16 febbraio, la Delegazione Pescara Aternum ha partecipato alla Conviviale Territoriale 2024. Da qualche anno le nove Delegazioni abruzzesi celebrano una cena ecumenica con il tema dedicato ad un prodotto di eccellenza del patrimonio enogastronomico abruzzese.
La Giornata di Studio regionale è stata promossa dal Coordinamento Territoriale d’Abruzzo e, come protagonista, è stato scelto un prodotto di eccezione: il Pecorino, formaggio fatto con il latte intero crudo di pecora, caglio di origine animale e sale.
Questo prodotto è particolarmente legato alla transumanza fra la Puglia e Abruzzo e costituiva l'alimento base dei pastori.
Il Pecorino fa parte dei Prodotti agroalimentari tradizionali abruzzesi e quello di Farindola ha la particolarità di essere fatto con il caglio del maiale.
All’incontro hanno partecipato, oltre agli accademici della delegazione, agli amici e agli ospiti la Signora Annalisa Marzola, Presidente del Consorzio dei Produttori del pecorino di Farindola.
Simposiarca della conviviale l’accademico Domenico Falcone e relatore l’accademico Marino Giorgetti studioso e cultore della materia.
Ad aprire la serata, presso l’agriturismo la Gallina di Pianella, il delegato Giuseppe Di Giovacchino che, salutando i presenti, ha detto:
“Questa sera, nell’ambito della Giornata di Studio regionale, promossa dal Coordinamento Territoriale d’Abruzzo dell’Accademia Italiana della Cucina, si tiene la cena ecumenica territoriale, vale a dire che oggi, alla stessa ora, le 9 Delegazioni abruzzesi si riuniscono per degustare tutti insieme, anche se a distanza, un prodotto tipico del territorio, identitario per l’Abruzzo, che racconta la sua storia e le sue tradizioni agro-pastorali secolari: il formaggio pecorino, uno scrigno di bontà, stagionato con tonalità piccanti ma sempre equilibrate. Nostra precisa intenzione è quella di mettere al centro della riflessione accademica i prodotti che rappresentano l’identità stessa dell’Abruzzo a tavola, esaminando i profondi legami culturali e identitari che i prodotti caseari hanno sviluppato nei secoli in ogni zona della nostra regione, così ricca di sapori e profumi che rimandano all’attività pastorale. Per la cena è stato previsto un menu coerente con il tema dell’evento, reso piacevole e gustoso dalla brigata di cucina, guidata dallo Chef Fernando Chiappini che ha conservato sempre il legame con le tradizioni culinarie di Pianella con proposte di piatti ispirati alle antiche ricette, ricche di sapori veri e concreti. Il suo stile è la semplicità e la sua cucina è sana perché i prodotti sono selezionati rispettando la stagionalità. La tradizione della famiglia è fondata su esempi e praticità ma anche di ricette non scritte, ma conosciute profondamente nella loro essenza”.
Dopo l’introduzione del Delegato Di Giovacchino, la relazione dell’Accademico Marino Giorgetti che ha parlato del formaggio pecorino quale prodotto di eccellenza abruzzese e soprattutto del pecorino di Farindola fatto con il prezioso il latte prodotto da pecore che mangiano fieno delle zone dell’alto pescarese e teramano. Il pecorino di Farindola è l’unico e solo prodotto con caglio di maiale mentre per gli altri pecorini si utilizzano caglio di altri animali.
Interessante la relazione della Presidente del Consorzio Annalisa Marzola che parlando del pecorino di Farindola, quale formaggio ovino a latte crudo, ha detto:
“…ha origini antichissime risalenti all’epoca romana e ancora si produce in quantità limitate in una ristretta area del versante orientale del Gran Sasso, comprendente nove Comuni a cavallo delle province di Pescara e Teramo.
I produttori sono attualmente 12 e sono riuniti in un Consorzio che ne disciplina, tramite l’adozione di un disciplinare di produzione, l’area di produzione, la tecnica di allevamento e caseificazione, garantendo il rispetto della tradizione.
E’ un pecorino fortemente radicato al proprio territorio, infatti il latte utilizzato per ottenere il Pecorino di Farindola proviene solo da pecore allevate stabilmente tutto l’anno nell’area tipica di produzione, è ammessa solo la transumanza verticale, ciò permette il passaggio dei caratteristici aromi e sapori dalle varietà botaniche autoctone al formaggio, reso possibile grazie alla lavorazione a latte crudo, unico al mondo perché l’unico preparato utilizzando il caglio di maiale, come da antica tradizione delle famiglie contadine, e perché fatto solo dalle donne. Anche in questo il disciplinare ha voluto riprende fedelmente le abitudini di un tempo, dove gli uomini si dedicavano al gregge e le donne al formaggio” … “Inoltre il Comune di Farindola, sede e capofila del Consorzio, è stato insignito del prestigioso titolo di “Città del Formaggio Onaf 2023”, albo istituito dall’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi con lo scopo di individuazione i Comuni che siano sede di produzioni casearie d’eccellenza e di grande importanza culturale.
Oggi il Pecorino di Farindola non è solo un formaggio, è arte, è cultura, è il legame con le nostre radici, è espressione dell’identità di un popolo, del suo territorio e delle sue tradizioni.
Da questo concetto nasce il progetto di recupero della lana autoctona del nostro territorio in collaborazione con l’Associazione Pecunia, una collaborazione all’insegna della sostenibilità.
Recupero della lana del territorio, sostegno ai produttori e rispetto per l’ambiente, sono il fine comune di questo progetto.
Nel nostro Consorzio ci sono allevatori che chiamano ancora per nome le loro pecore, le seguono nei pascoli e le curano con attenzione, mossi dalla passione per la loro terra e dalla volontà di portare avanti questa tradizione millenaria. Nulla del loro lavoro deve andare sprecato, nemmeno la lana”.
Dopo le relazioni è stata servita la cena basata su piatti della tradizione abruzzese con a base il formaggio pecorino cucinato in vari modi il tutto accompagnato dai vini delle cantine Lampato della tradizione vitivinicola che nasce nella stessa area geografica