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Il coro delle voci dei bambini del Comprensivo 1 e 4, della Scuolacantora e dei detenuti diventa un docu-film

La redazione
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Diventa un docu film "Un ponte di note", cuore ed evento clou del progetto "La Città in Coro", promosso dall'Associazione Scuolacantora del Maestro Andrea Zappone con la compartecipazione del Comune di Pescara tramite Europe Direct, in sinergia con la Casa Circondariale di Pescara e con piccoli cantori degli Istituti Comprensivi 1 e 4. Stamane la presentazione di un evento speciale che avverrà sabato 19 dicembre all'Aurum, ovvero la proiezione di un documentario realizzato dal cineoperatore Peter Ranalli che riassume. I particolari del progetto e un anteprima del video che verrà proiettato sabato 19 alle ore alle 11 nella sala multimediale della Europe Direct dell'Aurum sono stati al centro della conferenza stampa a cui hanno partecipato il sindaco Marco Alessandrini, dall'assessore regionale al Sociale Marinella Sclocco, dall'assessore alle Politiche Comunitarie Laura Di Pietro e alle Politiche sociali Giuliano Diodati, dal Maestro Andrea Zappone, padre del progetto, da Franco Pettinelli, direttore della casa circondariale di Pescara Marialuisa Sasso, già preside del Comprensivo Pescara 1, Peter Ranalli regista del cortometraggio,Paola Fiorini, Direttrice della Europe Direct di Pescara.

 

"Il video corona una favolosa esperienza muysicale e umana – afferma il maestro Andrea Zappone - 25 anni fa nacque musica in concerto la musica divenne un "pretesto" per insegnare ai bambini ad avere la testa sulle spalle. Un gruppo di genitori ha deciso di fare volontariato per i bimbi delle elementari, sono diventati un coro che non ha fatto mancare la propria voce quando crollò la scuola di San Giuliano di Puglia, né a l'Aquila per il terremoto e che ha continuato a lavorare insieme alle realtà più sensibili perché potessero dialogare con il resto della città. Il video rappresenta la volontà di tutti di andare avanti e di migliorare il mondo".

 

"Questo progetto rispecchia tutto ciò che sto cercando di fare da 17 anni a questa parte – aggiunge l'assessore regionale al Sociale Marinella Sclocco â€“ ho cominciato da consigliera di quartiere a costruire una rete con buona volontà fra cittadini e associazioni: abbiamo creato socialità e messo insieme soprattutto dentro le scuole persone che appartengono a realtà diverse, lontane. Sono contenta di averlo potuto finanziare con Par Fas girati dalla Regione al Comune, perché vengono utilizzati per far diventare protagonista una zona che vive spesso ai margini, che conosco perché ci sono nata e che merita di avere spazio e voce. Questa è l'ennesima dimostrazione che la sussidiarietà circolare funziona. Quando un organo di sussidiarietà come la scuola si mette insieme a realtà professionalmente elevate come la Scuola cantora e professionisti giovani e premiati come Peter Ranalli e istituzioni come il Carcere e il Comune che hanno bisogno di fare rete col territorio per entrare e collegarsi con il resto della realtà, questi progetti funzionano. Realtà importanti che vogliono mettersi in gioco: insieme si possono fare passi avanti, con il Comune di Pescara ci sono altri bei progetti in campo, come Abruzzo inclusivo, anche in quel caso la rete ha funzionato per percorsi di occupabilità a persone con grande disagio.

 

"Questa è un'esperienza bella – dice il direttore della Casa Circondariale Franco Pettinelli - perché significa fare avvicinare i detenuti all'esterno del carcere. I familiari dei bambini potevano comportare problemi, invece non c'è stata invece distanza, ma una bellissima integrazione. Sono stati accolti benissimo dal coro e speriamo presto di portarlo dentro il carcere perché testimoniare la vicinanza della città al detenuto, significa che ci sono speranze per tornare a far parte di questo tessuto sociale, un messaggio forte arrivato a tutti quanti hanno partecipato".

 

"E' stato emozionante lavorare al progetto – aggiunge Peter Ranalli â€“ abbiamo affrontato la difficoltà di raccontare il progetto ereditato: sono andato oltre la forma, dritto alla sostanza, rispettando le storie dei protagoniste, gli ambienti, mettendo tutti allo stesso livello. Così sono emerse le vite di alcuni detenuti e dei ragazzi e questa storia ha preso corpo cercando di vedere un gruppo di persone diverse vivere insieme un'esperienza e viverla sul palco".

 

"Un racconto di un sodalizio importantissimo – conclude il sindaco Marco Alessandrini - Mi colpisce il lavoro fatto fra bambini e detenuti, conosco il lavoro che Pettinelli fa al carcere che va nella direzione di rendere il carcere un luogo non disumano in cui pagare il debito con la realtà. In Venezuela un maestro ha creato un'orchestra di strada che con la musica fa percorso di reinserimento nella società, questo progetto è una testimonianza piccola ma simile, perché c'è la musica dentro e la vera musica va in fondo all'anima".

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