Conviviale della delegazione Pescara Aternum dell’Accademia Italiana della Cucina, il 20 settembre, al ristorante “La Rotonda” di Villanova di Cepagatti. Il tema della serata Come il cambiamento climatico sta modificando la nostra cucina è stato quello che oggi interroga tutte le persone.
Il Delegato dott. Giuseppe Di Giovacchino nel salutare i numerosi accademici e ospiti presenti ha parlato di quanto sia importante la consapevolezza che tutti devono avere per capire come e perché la salute delle persone è influenzata dai cambiamenti climatici che con il caldo persistente, la forte umidità e le piogge improvvise e in contrapposizione la frequente siccità hanno di fatto stravolto l’agricoltura tradizionale.
Che cosa comporta e quanto influenza hanno sul corpo umano le temperature che superano il 37 gradi?
“I sistemi di termoregolazione – ha detto il dott. Di Giovacchino - come la sudorazione, diventano inefficaci, esponendo le persone a gravi rischi per la salute. Inoltre, il cambiamento climatico sta influenzando la diffusione di malattie infettive, un tempo confinate solo nelle regioni tropicali e subtropicali (come la dengue), mentre incombe nelle nuove generazioni una crescente ansia climatica, verso la quale istruzione e formazione rischiano di risultare inefficaci”.
L’equilibrio, il fitness, della Terra è fondamentale per il mantenimento della biodiversità e di conseguenza della catena alimentare che inizia proprio dall’agricoltura fino al mantenimento e consumo del cibo per le persone e gli animali.
“Pertanto, non dovremmo più pensare al cibo come una cosa scontata: avere un buon rapporto con gli alimenti, non sprecarli e soprattutto trattare meglio il pianeta sarà l’unico modo per garantire a tutti l’accesso al cibo, il più possibile sano”.
Ha concluso, il dott. Di Giovacchino, presentando il relatore Piero Di Carlo, Professore ordinario di Fisica dell’atmosfera e Climatologia presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti – Pescara e la simposiarca della conviviale l’accademica Alessandra Di Pietro dirigente dell’IPSAAR di Cecco di Pescara
Il prof. Di Carlo ha parlato di come tradizionalmente i contadini sapevano ben organizzare la filiera che partiva dall’aratura dei campi, alla semina, alla raccolta e infine al consumo compreso lo stivaggio delle derrate per il consumo familiare. Tutto era organizzato con la conoscenza del clima e della stagionalità delle coltivazioni, ma oggi non è più cosi, la temperatura elevata ha stravolto le semine e anche i raccolti nei campi. L’inizio della fioritura e dell’attività vegetativa sono influenzati dalla temperatura, elemento importante della vita, ma la temperatura elevata, rilevata in questi ultimi anni, ha stravolto un sistema tradizionale consolidato.
La temperatura è un elemento della vita importante e fondamentale e il suo aumento ha effetti devastanti, anche il mare quest’estate era così caldo da non dare più refrigerio alle persone.
Nel Mediterraneo la temperatura è aumentata più della media mondiale e quella dell’Abruzzo è aumentata di tre gradi dagli anni 90.
L’Abruzzo è molto fragile specialmente nelle zone montane dove l’impatto maggiore è lo scioglimento dei ghiacciai. Tutto si sposta verso il nord e nel 2050 tutto il clima si sposterà creando sconvolgimenti non indifferenti. Tutto questo non avviene per caso, il clima nei millenni è cambiato, ma oggi c’è una generazione che ha visto la temperatura alzarsi in maniera esponenziale.
Tutto ciò avviene per il CO2, fondamentale per la vita, ma oggi presente con un aumento esponenziale rispetto agli anni passati.
