Secondo il Sistema SIRF, nato nel 1994 e di proprietà del CESI (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano), che ha visto la luce nel 1956, nei primi sette mesi di quest'anno in Abruzzo sono caduti 12.076 fulmini, di cui parte nella città di Pescara e in provincia. Il quantitativo è pari al 12,9% in più rispetto ai 10.691 dello stesso periodo dello scorso anno. Per l'anno corrente, è stata registrata un'impennata a giugno, con 6.190 fulmini, cioè, circa il 50% dei primi sette mesi.
Negli ultimi 15 anni (2000-2014), sono caduti 234.645 fulmini su una superficie di 10.829 km quadrati. Il periodo maggiormente interessato da questo fenomeno in media è nel mese di luglio, seguito da agosto e giugno.
Attraverso il SIRF è stato possibile 'fotografare' il fenomeno sia a livello nazionale che regionale monitorandolo giorno per giorno, tutto l'anno. Fenomeno comunque increscioso e rischioso per l'ambiente e per l'essere umano. La rete di rilevamento è composta da sedici sensori situati sul territorio nazionale.
In Italia - nei primi sette mesi del 2015 sono caduti, invece, sul territorio nazionale 408.831 fulmini, con un netto calo rispetto all'anno precedente. Il 2014, infatti, sarà ricordato come l'anno peggiore dal 2000, con quasi 3,2 milioni di fulmini caduti, molti dei quali ad altissima intensità, rispetto a circa 1,7 milioni nel 2013.
Negli ultimi tre lustri, la regione più colpita è stata la Toscana (808.395 fulmini), seguita da Piemonte (706.665 fulmini) e Lazio (658.815 fulmini). La regione meno interessata dal fenomeno, in questi primi sette mesi, è il Molise in cui ne sono caduti poco più di 2.000.
Secondo Domenico Andreis, Direttore Divisione Engineering & Environment - Ismes, CESI, "Registrare con un certo anticipo lo scatenarsi di un temporale e individuarne l'intensità consente di gestire eventuali danni ad apparati e costruzioni e soprattutto salvaguardare le persone da incidenti causati dai fulmini".