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Noi di Palazzo Perenich

Architetti in un Amarcord per ricordare e ancora progettare.

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30 agosto “PERENICH NIGHT, ovvero una serata all'insegna dell'amicizia e del buon umore, grazie al forte legame che le vicende universitarie trascorse nel mitico Palazzo hanno saputo suggellare. Antonino Liberi, progettista del Palazzo nonché nume tutelare di Noi di Palazzo Perenich, non avrebbe mai potuto immaginare di rinascere” così Alessandro Sonsini, architetto, ideatore insieme ai colleghi Feliciani, Lepore e Sabatini, ha ricordato la serata d’incontro tra molti architetti che hanno frequentato il Palazzo Perenich, in Pescara via D’Annunzio, dove era ospitata la Facoltà di Architettura.

Tanti ricordi tra i 42 partecipanti che insieme hanno voluto e saputo rivivere quegli anni in cui si seguivano le lezioni delle varie e tante materie della Facoltà, dove si facevano conoscenza e si intrecciavano rapporti di studio e anche amicizie che dopo 40 anni ancora sopravvivono.

“Una generazione di architetti che tra il 1971 e il 1987 si è formata nell'atmosfera delle stanze del mitico palazzo, versione rinascimento fiorentino nostrano” dice ancora Sonsini

Incontrarsi dopo tanto tempo ha cancellato il tempo stesso, si è tornati ragazzi giovani studenti pieni di idee e di speranze, speranze soprattutto, che avevano pensato e sperato, di poter dare alla città il loro apporto professionale.

Alessandro Sonsini, commentando la foto di gruppo dei partecipanti, ha ricordato la serata sulle pagine di F.B.:” Ho visto amici commuoversi davanti a questa foto, eppure, la cena non era a base di cipolla cruda! Rimane comunque, al di là dell'emozione di qualcuno, una possibile strada da percorrere insieme a tanti colleghi che, in qualche caso, la vita ha provato ad allontanare per futili ragioni: l'appartenenza partitica, la concorrenza professionale, la scalata sociale, la condizione di classe, la diversità di genere...Abbiamo impiegato due anni per trovare questa strada, ma l'itinerario è tutto da tracciare su quella mappa che si chiama AMICIZIA. E quando si parl' di mapp', agli architetti 'n li fregh nisciun'…”

Durante la serata si è parlato delle Città invisibili di Italo Calvino, lettura che molti studenti facevano e che, nella serata, hanno voluto ricordare parlando di alcune di queste città invisibili immaginate dall’Autore.

Niki Lepore, con grande immaginazione, ha lanciato il concorso letterario per i soci e amici di "Noi di Palazzo Perenich". La prima generazione di architetti "pescaresi" formatisi nelle sale, lungo le scale, i sottotetti del palazzo Perenich e i tavolini del bar Astoria e da un primo sondaggio effettuato durante la cena, fatta presso il ristorante dei Sabatini in via Piave, da un primo sondaggio effettuato durante la cena del Perenich Night le adesioni all’iniziativa apparse superiori al previsto. Una candidature tra i soli presenti.

“La creatività degli Architetti Perecciani…va ben al di là della progettazione di spazi e manufatti”

Questa è la realtà degli architetti che si sono formati in quegli anni dove lo studio della progettazione era alla base di ogni fatica, dove si studiava di notte e di giorno e si continua, e si facevano le revisioni, sui tavolini del Bar Astoria, quando i bidelli cacciavano fuori gli studenti e i docenti alle 18, quando il sole ancora splendeva ed era tempo di esami di gruppo sì, ma con lo studio e la individualità di ognuno.

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