Durante il Covid tutto era tornato nei Rang normali come l’acqua cristallina a Venezia o la pianura padana, sito più inquinato d’Europa, o il Tamigi dove anche i salmoni erano ritornati. Quindi, è l’uomo che ha creato tutti gli inquinanti che fano male alla salute. Per abbassare la CO2 e o il metano ci vogliono anni per farli ritornare a livelli normali. Come si risolve i problema? ma nessuno vuole trovare la soluzione e non bastano studi o proiezioni perché quello che si osserva nello studio è più veloce di quello che gli stessi studi prevedono
Tutta l’agricoltura si sta spostando verso la montagna, ma ciò crea un cambiamento di tutte le proprietà organolettiche dell’olio del vino creando, per la loro interconnessione, problemi a catena nell’economia e nella salute delle persone.
La temperatura ha effetti enormi sulla tavola. La crisi idrica, già dall’anno scorso, ha fatto crescere il prezzo dell’olio costringendo chi non può permetterselo a comprare olio di bassa qualità. La grande domanda dell’olio di palma ha prodotto il disboscamento delle foreste e con conseguente variazione dell’atmosfera
Tutto ciò cambia il modo di nutrirsi che è un vero problema sociale.
Altro grande problema sono i rifiuti alimentari con enormi effetti moltiplicatori dalla esuberante produzione al conferimento in discarica con grandi emissioni di CO2.
In Europa il 45% per cibo viene buttato e il 20% di tale spreco basterebbe a sfamare la popolazione indigente del pianeta. I rifiuti organici nella loro decomposizione, inoltre, producono una grande quantità di metano.
Anche il cambiamento delle tradizioni del cucinare e del nutristi, come non cucinare più a casa e mangiare un pasto veloce, crea ulteriori sprechi perché non c’è la consapevolezza dell’acquisto ed della preparazione e del consumo con grande spreco di materiale.
Altro effetto sull’agricoltura è la indisponibilità di acqua che di fatto dovrà cambiare tipo di coltura.
Bisognerebbe sempre acquistare prodotti locali e stagionali perché comprare prodotti provenienti da realtà, dove la filiera non è controllata come in Italia, non garantisce qualità ed igiene.
Stagionalità e prodotti locali fanno bene alla salute e significa anche avere prodotti per i quali non si dovranno forzare le colture e affrontare inutili e costosi trasporti su strada.
Noi umani siamo l’unica specie che non tutela l’ambiente in cui vive come, invece, gli animali per la loro sopravvivenza lo tutelano.
Dopo la esaustiva comunicazione del prof. Di Carlo ha preso la parola la simposiarca Alessandra Di Pietro che con dovizia di particolari ha illustrato e spiegato le pietanze che hanno composto il ricco menu organizzato da lei stessa con la collaborazione della Chef del ristorante Rosanna Scurti.
Altro intervento importante è stato quello del prof. Leonardo Seghetti, studioso grande esperto e cultore dei prodotti alimentari e della loro trasformazione fino al consumo umano. Il Prof. Seghetti ha denunciato come il sistema attuale, adottato da alcuni imprenditori e industriali dei prodotti alimentari, non tiene conto delle tradizioni e della salute umana, ma ha come obiettivo il profitto e ha trasformato e stravolto le tradizioni culinarie. Il consumo del cibo spazzatura ha prodotto una falsa semplificazione dei consumi e non ha tenuto in giusto conto né della salute delle persone né delle tradizioni locali. Tutto ciò ha creato una uniformità sulle colture per una massificazione e resa del suolo sacrificando la biodiversità alla base della salute e dell’agricoltura facendo pagare un amaro prezzo a tuttala popolazione.
Presenti come ospiti Camillo Sborgia che ha assunto varie cariche politiche per il Comune di Cepagatti e la docente Venditti Michela ordinaria Facoltà di Scienze economiche dell’Università G D’Annunzio
Le pietanze proposte sono state molto apprezzate dai commensali sia per la varietà e qualità del cibo sia per il servizio dato dal personale del ristorante diretto dai direttori di sala Marcello e Vincenzo Pagannone.