Partecipa a Pescara News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Donne protagoniste contro la violenza, imprese in prima linea

redazione
Condividi su:

L’impegno di tutto il mondo dell’impresa per contribuire a scrivere la parola “fine” contro la piaga terribile della violenza sulle donne. 

Questo il senso dell’iniziativa, organizzata dalla CNA provinciale in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in programma sabato 25 novembre: lo stesso giorno, alle 10, la Confederazione artigiana ha messo in calendario, nel salone della CNA regionale in via Cetteo Ciglia 8, a Pescara, un incontro-dibattito dal titolo emblematico: “Donne protagoniste contro la violenza”.

Un confronto a più voci, quello coordinato dal giornalista de Il Centro Domenico Ranieri, che mette a confronto esperienze e mondi diversi: voci di donne espressione del mondo delle imprese, delle istituzioni, della scuola e delle professioni, tutte accomunate dall’impegno contro una piaga che proprio in queste ore ha consegnato all’opinione pubblica l’ennesimo episodio di una contabilità che non sembra aver fine.

Con Cinzia Napoleone, presidente provinciale di CNA Impresa Donna, ci saranno Tiziana Ferrara (medico, primario del Pronto soccorso dell’Ospedale di Pescara); Teresa Ascione (dirigente scolastico); Chiara Trulli (sindaca di Spoltore); Maria Franca D’Agostino (presidente della Commissione regionale Pari opportunità); Linda D’Agostino (vice presidente della Camera di Commercio di Chieti-Pescara).      

«Abbiamo voluto testimoniare il nostro impegno diretto contro una piaga sociale da cui nessuno può chiamarsi fuori – spiega il direttore della CNA di Pescara, Luciano Di Lorito – tanto più in una terra come l’Abruzzo, che nel 2023 detiene il più alto tasso di femminicidi tra le regioni d’Italia, con un’incidenza dello 0,77%. Davvero un poco invidiabile primato, che fa giustizia di certa retorica e impegna tutti, ma davvero tutti, nel cercare di dare il meglio di sé per contrastare un fenomeno che è duro a morire, perché figlio di una cultura patriarcale che nega alle donne il diritto a una esistenza libera». 

Condividi su:

Seguici su Facebook