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Tutuyàt: la paura dell’infanzia nell’astrattismo di Denis Bachetti

Mostra di pittura al Circolo Aternino

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Pescara, 1 settembre, presso la sala della Giunta Comunale del Comune di Pescara, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di “Tutuyàt. Innocenza della precarietà”, di Denis Bachetti, a cura di Silvia Moretta.

Presenti alla conferenza Silvia Moretta, critica d’arte e organizzatrice della mostra, Denis Bachetti, pittore astratto di Ascoli Piceno, Flavio Sciolè, regista, attore e performer, Luca Terzolini regista e gode dei contributi critici dei prof. Paolo Bolpagni e Vincenzo Centorame.

La mostra, che verrà inaugurata presso il Circolo Aternino di Pescara, in piazza Garibaldi 51, sabato 3 settembre alle ore 21.30; è stata patrocinata dal Sindaco della Città di Pescara, dalla Presidenza del Consiglio e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara.

La conferenza è stata presentata da Silvia Moretta che ha ricordato che il pittore Denis Bachetti ha già esposto nello scorso giugno a Venezia al “Circolo de I Antichi” e, dopo Pescara, la mostra sarà allestita al Museo Toni Benetton di Mogliano Veneto dal 19 novembre al 4 dicembre.

Silvia Moretta ha poi parlato della bellezza delle tele del pittore che nei tratti e nei colori mostra tutta la sua qualità di astrattista…” quasi facendo emergere un subconscio”…”ed è interessante il suo modo di vedere e il suo modo anche filosofico anche di intendere le cose della vita”.

Il titolo della mostra, come ha spiegato lo stesso Bachetti, nasce da una storia dell’artista di quando la sua nonna gli diceva di stare buono altrimenti arrivava Tutuyàt.

A molti bambini è capitato di essere redarguiti con la paura dell’arrivo o della presenza di una figura oscura che potesse portarlo via: l’uomo nero, il lupo cattivo, il mammone.

Per Bachetti il ricordo ed il suono di questa parola ha fatto scaturire un’arte che si è trasferita e compensata nella pittura astratta prima passando dallo studio e la conoscenza e l’ammirazione di molti autori internazionali come De Kooning o Arshile Gorky tra gli action-painters americani come per Cy Twombly o William Baziotes, o i nostri Licini ed Afro Basaldella, Alberto Gianquinto.

Il regista Flavio Sciolè ha parlato del suo lavoro in parte ispirato dal pittore e in parte di un proprio vissuto che già l’anno prima l’aveva portato a parlare dell’uomo nero: suggestione e paura dei bambini.

Il suo cortometraggio, ha detto il regista, si svolge e si visualizza attraverso un percorso di un cameriere. Immagini e sensazioni di angoscia e paura accompagnano lo spettatore nella visione dell’opera.

Luca Torzolini, autore cinematografico e letterario, direttore di Re-volver Magazine e Holy Corporation, ha parlato di come ha unito ed inserito la pittura ed il Tutuyàt di Bachetti nel suo concetto e nella sua capacità di trasferire tutto nella propria produzione artistica.

La mostra sarà ricca di partecipanti e, in occasione dell’inaugurazione, la sera di sabato 3 settembre, dalle ore 21.30, ci sarà l’intervento verbale e performativo degli artisti che hanno contribuito all’edizione del catalogo della mostra: l’artista Adriano De Vincentiis; il pittore e illustratore Ulderico Fioretti; il regista, attore e performer Flavio Sciolè; il regista Luca Torzolini.

Eseguiranno una performance al pianoforte Mario Mariani, pianista, compositore e performer, e Marco Arturo Messina, regista, sceneggiatore, compositore. Verranno proiettati in anteprima assoluta i cortometraggiBaumwolle” (Bachetti, Sciolè, Torzolini, 2015) e “L’uomo nero” (Sciolè, 2015).

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