Partecipa a Pescara News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

All’Alberghiero di Pescara il convegno "Terre Vestine: tra storia, cultura alimentare. Ambiente e opportunità"

L'evento è stato organizzato dalla delegazione dell’Accademia Italiana della cucina Delegazione Pescara Aternum

Condividi su:

Lunedì, 3 marzo 2025, alle ore 10:00, presso l’IPSSEOA “F. De Cecco” di Pescara ha avuto luogo il Convegno Terre Vestine: tra storia, cultura alimentare, ambiente e opportunità, organizzato dalla Delegazione AIC Pescara Aternum, Delegato Dott. Giuseppe Di Giovacchino, per contribuire a valorizzare la tipicità del territorio pescarese ed in particolare le aree interne e la conoscenza delle ricchezze del suo contesto storico-socio-culturale-enogastronomico.

“Con tale iniziativa, -ha detto aprendo i lavori il Delegato Giuseppe Di Giovacchino - che richiama una plurisecolare radice comune, quella della Ves gentes, popolo protostorico dei Vestini, ci si prefigge, altresì, di stimolare la scoperta della terra ove si è nati, si abita, si vive. Quindi, la conoscenza delle opportunità che essa offre per ciò che attiene alla qualità della vita, a quell’armonico incastonarsi tra territorio, ambiente, storia, arte e insediamenti antropici. Esempio emblematico sono i Borghi, nonché le potenzialità che lo sviluppo economico, non è mai vano ribadirlo, può esprimere, valorizzare, ed incrementare. 

Le Terre Vestine pescaresi dispongano di uno straordinario humus di possibilità culturali e di condizioni ambientali uniche, come evidenziano i caratteri dei rilievi e del clima, idrografici e della flora e fauna che, adeguatamente preservati, nel rispetto delle caratteristiche e dei naturali processi organici, possano ancora concorrere ad ampliare la crescita delle filiere interessate, attraverso il miglioramento e adeguamento delle l’attività. Aspetto non trascurabile in questo periodo di congiuntura sociale ed economica che le induce ad un continuo confronto a livello qualitativo globale”. 

Dopo i saluti istituzionali da parte di Di Giovacchino ha preso la parola la Dirigente dell’Istituto Alberghiero Alessandra Di Pietro.

Alessandra Di Pietro ringraziando i numerosi ospiti presenti, ha parlato dell’importanza del Convegno che rappresenta una tappa nella collaborazione con le realtà associative significative nel territorio. L’istituto Alberghiero ha sempre tenuto in giusto conto la necessità e l’importanza di condividere valori e visione di una cucina autentica del territorio anche con una cucina contemporanea capace di inserire elementi in chiave salutistica e nuovi parametri. 

“Oggi -ha continuato Alessandra Di Pietro- ci confrontiamo su un’idea importante che è quella di far conoscere il nostro territorio a cominciare dall’area Vestina e creare figure professionali di grande competenza. Se conosciamo il territorio ed il sistema delle professioni del turismo capaci di comunicare, possiamo trasmetterne a tutti la conoscenza sia dell’area interessata sia dell’enogastronomia. Sono presenti studenti dell’accoglienza, terza e quarta classe, che con il loro impegno lavorativo potranno costruire itinerari turistici che abbiano la capacità di raccontare il territorio, e studenti di Sala che racconteranno la storia attraverso i menu preparati da altri studenti di cucina che organizzeranno le pietanze da gustare. È dunque importante e molto fondamentale attivare un dialogo tra soggetti vari per promuovere il territorio”.

Nicola D’Auria, coordinatore delle delegazioni abruzzesi, nel suo intervento ha voluto ricordare l’importanza del pasto vissuto con convivialità con altri commensali. Oggi i pasti sono veloci e spesso consumati in piedi senza sedersi ad una tavola apparecchiata e questo diventa un puro nutrimento, a volte nemmeno salutare. Il cibo non è solo nutrimento ma è un’esperienza che va ben oltre il puro mangiare e non cedere alla frenesia del momento del tempo che fugge, significa educare al rispetto del cibo e della cultura che lo accompagna.

Maurizio Adezio, Direttore centro studi Abruzzo, ha parlato dell’importanza della conoscenza e di quanto la consulenza e gli approfondimenti culturali aiutano a non custodire solo le ceneri, ma a coltivare le braci delle tradizioni e della comunicazione.

Dopo gli intervento e i saluti, ha preso la parola Vincenzo D’Antuono vice Delegato che dopo aver parlato di chi era il popolo Vestino e quali territori abitasse, ha coordinato le comunicazioni degli esperti intervenuti al Convegno.

Il primo intervento è stato del Prof. Ruggero D’Anastasio, ordinario di Antropologia e Direttore del Museo dell’UniCh-Pe G D’annunzio

Il Prof. D’Anastasio ha parlato dell’origine del popolo Vestino sin dall’insediamento nel territorio abruzzese. Attraverso l’analisi dei resti umani trovati e soprattutto quelli relativi ai denti e alle ossa dei popoli antichi si è potuto rilevare quali fossero i cibi con i quali si nutrivano e quali le conseguenze sul loro fisico.

