruxelles, cuore dell'Europa Unita. Quest'ultima non è finora riuscita a sviluppare una risposta all'altezza della complessità della crisi in corso, la quale richiede invece una strategia comune: se finora la sicurezza era rimasta in larga parte dominio dei singoli Stati membri è ormai chiaro che, se la dimensione delle minacce è divenuta continentale, anche le risposte devono diventare europee. A tale scopo, la Sezione di Pescara della Gioventù Federalista Europea propone:

• Un' Intelligence Europea per coordinare i servizi degli Stati membri e favorire gli scambi di informazioni tra gli stessi, attraverso banche dati comuni ed altri strumenti.

• Politiche sociali inclusive, volte a favorire la piena integrazione degli immigrati di prima e seconda generazione, i quali rappresentano una ricchezza per ogni società plurale e che, al contrario, subiscono spesso una vera ghettizzazione economica, sociale e culturale.

• Rifiutare la logica dello scontro cara al DAESH ed ai partiti xenofobi nostrani e costruire una società realmente aperta e multiculturale ad ogni livello: dalle scuole alle università, dal sociale al mondo del lavoro. Ribadiamo oggi più che mai che l'Europa è una comunità di destino, e che sopravviverà solo se “unita nella diversità”.

• Un duraturo ritorno alla Pace in Siria, Iraq e Libia non potrà mai avvenire senza rispettare il Diritto Internazionale ed i differenti gruppi etnici presenti sul territorio.  

• Neanche la lotta al terrorismo può giustificare, come avvenuto in Francia nel 2015, la sospensione di diritti fondamentali spettanti a qualsiasi essere umano, cittadino UE o meno. La nostra Sezione rigetta qualsiasi sospensione o violazione della Carta Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) e della Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE (c.d. “Carta di Nizza”), atti incompatibili con i valori fondanti l'Europa Unita e lo Stato di diritto.

• L'attuazione di una Politica Estera e di Sicurezza Comune realmente comune, non subordinata ai 28 diversi interessi nazionali degli Stati membri e finalmente indirizzata al perseguimento dell'interesse comune di tutti i cittadini europei appare più urgente che mai. Solo una Federazione Europea dotata di istituzioni democratiche e di una politica estera comune potrà evitare l'irrilevanza geopolitica nel mondo multipolare del XXI secolo. 
• L'Europa deve recuperare la cultura dei diritti umani che le era propria e farne il cardine di qualsiasi politica, tanto interna quanto estera.

2. IL DRAMMA UMANITARIO DELL'IMMIGRAZIONE E L'ACCORDO UE-TURCHIA

La Sezione di Pescara della Gioventù Federalista Europea esprime dolore, rabbia e indignazione di fronte al protrarsi del dramma che i profughi provenienti da teatri di guerra o povertà vivono da anni alle frontiere esterne europee. Nel solo 2015, oltre 3771 esseri umani hanno perso la vita nel Mediterraneo, tentando di raggiungere l'Europa, mentre quasi 500 vi hanno trovato la morte nei primi 3 mesi del 2016. Chi è sopravvissuto al viaggio ha invece passato questo gelido inverno nel fango di campi di fortuna come quello allestito a Idomeni, nella vana attesa di accoglienza da parte di un'Europa paralizzata da un Consiglio Europeo interessato più ai sondaggi nazionali che alle politiche umanitarie.

Tutto questo è inaccettabile. Di seguito, le posizioni in materia della GFE Pescara:

• Ripudiamo la politica insensibile con la quale i governi nazionali e le istituzioni europee hanno chiuso le porte a persone fuggite da guerra e povertà, condannando altresì la recente decisione della Polonia di non collaborare col piano della Commissione volto a redistribuire i rifugiati già accolti dal Sud Europa nell'intero territorio dell'Unione.

• Riteniamo illegittimo l'accordo tra Unione Europea e Turchia volto a permettere il trasferimento massivo di migranti e rifugiati dalla prima alla seconda. Le espulsioni collettive sono infatti vietate dall'art. 19 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e dall'art. 4 del Protocollo No. 4 allegato alla Carta Europea dei Diritti dell'Uomo, norme sovraordinate agli accordi internazionali stipulati dall'Unione. Ai rifugiati giunti nel territorio o nelle acque di uno Stato europeo non potrà pertanto legittimamente negarsi il diritto a presentare domanda di asilo. Lo stesso art. 19 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione e l'art. 33 della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati sanciscono il divieto di espulsione o respingimento di un rifugiato verso uno Stato dove questo non sia al sicuro. Ricordiamo che la Turchia non ha finora voluto applicare la Convenzione di Ginevra ai cittadini di Paesi non europei e che, mentre la Commissione Europea sembra ritenere sufficiente l'impegno di Ankara a garantire ai rifugiati un trattamento equivalente a quello sancito dalla Convenzione, dall'altro lato più d'una ONG ha denunciato casi di maltrattamento verso di essi da parte delle autorità turche. Troviamo inconcepibile, inoltre, l'assenza nell'accordo di qualsivoglia meccanismo volto a monitorare il rispetto di tali impegni (e dei diritti dei rifugiati) da parte delle autorità turche.

