“L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ ha oggi chiesto formalmente la sospensione delle opere di abbattimento di ben 121 alberi storici di Pescara, decisa dal sindaco Alessandrini sulla base di una sola perizia redatta da un agronomo esterno, il dottor Carlo Massimo Rabottini. Piuttosto, sollecitando l’intervento diretto e autorevole del Prefetto di Pescara, il dottor Francesco Provolo, abbiamo chiesto il coinvolgimento delle professionalità qualificate del Corpo Forestale dello Stato per l’esecuzione di una controperizia capace di smentire, correggere o eventualmente anche confermare la relazione dell’agronomo Rabottini, ma dando alla città la reale certezza che quelle 121 piante non possono essere salvate. La lettera, indirizzata al Prefetto Provolo, al Colonnello Giancarlo D’Amato, comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, e allo stesso sindaco Alessandrini, sino a oggi, quest’ultimo, sordo alle istanze dei cittadini, è stata protocollata questa mattina e siamo certi di un tempestivo riscontro da part delle autorità cittadine”.
Lo ha annunciato Armando Foschi, dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’.
“E’ inutile girarci intorno: se oggi il verde cittadino versa in uno stato di complessivo e totale abbandono è solo grazie alla totale assenza di manutenzione registrata negli ultimi due anni della giunta Alessandrini, che oggi preferisce amputare piuttosto che curare – ha osservato Foschi -. Ma sbagliano il sindaco e la sua giunta se credono di farla franca per l’ennesima volta: se intendono macchiarsi della grave colpa di privare la città del suo patrimonio arboreo, devono anche prepararsi a una battaglia e, soprattutto, a rispondere a una serie di incongruenze che abbiamo messo in rilievo nella lettera odierna. L’abbattimento di 121 alberi storici, a detta del sindaco Alessandrini, dell’assessore delegato Laura Di Pietro, e del vicesindaco Del Vecchio, sarebbe infatti determinato da una presunta ‘messa in sicurezza’ della città a fronte di piante che sarebbero a rischio crollo, secondo una stima-perizia effettuata da un agronomo esterno incaricato dal Comune, il dottor Carlo Massimo Rabottini, il quale, in spensierata solitudine, non disponendo di una controperizia redatta in contraddittorio, ha decretato la vita e la morte delle piante storiche della nostra città. Ora, innanzitutto non si comprende perché il Comune di Pescara, pur disponendo nella propria pianta organica e nei propri uffici, di due agronomi, figure professionali di elevata specializzazione, da anni responsabili della cura e della manutenzione del verde cittadino, Mario Caudullo e Vincenzo Evangelista, coadiuvati da un Dirigente, Pierpaolo Pescara, specializzato in architettura del verde, abbia deciso di affidare all’esterno della macchina comunale tale stima e perizia, evidentemente non fidandosi del lavoro e del parere dei propri dipendenti, relegati al ruolo di ‘passacarte’, ma aggravando di una ulteriore spesa i cittadini di Pescara. Inoltre: se corrisponde al vero la perizia dell’agronomo Carlo Massimo Rabottini, il quale ha evidenziato la massima pericolosità dei 121 alberi da abbattere, posizionati in strade strategiche e altamente frequentate dai cittadini, come via Rigopiano (a ridosso di un Palazzetto dello Sport), via Vespucci (dove insistono negozi, uffici e scuole), viale Pepe (dinanzi allo Stadio Adriatico), o viale Kennedy, solo per citarne alcune, va da sé che una situazione di tale gravità richiederebbe comunque, da parte del sindaco Alessandrini, la firma di un’ordinanza di massima urgenza per chiudere al traffico, veicolare e pedonale, e interdire l’utilizzo totale di quelle strade interessate sin da subito, visto che un albero per il quale si è predetto un ‘crollo imminente’ non lancia messaggi di preallerta prima di precipitare al suolo o di ‘colpire un bersaglio’. E invece oggi sappiamo che la relazione del dott. Rabottini è stata depositata diversi mesi fa in Comune e sino a oggi il sindaco Alessandrini non ha ritenuto di dover adottare alcuna misura restrittiva per limitare o interdire la fruizione di strade e marciapiedi posti a ridosso degli alberi sul punto di cadere. Se ne deduce la carenza di una reale emergenza tale da giustificare il taglio repentino di quelle piante, per le quali un solo agronomo ha certificato la necessità di abbattimento, o, in caso contrario, il sindaco Alessandrini stesso si starebbe esponendo a una grave corresponsabilità in caso di eventuali crolli. Per tali ragioni l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ ha chiesto al Prefetto Provolo, al Comandante del Corpo Forestale dello Stato e al sindaco Alessandrini di disporre la temporanea sospensione delle procedure di abbattimento dei 121 alberi cittadini e di incaricare direttamente le professionalità del Corpo Forestale dello Stato di eseguire una controperizia sui 121 alberi in imminenza di abbattimento per verificare la reale condizione di stabilità o meno e, di conseguenza, l’effettiva necessità di rimozione di tali piante, la maggior parte delle quali storiche per la nostra città. Nelle more di tale perizia, che riveste, ovviamente, un carattere di urgenza, si chiede la sospensione di qualunque attività inerente gli alberi cittadini per capire se le potature in programma possano o meno essere eseguite nel periodo estivo, senza correre il rischio di danneggiare il nostro patrimonio arboreo, e se tali attività non rischino di coincidere con il periodo di riproduzione delle specie volatili che popolano gli alberi del nostro territorio”