Il Centro Recupero Fauna Selvatica di Pescara, un punto di riferimento essenziale per la salvaguardia degli animali selvatici feriti o in difficoltà, resta chiuso nonostante le richieste crescenti di intervento. La situazione preoccupa ambientalisti e cittadini, che denunciano una grave carenza di strutture adeguate per la tutela della fauna locale.
Il centro, chiuso da mesi, era un presidio fondamentale per il soccorso e la riabilitazione di animali selvatici come rapaci, piccoli mammiferi e rettili, molti dei quali appartenenti a specie protette. Le cause della chiusura sembrano legate a problematiche gestionali e burocratiche, tra cui la mancanza di fondi adeguati e il rinnovo delle autorizzazioni necessarie.
Nel frattempo gli animali feriti o in difficoltà vengono spesso lasciati senza un’adeguata assistenza o trasportati in strutture lontane, con un conseguente aumento del rischio per la loro sopravvivenza. “Non possiamo più aspettare: il territorio abruzzese, ricco di biodiversità, rischia di perdere un patrimonio naturale prezioso se non si interviene rapidamente”, è il grido di dolore che viene lanciato oggi.
Diverse organizzazioni e volontari hanno lanciato appelli alle istituzioni locali e regionali per trovare una soluzione. Si chiede l’immediata riapertura del centro o, in alternativa, la creazione di una rete di supporto temporanea che possa garantire il soccorso della fauna selvatica in difficoltà. Alcune associazioni si sono anche offerte di collaborare con le autorità per trovare soluzioni pratiche, ma finora mancano risposte concrete.
L’Abruzzo, noto come “Regione Verde d’Europa”, è una terra di straordinaria biodiversità, ospitando numerosi parchi nazionali e riserve naturali. Tuttavia, la chiusura del centro rischia di compromettere gli sforzi di conservazione, soprattutto per le specie più vulnerabili. “Ogni giorno di inattività è un giorno perso per la protezione della nostra fauna”, è l'avvertimento da non ignorare assolutamente.
Nonostante le difficoltà c’è ancora speranza per una soluzione. Il coinvolgimento della comunità e la pressione delle associazioni ambientaliste potrebbero spingere le istituzioni a intervenire. Nel frattempo i cittadini sono invitati a segnalare animali feriti alle autorità competenti e a sostenere economicamente le organizzazioni impegnate nella tutela della fauna.