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Caso interinali Attiva. Sospiri: "la scelta dell'amministrazione alimenta solo il precariato"

Il capogruppo di Forza Italia in Regione chiede di revocare la gara di appalto in itinere

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“Con 600 euro al mese non si sfama la famiglia, né si costruisce un futuro. Con 600 euro al mese, i lavori socialmente utili e i tirocini formativi, adatti a ragazzi di vent’anni, non a padri di famiglia di 40 o 50 anni, si alimenta solo il precariato, tipico dei Governi del Pd.

Il nervoso sindaco Alessandrini ha un’unica soluzione per dare una svolta concreta e risolutiva alla vertenza dei 65 ex operatori della Attiva, ossia revocare le gare d’appalto in itinere per l’affidamento all’esterno della gestione del verde cittadino, e trasferire tale mansione tra le competenze della Attiva, generando un fabbisogno di personale tale da consentire il riassorbimento delle 65 unità lavorative. Ma per farlo occorre la volontà politica che il sindaco Alessandrini evidentemente non ha, continuando a sperare che quell’accampamento piazzato da 31 giorni in piazza Italia, prima o poi, sparisca da sé”.

È il commento del Capogruppo di Forza Italia, alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri.

“È evidente che il sindaco Alessandrini, punto sul vivo, mal reagisce alle critiche e risponde piccato, svelando quel nervosismo che ormai lo accompagna dal giorno del suo insediamento – ha osservato il Capogruppo Sospiri -, togliendogli quella lucidità necessaria per la soluzione dei problemi. Ma Forza Italia torna a porre sotto i riflettori il vero tema, ossia il dramma di 65 famiglie monoreddito rimaste senza l’unica entrata, quella derivante da Attiva. Parliamo di 65 operatori che dopo un mese di stancheggio, lettere e tecnicismi, si sono visti rifilare una proposta aberrante: rinunciare alla professionalità acquisita e a una speranza di futuro, e accettare una soluzione di lavoratore socialmente utile, con mansioni ancora tutte da definire, o, peggio, di tirocinio formativo, due soluzioni che ben si profilano per ragazzi appena usciti dalle scuole, ma che sembrano assurde per lavoratori che hanno garantito la propria opera all’interno della Attiva anche per dieci anni. Umiliante poi la ‘paghetta’ mensile prevista: 600 euro al mese, che, in una famiglia normale, non bastano neanche per pagare una bolletta del gas in inverno. Dopo la beffa è dunque arrivata la mortificazione e l’offesa alla dignità di quei lavoratori.

Eppure una soluzione c’è, ma il sindaco Alessandrini si ostina a evitarla: perché si rifiuta di bloccare gli appalti di quei servizi che potrebbero benissimo essere affidati alla Attiva, che già in passato ha svolto tali opere?

Oggi il Comune di Pescara potrebbe delegare alla società in house, a totale capitale pubblico, ovvero il cui socio è solo il Comune, attività come la manutenzione e gestione del verde cittadino, puntualmente affidate a imprese esterne, vincitrici di gare d’appalto, non disponendo di personale interno capace di svolgere tali compiti. Affidando alla Attiva tale servizio, il Comune garantirebbe un risparmio economico per la città e, soprattutto genererebbe un fabbisogno di personale tale da consentire alla Attiva di riassorbire gli ex precari rimasti a casa. Una soluzione elementare, semplicissima, che pure il sindaco Alessandrini continua a rigettare e a questo punto, al di là delle risposte piccate, sarà costretto a fornire risposte a quei lavoratori che continuano a dormire sotto il suo ufficio”.

Leggi qui le decisioni dell'amministrazione criticate da Sospiri 

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