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Nasce a Pescara la Banca Italiana del baratto

redazione
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Affrontare il futuro senza chiudere i battenti, è la sfida che la Bte Bank, Banca Italiana del Baratto, lancia alle imprese abruzzesi, italiane ed estere. Si chiama Banca, ma è un’associazione di imprenditori che operano in diversi campi il gruppo fondatore della Bte Bank, Banca Italiana del Baratto, che ha sede in Abruzzo e opera a Pescara. Tutti abruzzesi i saperi e l’organizzazione del network che sta partendo su scala nazionale e che da oggi approda anche sul web (www.btebank.com) per allargare i suoi confini e costruire un futuro al sistema di cui si fa interprete.  Il baratto può diventare uno strumento di crescita anche dall’Abruzzo e non solo per l’Abruzzo: su questo sistema, infatti, sia in Italia che in Europa stanno già investendo sempre più di imprese per rilanciare fatturati agonizzanti. La BteBank nasce ora, dopo aver costruito il suo know how dentro e fuori dall’Italia, per aprire nuovi orizzonti al mercato e dare sfogo ad un’economia reale in grado di risollevarlo.

Una rete originale
Il nome Bte deriva dalla locuzione anglo americana “Barter Trade Exchange”, scambio commerciale di baratto: l’obiettivo è offrire degli strumenti moderni e accessibili alle imprese italiane ed estere per affrontare la crisi economica senza arrendersi alla difficoltà del momento. L’associazione non è un franchising di qualcosa di esistente, né la filiale di altri gruppi che stanno decollando altrove in Italia, Bte Bank è una rete tutta abruzzese, strutturata per il territorio nazionale ed estero.

Il metodo
Per farlo la BteBank ha creato un circuito in cui si condivide un moderno metodo di pagamento fra aziende, che consente di acquistare beni e servizi senza esborso monetario, grazie ad un affidamento commerciale a tasso zero attribuito ad ogni azienda del circuito.
La rete opera avvalendosi dell’ ausilio di compagnie assicurative e di analisti leader in Europa, effettua, per ogni azienda che aderisce, un’istruttoria orientata a misurare la capacità che l’aderente possiede per onorare i propri impegni commerciali nei confronti della rete. Ogni azienda iscritta alla rete viene tutelata da eventuali sofferenze o sopravvenienti stati di insolvenza, assicurando al 100% i crediti derivanti dalle transazioni, al fine di operare con la massima tranquillità.

Un sistema di valori
BteBank.com è socia di Banca Etica, di cui condivide trasparenza, partecipazione, equità, efficienza, sobrietà e attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche: anche la rete, infatti, propone un uso responsabile del denaro. BteBank.com ha scelto come partner per monitorare i meccanismi del “barter” nel suo circuito il gruppo Coface, che vanta oltre 60 anni di esperienza nel settore ed è tra i leader mondiali nell’Assicurazione dei Crediti. Fra i partner c’è anche l’Associazione delle piccole e medie imprese abruzzesi.

Come funziona
Ogni azienda o professionista che aderisce alla Rete paga una quota (small, large, extralarge), ma c’è la possibilità di aderire anche gratuitamente. Una volta dentro, viene aperto un conto in BteCrediti secondo il Piano-Tariffe prescelto, simile ad un classico conto corrente bancario. L’unità di misura del conto è il BteCredito (1 BteCredito=1 €). Una volta registrato ogni utente può effettuare il login ed accedere e visionare on-line il suo estratto conto.  Ad ogni vendita o acquisto, il pagamento verrà effettuato in BteCrediti, accreditati o addebitati sul proprio conto. Il meccanismo con cui ciò si realizza viene è spiegato in modo chiaro sul sito anche attraverso tutorial e simulazioni pratiche dello scambio di merci e servizi nella rete.

Cosa nasce dall’Abruzzo
“Non vogliamo convincere imprese e professionisti a fare parte della rete – dice Luigi Albicocco, vice presidente e portavoce dell’associazione Bte Bank  – è invece  nostra intenzione dimostrare come un sistema sostitutivo alla moneta possa muovere mercato, merci e lavoro ormai paralizzati dalla crisi e produrre economia reale, capace di consentire a piccole e medie realtà economiche di andare avanti, malgrado essa.  La diversità della natura delle imprese che ad oggi hanno aderito rende il circuito ricco di crediti: il sistema non si regge sul denaro, ma sulla competenza, sui servizi, sull’attività economica dei soggetti che ne fanno parte. Il baratto sviluppa un business altrimenti destinato a rimanere potenziale: è questo che rende innovativa la pratica del barter e gli conferisce un impatto anche sociale. Perché divenga sempre più diffusa organizzeremo workshop, seminari, incontri tecnici e di respiro più ampio nei prossimi mesi e faremo formazione sul territorio perché anche il potenziale occupazionale possa svilupparsi del tutto. Di certo il baratto da solo non basterà per vincere la crisi, ma è uno strumento prezioso per affrontarla”.
Uno strumento che si avvale della nuova tecnologia per diffondersi ed affermarsi come new economy. “Abbiamo lavorato sul back-end delle transazioni per circa un anno ed effettuato dei test sulla efficacia e il controllo delle transazioni anche da prima – aggiunge Mattia Matteucci, responsabile dell’interfaccia web della rete – in modo da garantire dei monitoraggi giornalieri su ogni tipo di operazione del circuito. Un lavoro che si perfezionerà ancora di più quando il sistema andrà pienamente a regime”.

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