Il tipo di alimentazione dei Vestini era di orzo, farro, miglio, fave, ceci e lenticchie legati all’attività agricola. La pastorizia forniva latte soprattutto di capra con i formaggi derivati. La dieta era integrata dalla caccia di cervi e altri animali selvatici e dalla raccolta di frutti di bosco. Anche il pesce faceva parte della dieta alimentare per quelle popolazioni che vivevano nelle colline più vicine al mare.

Leonardo Seghetti, grande esperto dei prodotti agricoli, della loro trasformazione e conservazione, ha parlato dei prodotti del territorio e dell’alimentazione odierna che deriva direttamente da quella storica tradizionale. 

In tempi antichi le zone costiere non erano abitate e molti alimenti venivano portati direttamente dalle popolazioni orientali che emigravano in zona. Prima della romanizzazione i popoli facevano parte dei Piceni che accoglievano persone che venivano da più parti. L’alimentazione nei secoli è cambiata rimanendo sempre fedeli a quello che offriva il territorio. A Farindola si allevava la pecora detta Pagliarola che transumava in verticale con foraggi diversi che davano profumo e sostanza al formaggio. La pecora Pagliarola non è stata più allevata in quanta produceva 800 grammi al giorno di latte mentre la pecora Lacune ne produceva il doppio. Questa pecora non fa più la transumanza, ma il formaggio è tipico ed è rimasto ancora oggi così. Poche aziende lo producono in quanto i trasporti sono più difficoltosi. L’Accademia deve ricordare tutto quanto successo e succede e ha proprio il compito di non perdere di vista il proprio territorio. A Penne una cooperativa ha costruito un mulino riscoprendo la fracchiata che è una polenta fatta con le farine di ceci, con il legume tipico del territorio, la cicerchia e la roveja macinati insieme. La polenta veniva poi cotta sulle pietre roventi. Il primo cereale macinato fu il miglio e oggi il pane di orzo viene riconosciuto salutare anche dalla Comunità Europea. Tutti questi prodotti ci sono ancora sul territorio ma si sono evoluti solo con la conoscenza del passato. La transumanza era praticata in verticale e 5 metri nella zona di Farindola significava arrivare a Campo Imperatore con una biodiversità notevole. Anche per le olive negli anni si è avuta un’evoluzione con olive genetiche di due varietà la Castiglionese a Castiglione Messer Raimondo e la Dritta di Loreto Pianella Moscufo Penne Città Sant’Angelo e Collecorvino. Ancora si tramandano piatti che la leggenda fa risalire a momenti particolari come quella del padre cuciniere che amava suonare la chitarra e che preparò i famosi spaghetti alla chitarra tagliando una “pettola” sulle corde del suo strumento.

Altro piatto famoso è quello derivato dall’usanza di non buttare nulla in cucina e quindi dalla raccolta degli avanzi con il magnifico piatto alla molinara. 

L’Accademia con la Delegazione di Pescara Aternum, Delegato avv. Mimmo Russi, ha codificato la pasta alla Trappetara un piatto semplice con olio soffritto e olive mezze che venivano usate come condimento. In conclusione del suo intervento il prof. Seghetti ha ribadito l’importanza della conoscenza del territorio nella storia e nella sua attualità per trasmettere le tradizioni e le usanze anche ai giovani che affronteranno la professione di esercenti del gusto con la somministrazione di alimenti e bevande.

L’Ingegnera Giulia Cipolletti, esperta in ambiente e territorio, ha parlato della necessità di passare da una produzione lineare, con un eccesso di rifiuti, a quella circolare che prevede l’utilizzo dei prodotti di recupero. Prodotti economicamente ricchi che invece di andare in discarica vengono riutilizzati per continuare il ciclo produttivo.

A parlare di economia del territorio la prof.ssa Miriam D’Ascenzo, economista, che ha messo in evidenza quanto la conoscenza e il marketing del territorio siano importanti per lo sviluppo dello stesso.

Senza conoscere il territorio e le sue potenzialità non si può tramandare la conoscenza e non si valorizzano le tradizioni e l’ambiente. Per fare questo sono importanti i vari tipi di comunicazione sia di mobilità sia informatiche. La conoscenza deve essere trasmessa a tutti e in particolare ai giovani perché sono essi il presente e il futuro della vita.

La conclusione del convegno è stata demandata a Mimmo D’Alessio, vice Presidente vicario AIC che ha apprezzato l’iniziativa del Convegno organizzato e di quanto gli argomenti trattati sono in linea con gli obiettivi e i principi dell’Accademia Italiana della Cucina istituita nel 1953 da Orio Vergani proprio per far conoscere le tradizioni enogastronomi e non farle disperdere nel nulla.

Dopo le importanti comunicazioni fatte dai partecipanti al Convegno, gli ospiti si sono trasferiti in una sala dell’Officina del Gusto apparecchiata per il pranzo. Pranzo preparato dagli studenti d cucina con i propri docenti cuochi. Simposiarca della convivale Alessandra Di Pietro che ha illustrato ai presenti i vari piati presenti nel Menu.

A completare la giornata la presentazione di un cioccolatino da parte del Maestro Cioccolatiere e Pasticciere Federico Anzellotti che ha creato un dolce Duse chiudo in uno speciale involucro che rappresenta la Presentosa tradizionale gioiello abruzzese. Il dolce è stato offerto all’attrice Franca Minnucci che ha declamato versi di D’Annunzio. 

Condividi su:

Seguici su Facebook