• Vogliamo un'Europa aperta e accogliente: a fronte di un'onnipresente propaganda nazionalista la realtà è che su un totale di oltre 8'000'000 di sfollati siriani, l'Europa ne ha accolto meno del 3% (~350'000, su una popolazione complessiva dell'Unione di 503'000'000 di abitanti). La Giordania ne ha accolti oltre 630'000, il Libano 1'000'000 e la Turchia 2'000'000: è davvero questo il massimo che noi Europei possiamo fare?

• Riteniamo insufficiente l'azione della missione “Triton” istituita dall'Agenzia Frontex. Tale missione appare carente dal punto di vista dei mezzi aeronavali coinvolti e nel trovare il proprio obiettivo prioritario non tanto nel salvataggio dei migranti (scopo primario, invece, della precedente operazione italiana “Mare Nostrum”), quanto piuttosto in un più generico pattugliamento delle frontiere. Inoltre, mentre le operazioni di salvataggio di Mare Nostrum si spingevano in alto mare fino a ridosso delle acque territoriali libiche, i mezzi di Triton non operano oltre le 30 miglia dalle coste europee, innalzando le perdite umane.
• È giunta l'ora di dire basta alla chiusura delle frontiere, allo scaricabarile tra Stati membri e ad una politica di chiusura e xenofobia che sta distruggendo la dignità dei migranti quanto quella di noi Europei, che per primi fummo emigranti.  Occorre urgentemente una politica comune di gestione delle frontiere esterne, nell'ambito della quale sostituire Triton con una Mare Nostrum europea, introdurre canali sicuri di ingresso in Europa per coloro che giungono da Stati terzi e, infine, mettere in campo piani di redistribuzione dei migranti in arrivo su tutto il territorio dell'Unione, questa volta obbligatori per gli Stati membri. Per essere efficace, tale piano di redistribuzione dovrebbe dotare la Commissione di un meccanismo di monitoraggio dell'attuazione e sanzione, in caso di inadempienza degli Stati membri.

• Questa politica frontaliera comune europea dovrà essere incentrata non solo sulla protezione dei confini esterni quanto piuttosto sull'accoglienza di coloro che vi arrivano alla ricerca di una vita migliore, a cominciare dai richiedenti asilo.

Non dimentichiamoci che un'alternativa allo status quo è possibile, e che l'art. 2 del Trattato sull'Unione Europea, al quale deve conformarsi ogni politica comune, afferma:

“L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra uomini e donne”.

• Chiediamo all'Unione Europea ed agli Stati membri maggiore impegno nella partecipazione a progetti di cooperazione allo sviluppo volti a migliorare le condizioni di vita nei Paesi di origine dei migranti, così come alle missioni di Peace-Building e State-Building  ONU. 


3. CONCLUSIONI

Riteniamo che quella che sta vivendo l'Unione sia una “crisi multilivello”: congiuntura economica, dramma migratorio, crisi democratico-sociale ed insicurezza non sono che volti differenti della medesima crisi di identità che affligge l'Europa, sospesa nel dilemma: “Essere o non essere?”

La GFE PESCARA intende affermare davanti a tutte le istituzioni ed alla cittadinanza l'urgenza della trasformazione dell'Unione Europea in una Federazione Europea democratica e solidale, ove le materie di interesse comune (Politica Estera, Sviluppo, Economia, ecc.) siano governate da un Esecutivo federale politicamente responsabile di fronte al Parlamento Europeo, superando l'attuale egemonia del Consiglio Europeo che, lungi dal perseguire l'interesse dei cittadini europei, lo subordina invece alle lotte di potere tra i 28 Stati membri

La soluzione al dramma delle morti nel Mediterraneo, al fango di Idomeni, al terrorismo, all'erosione dello Stato di diritto ed all'ormai cronica crisi economica passa per lo stesso punto: la Federazione Europea.

Se hai meno di 29 anni, lo status quo ti sembra iniquo e vuoi lottare per la costruzione di un'Europa unita, federale e solidale, la Sezione di Pescara della Gioventù Federalista Europea - associazione apartitica e senza scopo di lucro - sta cercando nuovi attivisti: la nascita di un'Europa migliore dipende anche dall'Abruzzo, dipende da tutti noi!

Per maggiori informazioni:

Email: sezione.gfepescara@gmail.com

Facebook: Gioventù Federalista Europea “GFE / JEF” Pescara

Sito web: www.gfepescara.wordpress.com

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