Biancoazzurri in bianco e nero, Ottavio Palladini

Sara Gerardi
09/04/2015
Sport
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Per la seconda puntata della rubrica "Biancoazzurri  in bianco e nero",  ci occuperemo di un giocatore di cui la città di Pescara è tuttora innamorata: Ottavio Palladini,catechizzato dal “profeta” Giovanni Galeone, ha scritto pagine importanti del Pescara sponsorizzato “Gelati Gis” durante l’era Scibilia.

Ottavio Palladini. Stiamo parlando di un roccioso regista di centrocampo. Nasce a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno il 29 dicembre del 1971. Per descrivere e raccontare le gesta di questo mediano, bisogna partire dallo smentire una credenza folkloristica: “Nessuno è profeta in patria”. Ebbene, Palladini non solo è diventato una sorta di mostro sacro nella propria città, ma ne ha conquistata addirittura un’altra: Pescara. La sua carriera – salvo le parentesi di Vicenza (1998-2000) e Giulianova (2004-2007) – l’ha sempre trascorsa in riva all’Adriatico. Ora alla Sambenedettese, ora al Pescara. Una sorta di “doppia bandiera”, dunque.

In maglia biancazzurra ha esordito in A nel 1992 in Roma-Pescara finita 0-1, al fianco di giocatori del calibro di Dunga, Allegri, Righetti e Borgonovo. E in ben dieci anni in Abruzzo non ha mai abbandonato la barca, soprattutto nei momenti di difficoltà,come la retrocessione in C1 a maggio 2001. E’ stato lui – assieme ai vari Santarelli, Bellè e Cecchini – uno dei pilastri di quel fantastico Pescara 2002-’03, guidato da Ivo Iaconi, capace di salire in B al termine della finale play-off contro il Martina. Proprio nella gara di ritorno, con un “Adriatico” da oltre 25.000 spettatori, il nostro numero 8 segna il gol che sblocca una partita arenata sullo 0-0. Il match terminerà 2-0, con un’intera città al settima cielo.

Tuttora detiene il record di presenze (322 totali) con la maglia del Pescara. Circa l’altra fetta di carriera con la Sambenedettese, per comprendere l’immenso legame tra il centrocampista e il club marchigiano, basti ricordare il coro cantato dalla curva rossoblù “Palladini uno di noi” il 19 aprile 2009 quando Ottavio appende le scarpe al chiodo. Per tutti  era il “Palladini Day”. Il cuore e la grinta di questo centrocampisti non sono mai stati scalfiti dal tempo. Un vero guerriero nonché un trascinatore, in ogni circostanza. L’attaccamento alla Samb è testimoniato pure dai successivi 4 anni sulla panchina rossoblù. Stagioni caratterizzate da mille problemi e difficoltà societarie. Persino a maggio 2013 la festa per la promozione in Lega Pro (la squadra era arrivata prima in Serie D) si è rivelata una mera illusione, poiché la Samb fallì nuovamente e dovette quindi ripartire per l’ennesima volta dall’Eccellenza. E nonostante ciò, Palladini non si arrende e rimane, pur meritevole di una chiamata in categorie superiori, a lavorare nell’area tecnica. 

 

 

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