L'attore caratterista napoletano Tommy Mellone, nei panni di Nanà Vaiassa, farà tappa per la prima volta a Pescara con la sua divertente tombola "scostumata". Si tratta di una versione goliardica del classico gioco in voga durante le feste di fine anno che ha come peculiarità le tante allusioni e riferimenti, spesso piccanti, della "smorfia" abbinati ai novanta numeri del tabellone. L'appuntamento esclusivo è sabato 14 dicembre al ristorante “Steakeria” per la cena-spettacolo organizzata dall'associazione "Family Life".
Non ci saranno premi in denaro, ma cesti pieni di prodotti alimentari, buoni spesa, voucher per soggiorni in alcune strutture turistiche abruzzesi, complementi d'arredo, orologi e tanti altri articoli offerti da sponsor e benefattori. Il ricavato della serata verrà devoluto a beneficio della onlus pescarese a sostegno delle iniziative e progetti a favore delle famiglie disagiate e dei bambini autistici.
"A giudicare dalle prenotazioni - dichiara Giovanna Medoro, presidente di Family Life - c'è un forte interesse per questa novità legata all'intrattenimento. Stiamo anche pensando ad una rivisitazione nostrana della tombola "scostumata" che diventerà "cafona" con un'interpretazione dialettale tutta da ridere". E a dare la sua disponibilità a "vusciucare" i numeri c'è il comico 'Nduccio, sempre sensibile al richiamo della solidarietà. Le prime richieste giungono da Tornareccio, ma la data non è stata ancora fissata.
Il "femminiello", definizione riferita al maschio dai marcati atteggiamenti da donna, è colui che svolge il ruolo di croupier incaricato ad estrarre i bussolotti dal "panariello" ed è considerato un portafortuna. Questa tipica figura della tradizione popolare napoletana è sempre stata molto considerata, anche se benevolmente presa in giro dai passanti. Spesso svolgeva piccole faccende domestiche nelle case dei ricchi borghesi e veniva coinvolto durante le tombolate in famiglia, considerate all'epoca clandestine.
Nel 1734 Re Carlo di Borbone decise di rendere legale questo gioco d'azzardo praticato diffusamente nei bassi del Rione Sanità e nei Quartieri Spagnoli. Una decisione che portò ad una accesa diatriba con un frate domenicano che considerava la tombola immorale e contro i principi della Chiesa cattolica. Addirittura, per trovare una pacifica conciliazione, venne vietata la pratica durante le feste natalizie. Ma la voglia di trasgressione prese il sopravvento e ben presto la tombola diventò lo strumento principale di aggregazione familiare proprio nel periodo del divieto.