Nella sede di Confindustria in Pescara, l’ing. Paolo Benanti, francescano del Terzo Ordine Regolare, che si occupa di bioetica ed etica delle tecnologie, ha parlato di Intelligenza artificiale ed etica.
Benanti ha parlato di una umanizzazione delle macchine non come semplificazione del concetto, ma come una funzione superiore di adattabilità delle macchine all’etica, alla morale ed al pensiero umano.
Le macchine funzionano con algoritmi, il pensiero umano tiene conto dei principi etici, ma come mettere insieme queste due funzioni? Ed ecco che Benanti conia un nuovo temine: Algoretica.
L’Algoretica, dunque, implica che nell’automatismo informatico degli algoritmi vi sia sempre l’inclusione della componente umana e dei suoi principi etici.
Un’Intelligenza Artificiale più umana che si deve ottenere con un approccio interdisciplinare per fondere insieme i principi e i meccanismi dell’automazione con quelli del comportamento etico umano. Questa unione macchina e comportamento umano può essere di supporto alle decisioni che hanno effetto sulle persone.
Dopo l’introduzione del Presidente della Confindustria Chieti Pescara, Silvano Pagliuca, che ha presentato l’ospite e l’argomento da trattare, Benanti ha detto:
“Per guidare l’innovazione verso un autentico sviluppo umano, che non danneggi le persone e non crei forti disequilibri globali, è importante affiancare l’etica alla tecnologia. Rendere questo valore morale qualcosa di comprensibile da una macchina, comporta la creazione di un linguaggio universale che ponga al centro l’uomo: un algor-etica che ricordi costantemente che la macchina è al servizio dell’uomo e non viceversa. Per la nostra specie, l’Homo Sapiens che da 70.000 anni abita il mondo, l’artefatto tecnologico è il modo in cui da sempre essa trasforma e comprende sé stessa e il mondo, e allo stesso tempo noi esseri umani lasciamo alle generazioni futuro delle competenze sul mondo attraverso la tecnologia. L’artefatto costituito dall’intelligenza artificiale sono però decisamente diversi dagli artefatti precedenti. L’intelligenza artificiale offre da sé delle risposte, ma proprio questo ci porta come esseri umani a chiederci se le scelte dell’intelligenza artificiale siano corrette”.
Benanti, docente universitario, è un teologo che studia la gestione dell’innovazione, le biotecnologie, il miglioramento umano, la biosicurezza. le neuroscienze e le neurotecnologie ed ha fatto parte della Task Force Intelligenza Artificiale per coadiuvare l’Agenzia per l’Italia digitale. Nella sua comunicazione ha portato molti esempi di intelligenza artificiale e di come le persone hanno sempre cercato di ottenere risultati e risposte da essa, ma che cosa è sempre mancato che avvicinasse queste risposte alle persone e che soprattutto le comprendesse? Proprio il fattore umano quello che tiene conto di esse e dei loro sentimenti e che non può trovare risposte solo dall’elaborazione di algoritmi composti da tante informazioni tecniche inserite nella macchina.
I sentimenti umani e la ricchezza delle idee devono essere al centro della ricerca scientifica con l’intelligenza artificiale, sempre più al servizio delle persone, che nella risposta della macchina dovranno trovare risposte che tengano presenti proprio dell’etica e del comportamento umano.