“Che i dati della qualità dell’aria sarebbero peggiorati entro brevissimo tempo non è una sorpresa, lo avevamo pronosticato quando il sindaco Alessandrini ha assunto la scellerata decisione di riaprire alle auto corso Vittorio Emanuele, riportando il traffico nel pieno centro cittadino e rallentando, di nuovo, la mobilità, chiudendo la strada alternativa a ovest. Un’iniziativa che gli ha fruttato un doppio risultato: il ritorno delle polveri Pm10 e la distruzione strutturale di un asse viario la cui riqualificazione è costata circa un milione 400 mila euro ai cittadini. Dopo due anni di assurde sperimentazioni sulla pelle dei pescaresi il sindaco Alessandrini dovrebbe semplicemente ammettere i propri errori, nati dal pregiudizio politico, fare marcia indietro, chiedendo scusa, e ripristinare quella situazione della mobilità ereditata nel 2014”.
A dirlo è stato l’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’, intervenendo sul peggioramento dei dati della qualità dell’aria a Pescara.
“Era inevitabile e scontato – ha ancora insistito l’avvocato Fiorilli -. Quando tra il 2011 e il 2012 abbiamo deciso di riqualificare corso Vittorio Emanuele siamo partiti dalla valutazione di una doppia necessità: da un lato quella di riqualificare un asse viario commerciale che storicamente aveva scritto la pagina economica della città, sede delle più grandi catene e firme del terziario, che con il tempo aveva perso però il suo fascino e il suo appeal, iniziando a svuotarsi. Dall’altro lato c’era la necessità di restituire vivibilità al corso, riducendo i volumi di traffico per tutelare la salute dei cittadini, residenti e non, dunque anche chi corso Vittorio lo frequenta per lavoro, studio, o semplicemente per una passeggiata. Respirare in corso Vittorio era impossibile senza essere assaliti dalle esalazioni dei gas di scarico delle auto che a migliaia affollavano l’arteria, senza peraltro portare un centesimo in più nelle casse dei commercianti, perché è evidente che gli acquisti si fanno camminando a piedi e guardando le vetrine, non certo da una macchina in corsa. L’unica soluzione era proprio quella di ridurre al minimo la presenza delle vetture che inevitabilmente, proprio per la particolare conformazione della strada, chiusa da una lunga colonna di palazzi alti su entrambi i lati, causavano il ristagno dell’aria inquinata e delle polveri. E in pochi mesi gli obiettivi sono stati raggiunti: a Pescara avevamo regalato un asse viario semi-pedonale esteticamente straordinario, aperto solo al transito dei mezzi pubblici, di soccorso e dei mezzi dei residenti dotati di garage o posto auto, dirottando il traffico non su una sola strada alternativa, ma su tre strade alternative, ossia via Ferrari-via Caravaggio; via Bassani e Pavone; e sulla nuova strada aperta sulle aree di risulta dell’ex stazione. In poche settimane abbiamo visto i risultati: i valori delle polveri praticamente azzerati, come certificato dalle centraline dell’Arta, e corso Vittorio tornato a popolarsi di potenziali clienti, negozi, pubblici esercizi e iniziative.
Il sindaco Alessandrini – ha aggiunto l’avvocato Fiorilli – in pochi mesi è riuscito a cancellare tutto: solo per pregiudizio politico, senza alcuna riflessione o valutazione a monte, come ha sempre candidamente confessato, ha riaperto corso Vittorio Emanuele al traffico privato, sulla carta una riapertura a senso unico di marcia sud-nord, in pratica a doppio senso di marcia, com’è possibile verificare a ogni ora del giorno e della notte. Nel frattempo da due anni ha affidato due o tre incarichi per la redazione del nuovo Piano della mobilità, distribuendo indennità a pioggia, e con zero risultati, visto che del piano traffico non abbiamo visto traccia, dopo ben 29 mesi di disastri. E nel frattempo ha consentito la distruzione strutturale dell’asse riqualificato, del manto d’asfalto, delle colonnine luminose, abbandonando al degrado, tra i rifiuti, le fontane e consentendo il parcheggio selvaggio delle auto, a ogni ora della giornata senza prevedere la presenza di un agente della Polizia municipale a un miglio di distanza. Ovviamente, come da progetto, corso Vittorio Emanuele era stato ricalibrato per accogliere un ridotto volume di traffico viario e non centinaia di migliaia di mezzi, anche pesanti, ventiquattro ore su ventiquattro, ma dal sindaco ‘nemico-dei-pescaresi’ non ci meraviglia alcunchè. Oggi vediamo i frutti del suo operato: le polveri sottili sono tornate a soffocare corso Vittorio Emanuele e coloro che la frequentano, e anche le vie limitrofe, come via Firenze e tutte le traverse. Ovviamente però non possiamo semplicemente accettare tale situazione senza reagire: all’Arta chiediamo di mettere a disposizione della città subito la sua centralina mobile e di iniziare una campagna specifica di monitoraggio su corso Vittorio Emanuele e verificare i livelli di Pm10 e degli altri inquinanti pericolosi per la salute dei cittadini. Al sindaco Alessandrini chiediamo sin d’ora di tornare sui propri passi, ovvero ammettere i gravi errori di valutazione commessi e di predisporre, con il nuovo assessore alla Mobilità subentrato ai flop del vicesindaco Del Vecchio, ossia l’avvocato Civitarese, la chiusura al traffico del corso con la riapertura dei tre assi di scorrimento alternativi”.