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Spazio Donna: Primo Laboratorio Contro la violenza di Genere: Come Ami?

Progetto Educazione alla Salute Legalità e Cittadinanza liceo Scientifico Galileo Galilei.

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Si è tenuto ieri mattina presso il liceo scientifico Galilei Galileo di Pescara, il primo laboratorio contro la Violenza di Genere, promosso dalla Dottoressa Anna Rita Rossini membro della Commissione Pari Opportunità del Comune di Pescara, con l’associazione il Pane e le Fragole di Stefano di Giovanni e L’Aspic di Pescara del dott. Raffaello Caiano.  

 I Laboratori, si inseriscono nell’ambito del Progetto Legalità Salute e Cittadinanza dell’Istituto, si sviluppano in due incontri presso l’aula magna della sede di Via Vespucci, in data 29 Febbraio e 8 Marzo 2016.  Le classi coinvolte sono : 4H-4B-4C-4G-3B-3A.

Il primo incontro, quello di ieri si è aperto con la proiezione di un video, con una disamina delle varie forme di violenza, facendo accenno anche alle discriminazioni mediatiche di genere. Una ricostruzione storica, da parte di Stefano di Giovanni, delle persecuzioni operate a danno delle donne in determinate epoche storiche, fino ai nostri giorni, fornendo cifre ed immagini raccapriccianti, e il video testimonianza, di Valentina Itzalis, la ragazza sarda bruciata dall’ex-marito che sta’ ancora affrontando cure mediche, e che con la sua associazione va’ nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi contro la violenza di genere e a favore dell’amore per se stessi e per gli altri.

Presenti all’incontro la dottoressa Tiziana Di Giampietro, Consigliera Comunale e Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Pescara, che ha ricordato ai ragazzi di credere in loro stessi, come primo strumento per non cadere in amori malati, e di come le donne sono assolutamente capaci di svolgere qualsiasi attività al pari degli uomini, perché dotati della stessa quantità di cervello!

La Dottoressa Sandra Santavenere, Assessore alle Pari Opportunità, che ha fatto presente ai ragazzi di non sottostare ad altre forme di violenza, quelle che possono derivare da una società che toglie le speranze nell’avvenire, e di come il futuro si possa e deve sognare e di adoperarsi per costruirlo in modo migliore, cambiare si può! Ha poi accennato alla violenza nelle popolazioni in fuga, per le guerre, Siria, Ruanda, Burundi e alla questione dei migranti, argomento poi trattato dalla Dottoressa Anna Rita Rossini, che ha fatto un breve riepilogo del fatto di cronaca avvenuto  nella notte di Capodanno a Colonia:

“Nella notte di Capodanno un migliaio di uomini ubriachi di età compresa tra i 15 e i 39 anni, di origini arabe o nordafricane, hanno aggredito un migliaio di donne, molestandole, rapinandole e stuprandole, nei pressi del Duomo e della stazione dei Treni. La dimensione del tutto nuova del crimine ha comportato notevoli problemi investigativi e di ordine pubblico, anche per le numerose manifestazioni che si sono susseguite nei giorni successivi, ad opera di femministe che hanno voluto rivendicare la libertà di poter uscire a tutte le ore e di vestirsi secondo piacimento, di gruppi anti-migranti, di gruppi xenofobi e razzisti, di holligans a caccia degli aggressori, e di movimenti anti-islamici, anche per queste ulteriori scontri ed arresti.

All’indomani dei fatti di Colonia, si è acceso un forte dibattito Politico non solo in Germania ma in tutta Europa, non è questa la sede opportuna per parlarne quanto invece vale la pena di riportare la posizione di due storici, l’italiana Lucietta Scaraffa , che sottolinea  l’importanza di non banalizzare l’episodio riportando in auge vecchi slogan degli anni 70 circa la libertà delle donne di uscire a tutte le ore, le donne in Europa devono  continuare il loro processo di emancipazione, che consiste nella libertà di scegliersi la vita, ed il problema vero è il difficile percorso della interculturalità.  Secondo lo storico algerino Kamel Daud, l’immigrato è vittima della trappola della sua cultura, che deforma il suo rapporto con Dio e con la Donna,  potrà  trovare ristoro per il suo corpo, ma sarà poco disposto a patteggiare per perdere la sua cultura, a cui vorrà rimanere legato proprio perché strappato in modo traumatico dalla propria terra. Quindi l’immigrazione è un problema di ordine pubblico, l’integrazione non è accoglienza ma comporta la necessità di stipulare un nuovo contratto sociale, ed un lungo e difficile lavoro da compiere su se stessi e sugli altri, se si chiudono gli occhi su questo, si genera soltanto una minoranza delinquenziale.”

Il laboratorio a questo punto è entrato nel vivo della sua essenza con l’intervento dello psicologo Raffaello Caiano, che ha coinvolto i ragazzi in una sessione di gestione delle emozioni, e con la proiezione delle slide e gli interventi dei ragazzi, la maggior parte di loro ha evidenziato come sinonimo di violenza il silenzio che il maltrattante impone al maltrattato, alcuni hanno indicato come strada per uscire dalle discriminazioni di genere la maggiore cultura, altri hanno indicato come soluzione quella di non insistere mediaticamente sulle differenze di genere. Nel corso del prossimo incontro, chiamata a sintetizzare questo materiale è la sociologa Eide Spedicato, mentre il dottor Mauro della Guardia che ha chiuso l’incontro di ieri, parlerà del “codice rosa”, procedura di accesso al pronto soccorso per le vittime di violenza e quindi del raccordo con il centro antiviolenza e con le forze dell’ordine.

Si ringraziano il Preside, i professori ed il personale non docente presente all’incontro.

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