Dieci punti irrinunciabili sulla mobilità nuova. Questo è il titolo che abbiamo dato al documento sottoposto all’attenzione delle candidate e dei candidati alla carica di Sindaco lo scorso 25 maggio, e che siamo di nuovo a riproporre, in sede di ballottaggio, ai due candidati finali, Marco Alessandrini e Luigi Arbore Mascia.
Nel predisporre il documento non abbiamo ritenuto opportuno scendere nel dettaglio di proposte su dove e come realizzare piste ciclabili o se o come debba essere un servizio di bikesharing, rimandando valutazioni a riguardo a un livello decisivo e progettuale successivo.
Abbiamo invece valutato necessario delineare le linee strategiche e di buon senso che a nostro avviso devono caratterizzare l’impegno politico della futura Amministrazione e del futuro Sindaco. Cioè le visioni e i criteri da adottare per dare a Pescara una MOBILITÀ NUOVA, basata su concreti principi di sostenibilità sociale, economica e ambientale per andare oltre la logica dell’adattamento funzionale all’attuale assetto organizzativo della mobilità, che è quello automobilistico di transito e di sosta, che deve ormai essere relegato al passato.
Per queste ragioni, abbiamo diviso il documento in tre parti: le visioni, gli strumenti e le risorse, con l’obiettivo di fornire proiezioni progettuali di contenuto innovativo, nella parte delle visioni, di richiamare l’attenzione su alcuni adempimenti normativi ineludibili, nella parte degli strumenti, e di suggerire opportunità organizzative e gestionali, nella parte delle risorse.
VISIONI
La strada è lo spazio urbano condiviso messo a disposizione dei cittadini per spostarsi con un mezzo di trasporto. La mobilità nuova deve decidere quali funzioni attribuire a questa, o a parti di questa, in ragione delle maggiori opportunità che il mezzo di trasporto prescelto può fornire, sapendo che le percorrenze medie in città sono sempre di pochi chilometri e che lo “spazio strada” non può più essere un mega garage all’aperto. Per questo diamo suggerimenti su come ripensare all’uso di spazi irregolarmente occupati come nel caso delle auto in sosta in doppia fila, e invitiamo a ragionare su uno scenario di aumento del numero di ciclisti, di aumento di stalli per le due ruote non motorizzate e conseguentemente di riduzione della domanda di parcheggi per le automobili.
Riteniamo indispensabile costruire la “rete” di collegamento di itinerari ciclabili da cui, una volta entrato, l’utente non debba poi essere obbligato ad uscire per interruzioni degli stessi. La rete deve essere chiusa e soprattutto munita di presidi e servizi di assistenza dedicati: segnaletica adeguata delle percorrenze, con mappa delle ciclo officine, punti di soccorso, stalli, ecc.
La formazione delle coscenze e la crescita delle consapevolezze rappresentano tappe obbligate per la conduzione di processi partecipati e di condivisione delle scelte di politica di gestione di una città, anche e soprattutto nel settore della mobilità. Per questo riteniamo indispensabile promuovere percorsi di comunicazione, di educazione, di formazione con apposite campagne di ampio coinvolgimento degli utenti della strada.
Porsi nella logica di un scenario evoluto europeo della mobilità significa ragionare con lo strumento del “modal share” o “split”. Bisogna spostare la componente di traffico effettuata attraverso mezzi motorizzati “sostenibili”, come il trasporto pubblico, e mezzi non motorizzati, come la bicicletta, verso percentuali più alte, fino al 50%, con la componente modale (modal share) ciclistica anche del 25%. Questo lo si ottiene sia con interventi che disincentivano l’uso dell’automobile che con azioni di incentivo all’uso di mezzi di trasporto alternativi.
Per rimanere in un logica di sviluppo europeo della mobilità, sollecitiamo la futura Amministrazione ad individuare in alcuni elementi strutturali, già presenti sul territorio, gli assi portanti del circuito nazionale BICITALIA, a sua volta declinazione locale del circuito europeo EUROVELO. La strada parco, ad esempio, ed il suo proseguimento sul ponte di ferro della ex ferrovia possono costituire il “LEGGERO PASSANTE” pescarese dell’itinerario adriatico VELE (Venezia-Lecce) nonché contribuire a dare una aggiuntiva funzionale sostanza al progetto regionale cicloturistico Bike-to-coast.
STRUMENTI
E’ necessario adempiere quanto prima all’obbligo della redazione del PUM, il Piano urbano della mobilità e del PUT, il Piano urbano del traffico, l’uno previsto per comuni o loro aggregati con più di 100.000 abitanti, l’altro obbligatorio per comuni con più di 30.000 abitanti.
All’interno di detti piani, è indispensabile dare applicazione a due norme nazionali, la L. 366/1998: “Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica” e il DM 577/1999: “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”, e una regionale, la LR 8/2013: “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica”, attualmente vigenti, su cui si chiede che la nuova Amministrazione attivi subito processi attuativi, in particolare prevedendo il Piano della mobilità ciclistica (BICIPLAN).
RISORSE
Per dare sostanza a quanto sopra riportato, l’Amministrazione comunale deve dotarsi di strumenti funzionali e strutturali dedicati e individuare specifiche risorse finanziarie e economiche. L’Ufficio comunale della Mobilità Ciclistica, nel senso di settore specifico di riferimento, costituisce un primo step organizzativo, a cui va affiancato la figura del Mobility manager, già prevista dal DM Ambiente 27/1998.
Indispensabile, a nostro avviso, l’individuazione di uno specifico capitolo di spesa, all’interno del bilancio comunale, da dedicare esclusivamente alla mobilità ciclistica, nella consapevolezza che risorse riservate alle due ruote non motorizzate consentono rilevanti risparmi complessivi sia sul fronte della manutenzione delle rete infrastrutturale, sottoposta a minore stress rispetto a quella automobilistica, che più diffusamente su quello delle spese sanitarie, della incidentalità stradale, dell’inquinamento, con evidenti vantaggi sulla salubrità dell’ambiente che conseguentemente sulla qualità della vita dei cittadini.