“Le condotte fognarie di Pescara continuano a rompersi e a sversare liquami nel fiume e né il Comune né l’Aca attivano le procedure di emergenza di Protezione civile per contenere i danni ambientali. È successo domenica 3 aprile, quando si è rotto l’impianto sulla golena sud, è successo stamane, per un presunto black out dell’Enel, con il blocco dell’impianto di sollevamento del ponte delle Libertà, esattamente com’è successo nell’aprile del 2015, e oggi come allora ci chiediamo se l’Arta sia stata tempestivamente allertata, se abbia effettuato i campionamenti delle acque per verificare l’impatto ambientale di quegli sversamenti di liquami, e se siano stati informati il Noe, il Nucleo Operativo Ambientale dei Carabinieri, e la Capitaneria di Porto per l’adozione delle opportune misure di tutela amministrativa. Risposte che temiamo resteranno di nuovo senza risposta, mentre a questo punto poniamo dei seri interrogativi sulla presunta nuova gestione dell’Aca che, evidentemente, fa acqua da tutte le parti. Chiaramente tra qualche ora ci sentiremo anche dire dal vicesindaco Del Vecchio che, se ci sono liquami nel fiume e in mare, la responsabilità sarà del Comune di Tocco da Casauria”.
Lo hanno denunciato l’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’.
“Ciò che sorprende è che né il Comune né l’Aca abbiano realmente compreso la gravità della situazione in cui versa Pescara, con il mare inquinato e continui sversamenti di reflui di fogna nei nostri corsi d’acqua, e neanche gli interessamenti giudiziari né la bagarre dell’estate 2015 riescono a suscitare il minimo scatto di coscienza da parte di chi oggi governa la città e i servizi pubblici – hanno commentato l’avvocato Fiorilli e Foschi -. Stamane l’ennesima amara sorpresa: un presunto black out elettrico ha causato il blocco delle pompe di sollevamento situate sotto il ponte della Libertà alle 4.30 del mattino, determinando uno sversamento di feci e liquami nel fiume e nel mare almeno sino alle 11, quando l’Aca avrebbe installato un generatore d’emergenza per la ripresa del funzionamento dell’impianto. Ciò significa che per sei ore e mezza i liquami non sono finiti nel depuratore, ma sono stati sversati direttamente nel mare, episodio analogo a quanto accaduto domenica 3 aprile, quando si è rotta una condotta fognaria in corrispondenza del parcheggio della golena sud, con lo spegnimento degli impianti di sollevamento Bardet 1, Bardet 2 e golena sud, per far svolgere gli scavi e solo alle 17 di lunedì 4 aprile, il danno è stato riparato, dunque per 24 ore i reflui si sono riversati direttamente nel fiume, ovvero nel mare. In entrambi i casi per Comune e Aca non è accaduto nulla di drammatico, e invece non è così: la rottura di una condotta fognaria che determina lo sversamento dei reflui, ovvero di liquami inquinanti, direttamente nel fiume e nel mare, è evidentemente un’emergenza di protezione civile, e richiede un intervento di protezione civile con l’adozione di misure straordinarie per il contenimento dell’inquinamento batterico delle acque. Che non significa aspettare sei ore e mezza per accendere un gruppo elettrogeno d’emergenza per far rifunzionare l’impianto di sollevamento, ma significa mettere in atto comportamenti immediati, tempestivi, per impedire la dispersione nel fiume di quei liquami, compreso l’utilizzo dei teloni galleggianti-tampone che si usano per impedire la dispersione degli idrocarburi nelle acque. E continuiamo a chiederci perché queste misure non siano state adottate in una città come Pescara dove ormai dall’aprile 2015 le rotture delle condotte fognarie sono all’ordine del giorno; ma soprattutto chiediamo se, a fronte del danno, siano state adottate le misure di monitoraggio: ovvero, il Comune e l’Aca hanno avvisato la Capitaneria di Porto e l’Arta per effettuare un campionamento straordinario e un esame batteriologico delle acque contaminate dai reflui per determinarne l’impatto? Quesito che, ovviamente, a fronte del cronico silenzio del Comune e dell’Aca, poniamo direttamente all’Arta e alla Capitaneria di Porto, che hanno rilevanti responsabilità istituzionali nella gestione del territorio. E, in caso affermativo, chiediamo di conoscere gli esiti di tali campionamenti. Nel frattempo – hanno aggiunto Fiorilli e Foschi – esprimiamo le nostre forti perplessità circa la governance dell’Aca che, cambiate le teste, continua a fare acqua da tutte le parti: com’è possibile che continuino a rompersi a ritmo quotidiano le condotte fognarie della città? Qual è il Piano di investimenti in corso dell’Aca? Perché l’impianto di sollevamento del ponte della Libertà, un impianto imponente quanto a servizi e dimensioni, non era già dotato di un gruppo elettrogeno interno, capace di entrare in funzione in caso di black out, sullo stile di quello che la precedente amministrazione di centro-destra ha fatto installare sugli impianti di via Marconi-viale Pepe e via Marconi-Agip durante i lavori anti-allagamento? Quesiti che, ancora una volta, ci inducono a chiedere un Commissariamento del settore perché Pescara non può evidentemente pensare di affrontare una stagione balneare barcamenandosi tra una fogna rotta e un’altra spenta”.