Partecipa a Pescara News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L’Alberghiero ospita Suor Myriam D’Agostino del programma ‘La Cucina delle Monache’

Imprenditrice, psicologa, giornalista e teologa ha 40 anni, studia per la quarta laurea e gestisce un’azienda agricola in cui produce birra e olio

Redazione
Condividi su:

“In cucina, come nella vita e in ogni lavoro, occorre amore, passione, spirito di libertà, etica alimentare e dedizione per riuscire e fare bene. Agli studenti dell’Istituto Alberghiero di Pescara ricordiamo di coltivare sempre il proprio talento, di impegnarsi per trovare la propria strada senza condizionamenti né pregiudizi, rispettando l’ambiente, la tradizione, impegnandosi nella ‘cucina anti-spreco’ di storia benedettina, e nella solidarietà verso chi vive nel disagio”. Sono le parole che Suor Myriam D’Agostino ha rivolto oggi ai ragazzi dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara, accompagnata da Suor Valentina, novizia del Monastero delle Benedettine di Sant'Anna nei pressi di Assisi, a Bastia Umbra, entrambe protagoniste, con Madre Noemi Scarpa, Suor Debora e Suor Eleonora del programma di Food Network ‘La cucina delle monache’. A coordinare l’incontro la dirigente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ Alessandra Di Pietro, Antonio Di Giosafatt Direttore della Libreria San Paolo, Nino Di Francesco Delegato regionale FACI, Don Antonio De Grandis Presidente del Tribunale Ecclesiastico Abruzzo e Molise, Nadia Palumbo.

“La grande lezione che arriva dai messaggi di Suor Myriam - ha detto la dirigente Di Pietro – è quella di impegnarsi per una cucina che sia in armonia con il territorio e con la tradizione attualizzata ai nuovi parametri di sostenibilità, una cucina conservativa ma non statica, una cucina contemporanea, innovativa che sia attenta anche alla salute dei consumatori. Curare la cultura della qualità del cibo equivale a garantire la qualità della vita e il benessere individuale e collettivo. Oggi la nostra vita alimentare è condizionata da alcuni fattori negativi che pure dobbiamo contrastare, come la destrutturazione della giornata familiare che vede sempre più venire meno i ritmi della tradizione, ovvero il ritrovarsi a tavola in famiglia a colazione, pranzo e cena; quindi la diffusione dei pasti fuori casa; e il consumo di pasti veloci. Da qui emerge l’importanza invece di riscoprire la cultura della nutrizione dell’alimentazione, un’educazione valoriale che spinge ad adottare un corretto stile di vita e a recuperare anche un momento affettivo di relazione familiare”. 

Suor Myriam D’Agostino, imprenditrice, psicologa, giornalista e teologa ha 40 anni, studia per la quarta laurea e gestisce un’azienda agricola in cui produce birra e olio: “Sono da quasi vent’anni in Monastero, dove sono entrata per la prima volta da ospite della foresteria e in quell’occasione sono stata colpita dalla serenità che ho visto negli occhi delle giovani donne che vivevano al di là della grata e mi sono chiesta perché io che a 23 anni avevo tutto, ero giornalista, laureata, avevo il ragazzo, uscivo con gli amici, non nutrivo quella stessa felicità. Da qui la mia libera scelta di entrare in Monastero, una libertà che devono avere tutti i ragazzi, ovvero quella di scegliere di fare sempre ciò che li rende felici, anche quando questo significa uscire fuori dal consueto, non fare necessariamente ciò che gli altri si aspettano. La nostra passione per la cucina è nata durante il Covid, quando dovendo limitare le attività esterne, ci siamo dedicate a sistemare gli archivi del Monastero e abbiamo ritrovato in alcune teche le antiche ricette delle monache del 1500 scritte su pergamena, che abbiamo tradotto e raccolto in un primo volume. Poi, lavorando con le scuole, ci hanno chiesto di divulgare altre ricette della nostra cucina monacale, e che ha dato vita alla trasmissione televisiva. Oggi il nostro impegno – ha ancora ricordato Suor Myriam -, sulla scia della norma benedettina, è divulgare la cucina anti-spreco, ovvero il cibo non deve avanzare a tavola, dunque insegnare ai giovani a cucinare il necessario, pensando a chi dovrà consumare quei pasti, e comunque a non buttare il cibo eventualmente avanzato, ma usarlo attraverso le ricette della cucina di recupero, al fine di perseguire una cucina etica”. Al termine dell’incontro, il Convivio ‘Beato chi cucina’ con i piatti preparati insieme, da docenti e studenti dell’Alberghiero, secondo le ricette di ‘Quel che passa il Convento’, il volume redatto da Suor Myriam.

Condividi su:

Seguici su Facebook