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Premio Penne: Giancarlo Giannini assente giustificato

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Il Premio Nazionale di Narrativa "Città di Penne", giunto alla sua 38esima edizione, continua il suo percorso di sensibilizzazione alla lettura e di conquista di nuovi territori culturali. Per l’anno 2016 ha destinato uno dei maggiori riconoscimenti all’eclettico Giancarlo Giannini che, nella giornata di lunedì 14 marzo, è stato omaggiato come miglior scrittore dal cinema per il libro “Sono ancora un bambino (ma nessuno può sgridarmi)”.

Sin dal 1979 la cittadina vestina ha cominciato a farsi conoscere a livello nazionale ed internazionale per la sua passione per la letteratura e col passare degli anni ha ampliato le proprie aree di interesse nel vasto mondo della creatività. Il premio, inizialmente destinato ad ambiti più ristretti, oggi vanta numerose categorie tra cui rientra la poesia, l’orgoglio abruzzese e gli artisti provenienti dal mondo del grande schermo. Carlo Verdone nel 2015 fu il protagonista della neonata sezione di Scrittori dal cinema e quest’anno ha passato il testimone al suo collega Giancarlo Giannini, a cui era stata destinata una giornata intera di festeggiamenti. In mattinata era atteso presso la sala consiliare del Comune di Penne, ma a causa di un malore ha deluso i cittadini presenti; mentre nel pomeriggio ha raggiunto l’Università G. D’Annunzio di Pescara per una lectio magistralis e la fabbrica sartoriale Brioni per la prova dell’abito confezionato su misura per l’artista.

Antonio Sorella, Direttore scientifico del Premio Penne, ha moderato l’incontro svoltosi in mattinata, che ha visto la partecipazione dell’amministrazione comunale rappresentata dal vice sindaco Ennio Napoletano, di numerosi enti coinvolti e di parte della giuria degli anni d’oro, tra cui il professor Vito Moretti. Un segmento importante dell’attuale manifestazione è dato dagli sponsor, che hanno reso possibile il prosieguo di un evento così importante nell’ambiente culturale vestino. Tra di essi spicca l’Eni, presente in sala con la responsabile nazionale Maria Manuela Liverzani che, per la prima volta a Penne, ha avuto un’accoglienza calda e calorosa in tipico stile abruzzese, tanto da farle riconfermare l’impegno della propria azienda a sostegno di una realtà che è in grado di trasmettere grandi idee: «La narrativa è importante nel quotidiano di ognuno di noi tanto quanto lo è per le aziende, che oggi trasmettono la propria identità attraverso lo storytelling». L’amministratrice del Premio Giulia Buccella invece ha focalizzato l’attenzione sulla Brioni Roman Style, che dopo anni di assenza si è reinserita tra i finanziatori ed ha donato un capo di alta sartoria al vincitore odierno, e sulla giovane Maria Landolfi che ha realizzato il ritratto dell’attore da cui sono state ricavate delle serigrafie. Infine il professor Antonio Carlo Vitti è arrivato direttamente dall’Università Bloomberg dell’Indiana per fare una breve lectio magistralis sulla vita di Giannini: oggi solo gli adulti ricordano con facilità il suo percorso artistico, ma per i giovani rimane difficile inquadrarlo e questo è un peccato in quanto è indispensabile per la cultura italiana conoscere una figura così versatile che è passata da doppiatore a regista, da inventore a musicista, percorrendo i passi di personaggi difficili da scenografie mediocri interpretati con eccellenza.

L’importanza del Premio Penne non è data dai nomi illustri che hanno varcato le porte cittadine, ma dalla tradizionale passione per la lettura da tramandare alle nuove generazioni. Le scarse conoscenze in ambito cinematografico verranno presto colmate con nuovi progetti, per evitare che artisti come Nino Manfredi, Vittorio Gassman ed Enrico Vanzina, che in passato hanno onorato i pennesi con la loro presenza, vadano a finire nel dimenticatoio. Ad essi si unisce Umberto Eco, recentemente scomparso, che ha presenziato l’edizione 2001 e rimarrà uno dei protagonisti principali dell’evento partorito e curato dal professor Igino Creati. Le attività per esportare il Premio fuori dall’area vestina sono molteplici, tra cui la scelta dei prossimi libri in concorso che saranno anche in lingua inglese, così da poter essere acquisiti tramite eBook nelle scuole russe (con cui quest’anno si festeggiano i 20 anni di gemellaggio) ed americane. Tutto ciò è meritevole ed in linea con la globalizzazione, ma non dovrebbe fungere da scusante per perder di vista la terra da cui è sorto e di cui tuttora porta il nome.

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