Condivisione e sinergie per il contenimento delle spese nel periodo di start up.
E' questa l'idea di base su cui si fonda il "plurinegozio", un progetto a sostegno sia della giovane che dell’esistente imprenditoria del quale, ieri pomeriggio, l’assessore alle Attività Produttive Giacomo Cuzzi e il presidente della Commissione Commercio Piero Giampietro hanno discusso insieme alle associazioni di categoria.
“L’idea del plurinegozio nasce per venire incontro alle esigenze che sentono soprattutto i giovani imprenditori – spiega l’assessore alle Attività Produttive Giacomo Cuzzi – che all’atto di avviare un’attività devono essere virtuosi, limitando al massimo le spese, soprattutto quelle di affitto che spesso sono altissime, prima di trovare la propria quota di mercato e avere le opportune coperture. La possibilità riguarderà attività medio-piccole, con locali dunque al di sotto dei 250 metri quadri, ma l’applicazione dà spazio a tante idee, tutte volte a dare al settore commerciale altri strumenti per rinnovarsi e riprendersi dalla crisi.
Il confronto è stato più che positivo, abbiamo raccolto a parte il consenso di tutti verso questa particolare forma di incentivo che il Comune darà a una fetta di mercato che ad oggi non esiste, anche delle idee utili a farlo decollare al più presto e in modo originale. Fra le varie proposte quella di creare sinergie fra commercio e artigianato, facendo convivere due dimensioni che attraverso l’unione possono sostenersi a vicenda, nonché quella di rivolgersi ai giovani, ma prestare attenzione anche a chi ha già un’attività e riesce a continuare meglio il suo percorso, accogliendo un altro imprenditore o unendosi ad altre attività esistenti.
Gli uffici si sono messi in moto per cercare di rendere attuabile e snello questo istituto, come ci hanno chiesto le categorie, al fine di rispondere all’esigenza sentita da tutto il comparto di una maggiore semplificazione di procedure, incombenze e adempimenti. Su questa linea lavoriamo, seguendo anche l’esempio di città dove questa pratica esiste, come Torino e studiando tutti i risvolti della normativa, sia quella nazionale che quella regionale, dove finora non abbiamo trovato ostacoli a tale forma di rete”.